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Elezioni regionali 2024

Bucci vince in Liguria, l’inchiesta giudiziaria su Toti non ha influito sul voto: l’analisi di Piepoli

Marco Bucci, candidato del centrodestra, ha vinto le elezioni in Liguria, con poco più di un punto di vantaggio su Andrea Orlando. Secondo il sondaggista Livio Gigliuto, presidente dell’Istituto Piepoli (Opinio Italia), gli scandali giudiziari che hanno travolto l’ex governatore Toti non hanno avuto impatto sul voto.
A cura di Annalisa Cangemi
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Alle elezioni regionali in Liguria ha vinto Marco Bucci, sindaco di Genova e candidato del centrodestra. Come lo stesso neo governatore ha ammesso durante la conferenza stampa post voto, lo spoglio di ieri pomeriggio è stato "al cardiopalma". Il testa a testa con il candidato del centrosinistra Andrea Orlando (Pd) era del resto largamente atteso, secondo diversi analisti e sondaggisti: alla fine Bucci, sostenuto da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Unione di centro, Alternativa popolare e le liste civiche Orgoglio Liguria, Vince Liguria, ha avuto la meglio con il 48,8% dei voti, con poco più di un punto di vantaggio rispetto all'avversario, che si è fermato al 47,3%.

Non è bastato a Orlando vincere a Genova, la città cui il candidato dem puntava di più per la sua rincorsa su Bucci, e dove ha preso circa 18mila voti in più. Ma cosa è successo e cosa ha determinato la vittoria di Bucci, appoggiato dal centrodestra unito? Ne abbiamo parlato con Livio Gigliuto, presidente dell’Istituto Piepoli, che fa parte del consorzio Opinio Italia.

Secondo l'analista politico, gli scandali giudiziari che hanno travolto l'ex governatore Toti, e che hanno poi portato la Regione a elezioni anticipate (Toti dopo le dimissioni ha poi patteggiato i reati di corruzione impropria e finanziamento illecito) non hanno avuto un forte impatto sul voto: "L'inchiesta per corruzione in Liguria, che si è aperta a maggio, non ha determinato queste elezioni. Se questi scandali avessero impattato sulla campagna elettorale avrebbero colpito duramente la coalizione. Ma questo non è accaduto, perché il centrodestra è andato bene, ha raccolto più o meno quello che aveva raccolto alle Europee", ha spiegato Gigliuto a Fanpage.it.

"Alle europee vediamo che centrodestra e centrosinistra nella Regione Liguria erano quasi pari. In quella tornata elettorale, nella città di Genova il centrosinistra era più di venti punti avanti rispetto alla coalizione avversaria. Oggi la distanza si è assottigliata: siamo sotto i 10 punti di vantaggio per il centrosinistra. Questo ci fa capire che dal giorno delle elezioni europee fino a oggi il centrodestra a Genova non ha diminuito i proprio consensi. Vuol dire che gli scandali giudiziari non hanno avuto un impatto significativo sul voto", ha spiegato il sondaggista. "L'impatto sul voto l'hanno avuto invece le vicende all'interno del M5s".

Come e perché la rottura tra Conte e Grillo ha influito sul risultato

Giuseppe Conte, leader del Movimento, ha sospeso nei giorni scorsi il rinnovo del compenso di 300mila euro annui per l'ex comico Beppe Grillo. La rottura tra l'ex premier e il fondatore del M5s sembra irrimediabile. Non è un caso che Grillo non sia andato a votare in Liguria, dove l'ex comico abita. Come hanno confermato suoi fedelissimi, il Garante non si sarebbe presentato nella sua sezione di Sant'Ilario, quartiere di Genova dove risiede. Grillo, in un recente video, aveva contestato apertamente la scelta della candidatura di Andrea Orlando, che non ha esitato a definire "catapultata dall'alto". Tutto questo non può non aver pesato sul risultato scarso dei pentastellati, che nella Regione hanno avuto meno del 5%.

"Faccio una premessa – ha detto Gigliuto a Fanpage.it – alle elezioni amministrative il M5s va in genere decisamente peggio rispetto alle elezioni a carattere nazionale. Alle europee il M5s aveva avuto il 10,2%. Era chiaro che avrebbe preso meno rispetto a giugno, magari un paio di punti percentuali in meno, ma ha perso di più di quanto ci si attendesse. Non lo definirei un crollo – ha detto – perché appunto alle amministrative il Movimento ha sempre un calo rispetto alle altre competizioni elettorali. La perdita di consenso maggiore rispetto alle aspettative può dipendere da diversi fattori: gli elettori Cinque Stelle non si riconoscono molto nel percorso di coalizione con il Partito Democratico; oppure gli elettori Cinque Stelle hanno considerato la candidatura di Orlando come chiara espressione del Pd, visto che si tratta di uno dei principali esponenti nazionali del partito, e quindi l'hanno rifiutata. Probabilmente in Liguria non è avvenuto quello che abbiamo visto in Sardegna, dove Todde, esponente del M5s, poi è finita per piacere molto all'elettorato del Pd. Nella costruzione della coalizione in Liguria serviva forse individuare una rappresentanza anche per l'elettorato grillino, che si ritiene diverso, e quindi fatica a votare per qualcuno che non faccia parte della sua storia. Non credo però che gli elettori M5s si siano fatti guidare da indicazioni dall'alto, quindi da Grillo in questo caso. Penso che abbiano percepito agitazione nel proprio mondo, e questo li abbia demotivati".

