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Salvini vuole una commissione di inchiesta sulla pandemia e “sulle responsabilità di Speranza”

Nonostante le opinioni sul ministro della Salute siano praticamente le stesse (“incompetente e inadeguato”), Matteo Salvini e Giorgia Meloni non stanno sullo stesso fronte quando si parla di Roberto Speranza. La leader di FdI ha annunciato una mozione di sfiducia, ma Salvini non è d’accordo: “Le mozioni di sfiducia rafforzano chi le subisce. Invito le altre forze di centrodestra a chiedere, d’intesa con Renzi, la commissione d’inchiesta sulla pandemia che ci aiuterà a far luce sulle responsabilità, comprese quelle di Speranza”, ha detto aggiungendosi alla richiesta di Matteo Renzi.
A cura di Annalisa Girardi
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Matteo Salvini torna ad attaccare il ministro della Salute, Roberto Speranza, affermando che "se fa solo politica vedendo solo rosso e continuando a parlare di chiusure, chiusure, chiusure" non dovrebbe rimanere al suo posto. Alcuni giorni fa Giorgia Meloni, invece, aveva annunciato una mozione di sfiducia al titolare della Salute. Ma su questo Salvini non sarebbe d'accordo. Nonostante le opinioni sul ministro siano praticamente le stesse ("incompetente e inadeguato"), i due leader del centrodestra non stanno sullo stesso fronte: per il Carroccio, votare a favore della mozione, significherebbe sfiduciare un ministro del proprio governo e aprire uno scontro frontale all'interno della maggioranza.

Gli attacchi di Salvini a Speranza

Inoltre, i numeri per mandare a casa Speranza nemmeno ci sarebbero. "Le mozioni di sfiducia rafforzano chi le subisce. Invito le altre forze di centrodestra a chiedere, d'intesa con Renzi, la commissione  d'inchiesta sulla pandemia che ci aiuterà a far luce sulle responsabilità, comprese quelle di Speranza. Su questa i numeri ci sono", ha commentato Salvini.

"In commissione noi non abbiamo mai parlato di dimissioni. Meloni ha voluto metterci in imbarazzo, ma noi non facciamo battaglie ad personam", ha aggiungo Rossana Boldi, la vicepresidente leghista della commissione Affari sociali. Sottolineando che comunque il governo si sta muovendo in discontinuità da quello precedente, con Mario Draghi che ha accolto le richieste della Lega in merito alle riaperture.

Cosa ne pensa Mario Draghi

Il presidente del Consiglio, dal canto suo, nelle scorse settimane ha difeso più volte il ministro della Salute, sottolineando di averne grande stima e di aver insistito lui stesso perché ci fosse nel governo. "Le critiche al ministro Speranza non sono né fondate né giustificate, dovevano trovare pace fin dall'inizio, lo stimo e l'ho voluto io nel governo", ha commentato, ringraziandolo "per il lavoro che sta facendo, che precede e permette" di programmare le riaperture.

Le vicende che pesano sul ministero

Anche nella maggioranza, però, non mancano le tensioni. Matteo Renzi del resto, come ha ricordato Salvini, da tempo chiede una commissione d'inchiesta su come l'Italia ha gestito l'emergenza sanitaria. Agli attacchi diretti a Speranza si sommano una serie di vicende che riguardano il ministero: sono sotto indagine sia Ranieri Guerra, il direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della Sanità, per la questione del Piano pandemico, che l'ex commissario straordinario Domenico Arcuri, per quella dell'acquisto delle mascherine.

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