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Referendum, la Lega si divide: Giorgetti, Centinaio, Fontana e gli altri nel fronte del No

Dopo le polemiche tra i dem sulla linea da seguire per il voto sul referendum costituzionale, anche la Lega si trova a dover affrontare voci in contrasto rispetto a quella che è la direzione del leader Matteo Salvini. Che voterà a favore del taglio dei parlamentari, coerentemente con quanto fatto in passato. Ma intanto cresce il fronte del No all’interno del Carroccio: da Giancarlo Giorgetti ad Attilio Fontana e Gian Marco Centinaio, ecco tutti gli esponenti di spicco della Lega che voteranno No al referendum.
A cura di Annalisa Girardi
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Si avvicina il referendum per il taglio del numero di parlamentari. E i partiti fanno i conti con pareri contrastanti al loro interno. Dopo le polemiche tra i dem sulla linea da seguire, anche la Lega si trova a dover affrontare voci di dissenso rispetto a quella che è la direzione del leader Matteo Salvini. Che ha più volte sottolineato il suo voto a favore, coerentemente a quanto sostenuto in Parlamento. Ma sul referendum costituzionale il segretario del Carroccio sa bene che si gioca anche un'altra partita, quella della stabilità del governo giallorosso. E quindi lascia spazio senza troppi problemi ai No che stanno spuntando tra le fila della Lega.

Giancarlo Giorgetti contro il taglio dei parlamentari

Anche di un certo spessore e pronunciati da alcuni esponenti di spicco del partito di via Bellerio. Come Giancarlo Giorgetti, che dopo aver votato il via libera in Aula circa un anno fa, afferma ora di essere intenzionato a votare "convintamente" in modo contrario, spiegando i pericoli in cui si incorrerebbe approvando la riforma e dicendosi deciso a non fare "un favore al governo". E Salvini: "Noi non siamo una caserma, se qualcuno vuole votare in modo diverso lo faccia". In un'intervista con Fanpage.it il leader della Lega, commentando proprio le parole di Giorgetti, ha spiegato: "La posizione della Lega è per il Sì, io sono convinto che il Parlamento possa funzionare anche con 300 parlamentari in meno anche perché ci sono parecchi parlamentari che non sanno nemmeno di essere al mondo, e quindi ho votato Sì quattro volte e voterò Sì anche la quinta volta. Non voglio fare il Renzi qualunque che vota No tre volte, poi Sì perché nel frattempo è andato al governo coi Cinque Stelle. Poi il referendum è il trionfo della democrazia: in Lega c’è qualcuno che pensa che il solo taglio dei parlamentari senza altre riforme – federale, presidenziale – non serva a velocizzare, non essendo in caserma, non gli mando la lettera di richiamo, né mi offendo".

Attilio Fontana: "Penso proprio di votare No"

Da un lato, quindi, Salvini si mostra coerente e resta sulla sua posizione a favore del taglio dei parlamentari, sostenuta anche quando c'era la Lega al governo con i pentastellati. Dall'altro, però, lascia che diversi esponenti del Carroccio facciano campagna per il No, consapevole che una vittoria di questa posizione potrebbe avvantaggiare l'opposizione.

Giorgetti non è l'unico leghista ad essersi espresso pubblicamente per il No. Anche il governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha detto che pensa "proprio di votare No". Spiegando: "Io sono preoccupato quando si fanno delle modifiche costituzionali con degli strappi, perché si rischia poi di creare un vulnus in un'altra parte della Costituzione". E pure Roberto Castelli, ex ministro della Giustizia leghista, si schiera contro il taglio dei parlamentari: "Voto no tutta la vita", afferma. Per poi spiegare, riferendosi direttamente a Salvini: "Lui deve essere coerente e per questo voterà Sì, ma io credo che l'80% dei nostri elettori voterà No".

Cresce il fronte del No nella Lega

Claudio Borghi già diverse settimane fa si era espresso contro il taglio dei parlamentari, affermando che il "Sì delegittima la politica". Borghi aveva ricordato di essersi sempre espresso in modo contrario: "Ho sempre detto che delegittimare i rappresentanti dei cittadini da parte dei cittadini non era una buona idea". Per poi sottolineare come votare No al referendum potrebbe anche fare cadere il governo: "Sono convinto che la vittoria del No farebbe cadere questo governo e rappresenterebbe la fine di una stagione, iniziata nel ’92, di delegittimazione della politica a favore della tecnocrazia".

Infine, anche l'ex ministro dell'Agricoltura, Gian Marco Centinaio, si è espresso per il No: "Io voterò no. Non ho partecipato a nessuna votazione in Aula per non mettere in imbarazzo i colleghi e il partito. Sono fermamente convinto che questa non sia la riforma giusta della nostra Costituzione". Centinaio ha anche detto di essere sicuro di "non creare imbarazzo a Salvini" per il suo voto contrario e si è detto sicuro che "non ci sarà nessun problema neanche per la tenuta della coalizione di centrodestra". E al fronte del No negli ultimi giorni si sono aggiunti anche il segretario lombardo Paolo Grimoldi, i deputati Gugliemo Picchi e Massimiliano Capitanio e infine l'ex sottosegretario Armando Siri.

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