Sea Watch, procura di Agrigento ricorre in Cassazione contro la scarcerazione di Carola Rackete

Pronto il ricorso della Procura di Agrigento, guidata dal procuratore Luigi Patronaggio, contro il provvedimento di scarcerazione di Carola Rackete, la comandante della nave Sea Watch 3, arrestata a fine giugno a Lampedusa, dopo aver condotto 40 migranti al porto di Lampedusa nella notte tra il 28 e il 29 giugno. La giovane comandante tedesca, 31 anni, dopo avere disubbidito allo stop della Guardia di Finanza si avvicinata alla banchina per le manovre di attracco. Durante queste fasi, per errore, ha speronato una motovedetta della Gdf che stava cercando di impedirle l'attracco.
Il ricorso per Cassazione alla decisione del gip Alessandra Vella, come confermano da ambienti giudiziari, sarà depositato nei prossimi giorni, probabilmente entro mercoledì. Intanto è atteso per giovedì, 18 luglio, l'interrogatorio della giovane capitana della nave Sea Watch 3. L'interrogatorio, che era stato già fissato per lo scorso 9 luglio e che era stato rinviato per via dello sciopero degli avvocati, non riguarda l'arresto ma l'inchiesta parallela per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e la violazione del codice di navigazione (il reato ipotizzato è violenza a nave da guerra) fascicolo aperto dopo la violazione del divieto di ingresso in acque territoriali italiane. L'avviso di garanzia le era stato notificato il giorno prima del suo arresto. Una volta scesa a terra la magistratura aveva aperto un secondo fascicolo, quello per ‘resistenza o violenza a nave da guerra' e ‘resistenza a pubblico ufficiale': la capitana è rimasta ai domiciliari fino allo scorso 2 luglio, quando il gip Alessandra Vella ha deciso di non convalidare l'arresto, revocando anche la misura degli arresti domiciliari.
Secondo la sentenza del tribunale di Agrigento il decreto Sicurezza bis di Matteo Salvini non può essere applicato alle navi che prestano soccorso ai migranti. Inoltre per il gip Alessandra Vella le motovedette della Guardia di finanza non possono essere considerate navi da guerra. Sarà la Cassazione a stabilire se questa interpretazione è corretta o no.