Avs conferma il risultato delle europee

"Il Pd invece ha fatto molto bene, con il 28,4%. Anche facendo un confronto con il risultato delle elezioni europee, si vede che i dem sono andati su. Il risultato positivo è comunque il risultato della coalizione, Schlein sta investendo tutto su questo. Altro dato, di cui forse si parla poco, è la percentuale di Avs, che ha fatto il 6,17%, è andata bene, ha tenuto. Stiamo parlando di un partito non leaderistico, che era chiamato a una prova di conferma dopo le europee. In quel caso però molti dicevano che il risultato era stato influenzato dalla candidatura Salis, che era stata considerata trainante. In Liguria invece non c'erano candidature trainanti, per questo il risultato è particolarmente positivo".

Quanto ha pesato l'assenza di Renzi e Iv sulla sconfitta di Orlando?

"Lo sforzo che manca ancora al centrosinistra è quello di riuscire a creare un campo che coinvolga tutte le anime, chiudendo tutta la coalizione, come ha fatto il centrodestra. In Liguria alla fine Renzi e Italia viva sono stati tenuti fuori dal perimetro del campo largo. Quando si perde per così pochi voti di distacco tutto può essere determinante. Se ci fosse stato Renzi, che magari avrebbe preso il 2%, Orlando avrebbe vinto? Numericamente è facile dire di sì, ma è sempre sbagliato fare una semplice somma di voti. Se una sconfitta è di corta misura come in questo caso, non c'è una sola spiegazione che la racconti. Anche quei 5mila voti di Nicola Morra avrebbero potuto far vincere Orlando. Oppure avrebbero potuto essere determinanti i 5mila voti di Nicola Rollando".

Complessivamente il voto ha fotografato ancora una volta una situazione di bipolarismo: se è vero che il Pd è stato il primo partito, con il 28,4%, mentre Fdi ha ottenuto il 15%, è anche vero che la lista del presidente Bucci ha preso quasi il 10%, e dunque ha sottratto voti al partito della premier.

"La lista civica di solito viene fatta per raccogliere anche pezzi di elettorato che non si considerano né di destra né di sinistra, civici appunto. Ovviamente con una partecipazione così bassa è probabile che a votare ci siano andate persone che avevano già un orientamento politico. Ogni candidato è riuscito a mobilitare il proprio elettorato. Quindi le liste civiche hanno sì una loro autonomia, ma la lista di Bucci Presidente ha preso una buona parte dei propri consensi nell'elettorato di centrodestra e soprattutto di Fdi. Se sommiamo insieme i voti della lista civica e quelli del partito della premier, vediamo che dalle urne è emersa una situazione di bipolarismo. In questa elezione c'è stata una grande aggregazione: i due candidati principali hanno preso quasi tutti i voti, lasciando agli altri quasi il 4%, in totale. Ma anche all'interno dei due poli, centrodestra e centrosinistra, vediamo che i voti si sono concentrati per la gran parte su Pd e Fdi", ha osservato Gigliuto. "I terzi candidati funzionano un po' meglio o quando sono espressione di un partito grosso, o quando sono personalità con una storia politica importante, come Soru in Sardegna".

Affluenza molto al di sotto della soglia del 50%

In Liguria c'è stato comunque un forte astensionismo. L'affluenza definitiva è stata del 45,96%, un calo sensibile rispetto alla precedente tornata elettorale del 2020 (53,4%). La provincia ligure in cui si è registrata l'affluenza più alta è quella di Genova, con il 48,29%. Secondo Livio Gigliuto questo dato non sorprende: "È un trend di tutto l'Occidente, lo stiamo vedendo ormai da tempo, e si continua a confermare. Non si è trattata di una campagna elettorale molto coinvolgente per i liguri: la politica non sempre parla di temi di grande interesse per l'opinione pubblica, soprattutto di una parte, cioè periferie e giovani. Il calo dell'affluenza è una conseguenza", ha spiegato l'analista a Fanpage.it.

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