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Sardegna, leader chiudono la campagna elettorale, Salvini: “Giorgia è un’amica, siamo una sola persona”

I tre leader del centrodestra, Meloni, Salvini e Tajani, intervengono a Cagliari al comizio di chiusura per le regionali in Sardegna.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il chiarimento tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni sulle dichiarazioni della Lega su Navalny sembra sia arrivato sull'aereo per Cagliari, dove i leader si sono dati appuntamento questa sera per chiudere la campagna elettorale per le Regionali di domenica 25 febbraio in Sardegna. La Lega, poi contestata alla fiaccolata in Campidoglio a Roma, aveva espresso delle posizioni giudicate troppo filo-putiniane da parte dei partiti dell'opposizione, ma anche da parte di Forza Italia, alleata di Salvini in maggioranza.

I dubbi espressi prima dal vicesegretario Crippa e poi dallo stesso Salvini, sulle responsabilità della morte del principale oppositore di Putin hanno messo in imbarazzo Palazzo Chigi sul piano internazionale.

Ora però Salvini, intervenendo dal palco allestito alla Fiera di Cagliari per il comizio di chiusura della campagna elettorale di Paolo Truzzu, in candidato del centrodestra, minimizza e quasi fa finta di nulla: "Più provano ad allontanare me e Giorgia più andiamo avanti insieme come una sola persona, per cinque anni e non un minuto di meno. Più provano a farci litigare più cementano quella che non è solo un'alleanza politica, perché in Giorgia ho trovato non solo un'ottima presidente del Consiglio ma un'amica, e in politica questo fa la differenza".

Meloni non lo smentisce: "L'opposizione e certi grandi giornaloni dicono che noi litighiamo, che adesso il governo cade, sta per cadere, poi si svegliano", "lo sanno anche loro che questo governo durerà 5 anni, anche dieci sì ma giorno per giorno", "possono dire quello che vogliono noi non stiamo insieme per costrizione, stiamo insieme da trent'anni per scelta", ha detto intervenendo dal palco.

Anche Tajani ci tiene a rilanciare un'immagine di unità della coalizione: "In Sardegna sono divisi su due candidati – ha detto parlando di Todde e Soru – . Mentre il centrodestra è unito qui in tutte le sue formazioni, anche con le liste civiche per sostenere un signore che si chiama Paolo Truzzu. Loro chi sostengono? La signora o il signore ancora non l'abbiamo capito…". "Certamente abbiamo capito che perderanno le elezioni. E come dicono a Roma ‘non ce vonno sta", per questo dicono ‘arrivano i fascisti', ma io non mi sono ancora visto in camicia nero e col manganello e il fez, che inseguo qualcuno per strada con l'olio di ricino in mano".

"Noi siamo persone, perbene, persone serie che lavorano che stanno in mezzo alla gente, che si preoccupano di risolvere i problemi".

L'evento si chiude con le note dell'inno di Mameli: sul palco della kermesse si ritrovano accanto Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani, insieme agli altri leader della coalizione e allo stesso Truzzu, posando per la tradizionale ‘foto di famiglia', mentre in platea si sventolano le bandiere dei partiti del centrodestra, in particolare quella di Fratelli d'Italia, partito della premier e del candidato governatore.

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