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Ricoveri e terapie intensive, i dati Agenas: chi rischia la zona arancione e la zona rossa

I dati Agenas aggiornati Regione per Regione: se la situazione di ricoveri in terapia intensiva e area medica dovesse peggiorare ulteriormente, alcune Regioni potrebbero finire in zona rossa.
A cura di Susanna Picone
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Da lunedì 24 gennaio l’Italia si è colorata un po’ di più di arancione. Con l’ultima ordinanza firmata dal ministro Speranza dopo le indicazioni arrivate dal monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia sono diventate zona arancione a causa del superamento dei parametri fissati del 20% dei posti letto occupati da malati Covid in terapia intensiva e del 30% in area medica. Inoltre, sempre da lunedì sono diventate zona gialla (cambiando colore dal bianco) Puglia e Sardegna: entrambe le Regioni hanno superato il tetto del 10% in terapia intensiva e del 15% in area medica. Da questa settimana, dunque, la maggior parte delle Regioni italiane sono in zona gialla, un gruppo è in zona arancione e sempre meno in zona bianca. Per il momento, invece, non abbiamo ancora regioni in zona rossa, ma vediamo quali sono gli ultimi dati Agenas sull’occupazione delle terapie intensive Covid e aree mediche e dunque chi rischia ancora di cambiare colore. Sappiamo infatti che la fascia di colore dipende dalle percentuali di riempimento dei reparti ospedalieri e anche dall'incidenza che però è ormai fuori controllo praticamente ovunque già da settimane a causa della variante Omicron. Per quanto riguarda i colori, il passaggio in zona gialla avviene quando si superano rispettivamente 10% e 15% di ricoveri in terapia intensiva e in area medica, in zona arancione 20% e 30%, in zona rossa 30% e 40%.

Ricoveri e terapie intensive, i dati Agenas delle Regioni

Vediamo quali sono i dati su terapie intensive e ricoveri in area medica Regione per Regione secondo il portale Agenas, aggiornato a lunedì sera:

Abruzzo: 20% TI, 32% (+1) area medica;

Basilicata: 8% (+2) TI, 25% area medica;

Calabria: 16% TI, 40% area medica;

Campania: 12% TI, 31% area medica;

Emilia Romagna: 17% TI, 29% (+1) area medica;

Friuli Venezia Giulia: 22% TI, 36% (+1) area medica;

Lazio: 21% (-1) TI, 32% (+1) area medica;

Liguria: 18% TI, 40% (-1) area medica;

Lombardia: 15% TI, 33% (+1) area medica;

Marche: 21% TI, 29% (+1) area medica;

Molise: 5% TI, 11% (+1) area medica;

Bolzano: 17% (-1) TI, 22% (+1) area medica;

Trento: 27% (+1) TI, 28% (+1) area medica;

Piemonte: 24% (-1) TI, 31% area medica;

Puglia: 13% (-1) TI, 25% (+1) area medica;

Sardegna: 15% TI, 18% area medica;

Sicilia: 19% TI, 38% area medica;

Toscana: 22% (+1) TI, 27% (+1) area medica;

Umbria: 9% TI, 29% area medica;

Valle d’Aosta: 21% TI, 57% (+4) area medica;

Veneto: 17% (+1) TI, 24% (-1) area medica.

Chi rischia di cambiare colore

In zona bianca attualmente sono rimaste solo tre Regioni: Basilicata, Molise e Umbria. Quest’ultima ha dei dati sui ricoveri ormai vicini al giallo (9-29). Valori in peggioramento secondo i dati Agenas per l’Emilia Romagna (17-29) che si avvicina alla zona arancione. Il Lazio sarebbe già arancione guardando i dati degli ospedali (21-32) e rischiano il cambio colore anche Liguria e Marche. La Toscana, attualmente in giallo, ha valori sia per area medica che per terapia intensiva che vanno verso l’arancione. Per un eventuale passaggio in zona rossa è ancora a rischio la Valle d’Aosta che segna un 57% (in aumento di 4 punti percentuali) in area medica. Per le terapie intensive, la percentuale occupata è al momento del 21%. Anche la Calabria e la Liguria, solo per quanto riguarda l’occupazione dei reparti, sono al limite della zona rossa.

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