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Reddito di cittadinanza, Di Maio a Renzi: “Attacchi me, lasci in pace chi non arriva a fine mese”

Scontro Di Miao-Renzi sul reddito di cittadinanza. Il ministro degli Esteri replica al leader di Italia viva, senza citarlo: “Mi rivolgo a chi è in malafede, a chi pensa solo alla propria propaganda: volete attaccare qualcuno? Bene, attaccate pure me, ma lasciate in pace chi non riesce neanche ad arrivare alla fine del mese”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Botta e risposta a distanza tra il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il leader di Italia viva Matteo Renzi sul reddito di cittadinanza. L'occasione nasce dallo scontro che si sta consumando nella maggioranza sulla governance del Recovery fund. L'ex premier Matteo Renzi, contrario allo schema di task force proposto dal presidente del Consiglio Conte, ha rilasciato oggi un'intervista a ‘la Repubblica', in cui spiegava che Italia viva non avrebbe votato a favore della cabina di regia chiamata a gestire i 209 miliardi del Next Generation Eu destinati all'Italia.

"La task force? Del merito non sappiamo niente. Sul metodo siamo contrari. Questo modo di fare non è solo sprezzante: è sbagliato. Noi siamo contrari a sovrastrutture di centinaia di consulenti che stanno al Recovery Fund come i navigator stanno al reddito di cittadinanza. Il futuro dell'Italia dei prossimi vent'anni non lo scrivono Conte e Casalino nottetempo in uno stanzino di Palazzo Chigi". Ha detto Renzi. "Spero che il premier si fermi prima di mettere ai voti una scelta non condivisa". Il voto sulla governance dovrebbe slittare a mercoledì sera, quando si terrà un nuovo Cdm, e Renzi ha assicurato che in ogni caso non si aprirà una crisi di governo.

Ma il paragone con il reddito di cittadinanza non è piaciuto al M5s. Il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio ha replicato su Facebook, senza mai nominare Renzi: "Surreale dover difendere ogni giorno il reddito di cittadinanza". In un post sl'ex capo politico del Movimento difende così il sussidio: "Leggiamo e sentiamo quotidianamente critiche a questa misura, che oggi dà sostegno a oltre 3 milioni di persone in povertà".

"I giornali e non solo criticano il reddito dicendo che c'è bisogno di lavoro; grazie, lo sappiamo tutti che c'è bisogno di lavoro, sono decenni che c'è  bisogno di lavoro, allora con questo discorso critichiamo pure le pensioni di invalidità, visto che alle persone invalide non va garantita solo una pensione ma anche l'assistenza dello Stato a 360 gradi. Che ragionamento illogico ed ipocrita", prosegue il titolare della Farnesina.

"Lo stesso vale per i furbetti, sembra che siano spuntati fuori con il reddito, mentre da sempre ci sono persone disoneste che abusano degli strumenti di sostegno offerti dallo Stato. E poi il tema dei controlli, come se spettasse al governo farli. Allora che facciamo, non si fa più nessuna legge perché tanto poi c'è chi non la rispetta?", osserva Di Maio. "La politica non può voltare le spalle alle persone che soffrono: abbiamo il dovere di aiutare chi ha bisogno, ma ogni giorno ci ritroviamo a combattere anche contro chi denigra questa legge di civiltà. Siamo stanchi. Mi rivolgo a chi è in malafede, a chi pensa solo alla propria propaganda: volete attaccare qualcuno? Bene, attaccate pure me, ma lasciate in pace chi non riesce neanche ad arrivare alla fine del mese. Abbiate rispetto del dolore e mettetevi una mano sulla coscienza", conclude il ministro.

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