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Riforma fiscale, come funziona il concordato preventivo per evitare i controlli del Fisco per due anni

Il concordato preventivo biennale permetterà alle partite Iva e alle piccole e medie imprese di mettersi d’accordo con l’Agenzia delle Entrate sulla quantità di tasse da pagare per i due anni successivi. In cambio del versamento, si eviteranno i controlli. Alla scadenza, l’accordo si potrà rinnovare per altri due anni.
A cura di Luca Pons
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Domani il Consiglio dei ministri discuterà un nuovo decreto legislativo che mette in atto parte della riforma fiscale. Al centro c'è il concordato preventivo biennale, una delle novità volute dal governo Meloni e approvate dal Parlamento ad agosto. In sostanza, le partite Iva e le piccole e medie imprese potranno mettersi d'accordo con l'Agenzia delle Entrate, stabilire quante tasse devono versare per i successivi due anni, e in questo modo evitare controlli in quel periodo. Scaduti i due anni, l'accordo si potrà rinnovare per un altro biennio.

Per tutti tranne che per le grandi aziende (che avranno un regime agevolato diverso, chiamato ‘cooperative compliance'), c'è quindi la possibilità di fare un patto per bloccare le tasse su un livello fisso. A guadagnarci sarà chi nei due anni successivi ha entrate maggiori del previsto, visto che pagherà meno tasse. Ma anche chi ha interesse a evitare controlli fiscali approfonditi. Una dinamica simile era già stata introdotta nel 2003 dal secondo governo Berlusconi.

Entro aprile 2024, l'Agenzia delle Entrate dovrà mettere a disposizione il modulo per chiedere di aderire al concordato preventivo biennale. La domanda andrà inoltrata da parte dell'azienda o partita Iva entro luglio 2024, mentre negli anni successivi la scadenza sarà a giugno. Come detto, alla fine del biennio l'accordo si potrà rinnovare: il Fisco può fare una nuova proposta, a cui il contribuente può aderire.

Non è l'unica novità per quanto riguarda il rapporto tra Entrate e contribuenti, che il governo Meloni ha detto più volte di voler semplificare e rendere più "amichevole" per le imprese puntando sulla "prevenzione" piuttosto che sulla "repressione" (al punto, secondo le opposizioni, di favorire l'evasione fiscale). Ci sarà anche una nuova possibilità nel caso di accertamenti. Innanzitutto sarà obbligatorio il dialogo, da parte dell'Agenzia delle Entrate, quando fa un accertamento e un eventuale verbale. In più, il contribuente potrà decidere di aderire e dialogare a sua volta. Mettendosi a disposizione del Fisco quando viene emesso un verbale, le sanzioni saranno dimezzate.

Due misure, infine, tentano di migliorare la lotta all'evasione fiscale. La prima prevede controlli più rapidi delle Entrate negli altri Paesi dell'Unione europea, grazie a verifiche simultanee e scambi di informazioni più rapidi. La seconda introduce l'utilizzo dell'intelligenza artificiale: le banche dati delle varie amministrazioni dello Stato dovranno essere più integrate, e proprio l'intelligenza artificiale potrà essere tra i mezzi per indicare i contribuenti che sono più a rischio di evasione, sempre nel rispetto della privacy.

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