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Ruby ter, Chiara Danese: “Bunga bunga mi ha rovinato la vita, ho subito anche violenze fisiche”

Chiara Danese, una delle testimoni chiave del processo Ruby ter, racconta quanto avvenuto ad Arcore, parlando del bunga bunga che le ha “rovinato la vita”: “Ho visto e subito una violenza psicologica e fisica”. E, in lacrime, racconta ancora: “Ho sofferto tanto, anche ora sono in cura e prendo dei farmaci”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Ha visto e subito violenze psicologiche e fisiche Chiara Danese, considerata una delle testimoni chiavi del caso Ruby. A raccontarlo in aula è lei stessa, parlando di una serata ad Arcore nel 2010: “Ho visto e subito una violenza psicologica e fisica”. E ammette ancora: “Ho sofferto tanto, anche ora sono in cura e prendo dei farmaci”. Piangendo in aula, Danese conferma quanto aveva già raccontato anni fa sul bunga bunga deponendo nel processo Ruby ter. Ai tempi Chiara Danese aveva 18 anni, oggi ne ha 27 e riporta la sua testimonianza su quanto avvenuto in quella serata.

Danese è considerata una testimone chiave dell’accusa insieme ad Ambra Battilana, che dovrà deporre in un’altra udienza. La testimone, rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, ha fornito molti dettagli di cui già aveva parlato nelle precedenti testimonianze durante i processi a carico di Silvio Berlusconi. Mentre proseguiva il suo racconto la giovane ha iniziato a piangere, tanto da portare i giudici a decidere di prendere una pausa. “Questa situazione mi ha rovinato la vita, sono stata vittima di bullismo, non potevo più uscire di casa dopo che il mio nome era finito su tutti i giornali, ho sofferto di depressione, di anoressia, e ancora oggi sono in cura, vivo in una realtà piccola e mi hanno affibbiato un'etichetta”, è la testimonianza della giovane.

Chiara Danese racconta cosa fa ora: “Ho ricominciato a studiare per trovarmi un lavoro e la mia famiglia mi sta aiutando”. Poi torna sul passato: “A 18 anni purtroppo non conoscevo Berlusconi, ero un po' ignorante, a me all'inizio Arcore sembrava solo un locale esclusivo di Milano”. Continuando si sofferma sulle “barzellette sconce” che Berlusconi avrebbe raccontato a cena e sulla “statuetta di Priapo” con la quale le ragazze “simulavano rapporti orali”. “Lo baciavano in bocca – dice riferendosi a Berlusconi – le ragazze lo chiamavano ‘papi', lui mentre ci accompagnava ci toccava dietro, a me e ad Ambra, io avevo paura”. Si passa, per concludere, alla descrizione di quanto avvenuto nella sala del bunga bunga: “C'erano balletti erotici davanti al palo, per le altre ragazze sembrava la normalità, arrivò la Minetti, ballò attorno al palo e si spogliò tutta e poi si fece baciare i seni da Berlusconi”.

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