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Salvini: “Con Draghi non parlo di Durigon, le mozioni di sfiducia mi preoccupano zero”

Il leader della Lega spiega di aver parlato con il presidente del Consiglio questa mattina al telefono, ma non del sottosegretario Durigon: “Non credo che Draghi abbia tra sue priorità i parchi di Latina, la storia ha già condannato fascismo e comunismo, quasi tutti gli estremismi, tranne quegli islamici”. E sull’Afghanistan sottolinea che bisogna “aiutare tutti i Paesi vicini ad accogliere chi scappa”, perché “prima di arrivare in Italia ci sono altri Paesi”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Continuano gli appuntamenti della campagna elettorale di Matteo Salvini a Roma, dove sostiene il candidato sindaco Michetti. Il leader della Lega oggi è arrivato a Casale Caletto, quartiere periferico della Capitale, e ha parlato della crisi afgana, ma anche della telefonata avuta questa mattina con il presidente Draghi: "L'ho sentito oggi, abbiamo parlato di Afghanistan, di salute e di lavoro – ha spiegato Salvini – Il pericolo terrorismo islamico rischia di entrarci in casa. Noi stiamo lavorando perché l'autunno non sia l'autunno caldo di cui si parla". Tra gli argomenti trattati dai due, però, non c'è stato il sottosegretario Durigon – già protagonista dell'inchiesta Follow the Money di Fanpage.it – né le mozioni di sfiducia per rimuoverlo dall'incarico: "Con Draghi non ho mai parlato di lui, non credo che Draghi abbia tra sue priorità i parchi di Latina". Con Claudio Durigon "stiamo lavorando alla nuova riforma delle pensioni, che interessa milioni di italiani".

Salvini ha commentato la polemica che si è scatenata sul sottosegretario leghista dopo le sue affermazioni su Mussolini a Latina, che hanno provocato le mozioni di sfiducia da parte del centrosinistra: "La storia ha già condannato fascismo e comunismo, quasi tutti gli estremismi, tranne quegli islamici – ha attaccato – Nel 99% dei casi nessuno ne ha nostalgia, anche se falce e martello su alcuni simboli di partito ci sono ancora". E proprio sulle mozioni di sfiducia il leader della Lega è lapidario: "Sono preoccupato zero".

Il segretario della Lega si è concentrato anche sul tema più importante di questi giorni: la situazione in Afghanistan. "Accogliere donne, bambini, interpreti e personale diplomatico, per carità di Dio – ha annunciato – L'Italia farà la sua parte, però penso che gli altri Paesi occidentali debbano fare la loro". Perciò "farci carico di chi rischia la vita in Afghanistan assolutamente sì", ma "bisogna aiutare tutti i Paesi vicini ad accogliere chi scappa". E ha puntualizzato: "Dall'Afghanistan a Roma è lunga, prima di arrivare in Italia ci sono altri Paesi". Poi ha colto l'occasione per attaccare l'ex presidente del Consiglio, ora leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte: "Spero che nessuno come lui pensi al dialogo con i talebani come fossero personcine perbene, i talebani erano e rimangono degli assassini". E infine ha rincarato la dose sul tema migranti: "I vaccinati nel continente africano sono il 2% della popolazione", quindi "portiamo in Italia persone che non solo non hanno green pass, ma proprio non hanno il vaccino e poi vanno in giro tranquillamente". Intanto il segretario della Lega è arrivato a Palazzo Chigi: dopo la telefonata di questa mattina, infatti, incontrerà il presidente Draghi.

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