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Scuola, Azzolina: “A Natale ci vuole responsabilità per far tornare tutti in classe dal 7 gennaio”

La ministra dell’Istruzione lucia Azzolina ha ribadito che gli italiani devono fare dei sacrifici durante le feste di Natale, per consentire il ritorno a scuola dopo le vacanze: “In questo periodo dobbiamo essere ancora più responsabili anche per far tornare tutti gli studenti in classe il 7 gennaio”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina è tornata a parlare del Natale, e in particolare del tema delle chiusure, che il governo deciderà ufficialmente nelle prossime ore, probabilmente dopo l'incontro del presidente del Consiglio Conte con la delegazione di Italia viva, guidata da Matteo Renzi, nell'ambito della verifica di governo.

"Digitale è forse la parola dell'anno. Oggi tutti sanno cos'è la didattica integrata, nata in emergenza ma in grado di rinnovare la didattica. Sono molto orgogliosa dei progetti digitali svolti dalle scuole in questo periodo, nonostante la pandemia". La ministra dell'Istruzione ha inaugurato così il ‘Natale digitale 2020', l'iniziativa del ministero dell'Istruzione nata per valorizzare i progetti didattici realizzati con l'utilizzo delle tecnologie in occasione delle prossime feste.

"Forse quest'anno non avremo un ‘Natale digitale' giocoso come quelli passati, ma anche questo ha un alto valore educativo grazie al lavoro fatto dai nostri insegnanti con la didattica integrata", ha aggiunto la ministra pentastellata. La ministra ha parlato poi delle festività natalizie dicendo che "in questo periodo dobbiamo essere ancora più responsabili anche per far tornare tutti gli studenti in classe il 7 gennaio". Secondo l'ultimo dpcm, quello del 3 dicembre, è atteso il ritorno fra i banchi del 75% della popolazione studentesca.

Gli esperti però invitano alla prudenza. Ieri Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, ha detto che "è ancora presto per prendere una decisione in questo senso, prima dobbiamo tenere bassa la circolazione virale. l'Rt al momento è intorno a 0,8 ma l'incidenza di nuovi casi è ancora elevata, il che produce comunque nuovi casi di infezione. Se non abbassiamo l'incidenza è difficile parlare di ripresa completa delle attività, anche scolastiche".

La ministra dell'Istruzione darà l'esempio, e non parteciperà a riunioni familiari allargate per Natale: "Lo trascorrerò con la persona che amo di più al mondo, mia sorella. Staremo a casa", ha detto rispondendo alla domanda di una bambina presente all'evento organizzato dal ministero. "Dovete essere fiduciosi, questo è un Natale particolare, ma il prossimo potremo tornare a stringerci tutti di nuovo", ha aggiunto.

"Con la legge di Bilancio 2021, in arrivo nuove risorse per l'edilizia scolastica. Continuiamo a lavorare per la messa in sicurezza delle nostre scuole ed il loro ammodernamento con nuovi investimenti di oltre 1,5 miliardi. Ricordo che solo durante quest'anno abbiamo già sbloccato 2 miliardi per l'edilizia scolastica, per un totale di 2.057 interventi e 5.560 indagini diagnostiche sui solai". ha ricordato poi su Facebook la ministra.

"A questi vanno aggiunti 460 milioni di euro per l'edilizia leggera dati agli Enti locali in fase di emergenza e ulteriori 331 milioni, con il decreto Rilancio, attribuiti alle istituzioni scolastiche anche per l'adattamento degli spazi interni ed esterni. Stiamo consegnando al Paese una scuola nuova, più sicura e moderna. Il giusto ambiente in cui costruire il futuro delle nuove generazioni".

Iv attacca Azzolina

Italia viva continua a fare pressioni, per un ritorno fra i banchi per tutti dopo il 7 gennaio: "Per riaprire le scuole, la ministra dell'Istruzione o il presidente Consiglio non devono scrivere letterine a Babbo Natale ma mantenere la decisione presa con dpcm del 3 di dicembre nella quale si stabilisce che le scuole, tutte, riapriranno in presenza dal 7 di gennaio", ha scritto su Facebook Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera, a proposito delle parole pronunciate da Lucia Azzolina.

"Ai ragazzi, dopo 100 giorni di chiusura, servono chiarezza e certezze, non auspici e sogni. Per aprire, e rimanere aperte, le scuole hanno bisogno di trasporti pubblici, servizio sanitario che risponda in tempi rapidi alle esigenze delle scuole, e tutti gli insegnanti al loro posto. A decidere sia la politica. E non i commissari, i consulenti, gli opinionisti vari", conclude.

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