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Covid 19

Salvini contro l’app Immuni: “Io non scarico assolutamente nulla, manca garanzia totale su privacy”

Oggi è partita in quattro Regioni la sperimentazione della app Immuni, scaricabile, su base volontaria, sullo smartphone. Matteo Salvini ha espresso dubbi sulla privacy: “Gli italiani chiedono garanzia totale sulla protezione e la tutela della riservatezza dei loro dati: fino a che non ci sarà questa garanzia totale io non scarico assolutamente nulla”.
A cura di Annalisa Cangemi
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È partita oggi, in quattro Regioni, Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia, la sperimentazione della app Immuni, che consente di tracciare eventuali contatti con casi positivi. Dopo la prima fase sperimentale l'app sarà operativa anche su scala nazionale, dal prossimo 15 giugno. Immuni si serve della tecnologia Bluetooth dello smartphone, e permette di ripercorrere a ritroso tutti i contatti di una persona risultata positiva al Covid-19, così da poter rintracciare isolare tempestivamente altri potenziali contagiati.

Secondo la ministra per l'Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano, sarebbero già 2 milioni i cittadini che l'hanno già scaricata sul proprio cellulare. "L'App serve per notificare ai cittadini che sono stati esposti ad un rischio di contagio da Coronavirus è stata sviluppata nel massimo rispetto della privacy, garantisce l'anonimato, è gratuita e non prevede la geolocalizzazione. Consiglio di scaricarla – ha detto Pisano a "Uno Mattina"- è utile in questo momento di ripresa delle attività per muoversi in sicurezza, tutelare noi stessi e impedire la nascita di nuovi focolai". 

"Gli italiani chiedono garanzia totale sulla protezione e la tutela della riservatezza dei loro dati: quindi, fino a che non ci sarà questa garanzia totale io non scarico assolutamente nulla". A dirlo è Matteo Salvini, rispondendo a una domanda dei giornalisti a Osimo (Ancona). Le polemiche per i rischi per la privacy, derivanti dall'utilizzo dell'applicazione, che è scaricabile su base volontaria, hanno tenuto banco anche nei mesi scorsi, quando la proposta è stata lanciata. La app in questione ha però ricevuto il via libera anche da parte del Garante per la protezione dei dati personali, che ha autorizzato il ministero della Salute a disporre di questo strumento in funzione anti-contagio.

Non è necessaria una copertura del 60%

Come hanno spiegato molte autorità di salute pubblica nel mondo, per far funzionare questo strumento correttamente è necessaria una copertura del 60% della popolazione. Questo dato è però stato smentito da alcuni ricercatori di Oxford, gli stessi che avevano pubblicato lo studio da cui è stato preso il dato che è stato divulgato. Il modello matematico sviluppato dai ricercatori per calcolare l'efficacia delle app, hanno spiegato i ricercatori alla rivista, "mostra che hanno un effetto nel rallentare la pandemia a qualsiasi livello di copertura. Ci sono stati diversi errori nel riportare l'efficacia e la copertura necessaria che hanno suggerito che le app funzionano solo se scaricate dal 60% della popolazione, ma non è così". Dallo studio emerge che se l'80% degli utilizzatori di smartphone scaricassero la app, una percentuale che corrisponde appunto a circa il 60% della popolazione generale, questo strumento sarebbe sufficiente da solo a fermare l'epidemia, senza altre forme di intervento, come il contact tracing ‘manuale' o il distanziamento sociale, che invece diventano necessarie per coperture più basse. "Anche con numeri più  bassi – assicurano gli autori – abbiamo stimato una riduzione nel numero di casi e di morti per il coronavirus".

Quali sono i telefoni sui cui si può scaricare Immuni

L'applicazione è disponibile anche sugli smartphone prodotti da Huawei e dal brand collegato Honor. Gli ingegneri di Google hanno infatti risolto il problema tecnico che ha reso temporaneamente non disponibile l'app per il tracciamento dei contatti sui telefoni prodotti dal colosso cinese. La risoluzione del problema era iniziata lo scorso venerdì sera, quando Immuni era tornata scaricabile su alcuni modelli di smartphone Huawei. Attualmente, dunque, Immuni è scaricabile su tutti gli smartphone Huawei e Honor che poggiano sui servizi di Google. Ad essere esclusa resta una piccola percentuale di dispositivi che, invece, sono sprovvisti dei servizi e del negozio di applicazioni di Google, a causa del divieto deciso dall'amministrazione Trump. Si tratta di pochi modelli messi in commercio a partire dallo scorso autunno (Huawei Mate 30, P40, Serie Y, il pieghevole Mate Xs e Honor 9X Pro). Per questi telefoni, il sito web di Immuni spiega che gli sviluppatori sono al lavoro per rendere compatibile la app "al più presto".

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