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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Reddito di cittadinanza, obbligo di accettare il lavoro solo se salario è almeno 858 euro

Un emendamento al decretone, approvato in commissione Lavoro al Senato, stabilisce quando si può ritenere economicamente congrua un’offerta di lavoro ricevuta dai beneficiari del reddito di cittadinanza. Chi usufruisce della misura sarà obbligato ad accettare un lavoro (al massimo alla terza offerta) in cui il salario minimo è di 858 euro mensili.
A cura di Stefano Rizzuti
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Uno dei paletti posti dal governo per evitare che il reddito di cittadinanza diventi una misura assistenzialista e di lunga durata, è stato quello delle tre offerte congrue di lavoro che il beneficiario non potrà rifiutare. Uno dei nodi irrisolti, però, è stato finora il concetto di offerta congrua. Un emendamento del Movimento 5 Stelle approvato in commissione Lavoro al Senato inizia a fare chiarezza su uno dei criteri per cui l’offerta può essere ritenuta congrua, un criterio strettamente economico. L’obbligo di accettare l’offerta di lavoro scatterà infatti solamente se il salario sarà di almeno 858 euro al mese. Nel testo si precisa che l’offerta può essere ritenuta congrua solamente nel caso in cui la retribuzione sia “superiore di almeno il 10% del beneficio massimo fruibile da un solo individuo, inclusivo della componente ad integrazione del reddito dei nuclei residenti in abitazioni in locazione”. Il calcolo che va fatto parte quindi dai 780 euro, la cifra che un beneficiario single può ricevere nel caso in cui sia in affitto: numero che si forma sommando i 500 euro di reddito vero e proprio e di 280 di componente derivante proprio dall’aiuto per l’affitto.

Il criterio economico varrà “esclusivamente nel caso di beneficiari di reddito di cittadinanza e nel caso di contratto a tempo pieno”. Nel caso in cui il contratto non sia full time ma a tempo parziale, il parametro economico dovrà essere calcolato sul parametro orario sulla base delle retribuzioni minime previste dai contratti collettivi nazionali della categoria di riferimento. Intanto il governo ha preparato alcuni emendamenti in vista dell’esame del decreto su reddito di cittadinanza e quota 100 nell’Aula del Senato. La nuova norma, che verrà votata nei prossimi giorni, prevede che lo Stato possa controllare solamente “gli importi complessivamente spesi e prelevati” dalla card del reddito di cittadinanza, la tessera che verrà fornita a ogni beneficiario. Questa norma ha l’obiettivo di recepire le obiezioni mosse dal Garante della privacy, poiché nella versione attuale del testo lo Stato ha la possibilità di verificare ogni singola spesa effettuata con la tessera.

Quota 100, anticipo Tfs alzato a 45mila euro

Altra novità introdotta nel decretone riguarda la quota 100 e soprattutto le pensioni. Il tetto per ottenere l’anticipo del Trattamento di fine servizio per i dipendenti statali passa, infatti, da 30mila a 45mila euro. Un emendamento approvato in commissione Lavoro del Senato innalza il tetto della cifra che è possibile anticipare attraverso un finanziamento bancario. Questa quota anticipata può essere richiesta anche da chi andrà in pensione con le vecchie regole e non con la quota 100. “Lo avevamo detto e abbiamo mantenuto l’impegno”, rivendica su Twitter il ministro per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno.

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