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Maggioranza spaccata su Recovery fund e Mes: corsa contro il tempo per trovare i voti in Parlamento

È iniziata in ritardo la riunione del Consiglio dei ministri sul Recovery Plan. Oggi però dovrebbe arrivare il via libera solo alla bozza dello schema di aggiornamento del piano. Per la governance, su cui si registra il dissenso di Italia Viva, si prevede un nuovo Cdm mercoledì sera, giorno in cui è atteso il voto sul Mes, decisivo per la tenuta della maggioranza.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il Consiglio dei ministri previsto per le ore 9 di questa mattina è stato spostato alle 11. Poi è iniziato poco prima delle 13. All'ordine del giorno la cabina di regia per gestire i 209 miliardi del Recovery fund.

Sul tavolo, oltre alla governance, ci sono anche i progetti del Piano di resilienza e rilancio. E lo scontro nella maggioranza si accende proprio sulla cabina di regia chiamata a gestire le risorse: "Ho ricevuto alle 2 di stanotte un testo, senza avere il tempo di un approfondimento puntuale. Una pratica inaccettabile e discutibilissima, soprattutto se è in gioco il futuro del Paese. Equivale a chiedere di votare al buio. Italia Viva non lo ritiene possibile", ha detto Teresa Bellanova, capo delegazione di Italia viva al governo, prima di entrare a Palazzo Chigi. "209 miliardi non sono un fatto privato", ha dichiarato la ministra dell'Agricoltura. Al vertice di maggioranza di ieri sera si è registrato il primo strappo: per Iv hanno partecipato sia Maria Elena Boschi sia Ettore Rosato, ma hanno abbandonato la riunione prima della fine.

Alla fine, dunque, potrebbe e esserci un doppio Cdm: oggi, spiegano fonti dell'esecutivo, il governo potrebbe dare il via libera alla bozza dello schema di aggiornamento del piano, cioè la strutturazione in missioni, componenti e progetti. Mentre per approvare la governance potrebbe essere convocato un nuovo Cdm per mercoledì sera.

Ma proprio mercoledì 9 sarà una giornata delicatissima per gli equilibri del governo: è atteso infatti il dibattito sulla riforma del Mes nei due rami del Parlamento. Per cui il Consiglio dei ministro, fissato per le 20. Il presidente del Consiglio Conte si è detto certo che il suo governo non cadrà sulla riforma del Fondo Salva-Stati, anche se un gruppo folto di dissidenti grillini è sul piede di guerra. Il M5S sta lavorando ad una risoluzione autonoma e pare che i firmatari siano una quarantina di senatori. Anche se il reggente del Movimento, Vito Crimi, assicura che "verrà trovata una sintesi, a noi basta che si dica che non prenderemo i 37 miliardi per le spese sanitarie, sul resto si può guardare avanti". I dissidenti chiedono che nella risoluzione che conterrà le comunicazioni del premier Conte in vista del prossimo Consiglio europeo sia incluso anche il rinvio della riforma. Renzi intanto ha tirato una bordata, dichiarando che il premier dovrebbe dimettersi se il governo dovesse andare sotto in Aula.

Renzi contro la task force sul Recovery fund

Renzi contesta la formula della task force scelta dal premier Conte per il Recovery Fund, e ribadisce che i suoi non voteremo documenti al buio: "È l’ultima occasione che abbiamo per progettare il futuro del nostro Paese. Penso che la maggioranza debba fare una riflessione seria su cosa fare e su come farlo. A luglio ho chiesto pubblicamente a Conte, in aula, di avere un dibattito parlamentare su questo tema, anche utilizzando agosto se necessario. Per mesi abbiamo ricevuto solo silenzio e task force. Poi all’improvviso, dopo tante dirette Facebook, in una intervista al direttore di Repubblica il premier comunica agli italiani che è tutto già pronto e che ci saranno dei tecnici a gestire il tutto", ha detto il leader di Iv in un'intervista a ‘Repubblica'.

"Del merito non sappiamo niente. Sul metodo siamo contrari. Questo modo di fare non è solo sprezzante: è sbagliato. Noi siamo contrari a sovrastrutture di centinaia di consulenti che stanno al Recovery Fund come i navigator stanno al reddito di cittadinanza. Il futuro dell’Italia dei prossimi vent’anni non lo scrivono Conte e Casalino nottetempo in uno stanzino di Palazzo Chigi", aggiunge. Quindi in Consiglio dei ministri Bellanova e Bonetti voteranno contro la proposta di governance avanzata da Conte? "Spero che il premier si fermi prima di mettere ai voti una scelta non condivisa".

M5s replica a Renzi

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio risponde a Renzi, senza citarlo, dicendo che "sembra quasi surreale dover difendere ogni giorno il reddito di cittadinanza. Leggiamo e sentiamo quotidianamente critiche a questa misura, che oggi dà sostegno a oltre 3 milioni di persone in povertà. Giornali e non solo criticano il reddito dicendo che c'è bisogno di lavoro; grazie, lo sappiamo tutti che c'è bisogno di lavoro, sono decenni che c'è bisogno di lavoro, allora con questo discorso critichiamo pure le pensioni di invalidita', visto che alle persone invalide non va garantita solo una pensione ma anche l'assistenza dello Stato a 360 gradi. Che ragionamento illogico ed ipocrita…".

"Un paragone inopportuno e fuori contesto. Cosa c'entra la task force per il Recovery Fund con i navigator e il Reddito di cittadinanza? Se l'obiettivo del senatore Renzi era sorprendere con un sillogismo, gli consigliamo vivamente un puntuale ripasso, per non dire un approfondimento, dei fondamenti della logica aristotelica". Lo affermano in una nota i senatori del M5s in commissione Lavoro di palazzo Madama. "Quanto al Reddito di cittadinanza – proseguono – ci limitiamo a sottolineare un fatto senza timore di smentita: in questa pandemia, senza il reddito di cittadinanza la crisi che stiamo vivendo avrebbe avuto un impatto drammatico per oltre 3 milioni di cittadini. Ha fatto da scudo al rischio di tensioni sociali. Il senatore Renzi lo tenga bene a mente, quando ne parla", concludono i senatori pentastellati.

Anche gli altri esponenti di Iv sostengono il no alla task force. Il presidente dei senatori di Italia viva Davide Faraone parla di "dossier fantasma": "Fin qui si è governato con i Dpcm, oggi si vuole commissariare anche il Cdm, tra l'altro composto, secondo chi lo guida, dai migliori ministri del mondo, con una struttura e un piano di interventi che non abbiamo nemmeno visto. L'auspicio è che Conte freni e riveda le sue posizioni", ha aggiunto.

Faraone ha inoltre evidenziato che "questa notte le ministre di Italia Viva hanno ricevuto la bozza quando era quasi l'una per un provvedimento che avrebbero dovuto votare questa mattina alle 9 in Cdm: ma vi pare possibile che la struttura della task force che dovrebbe gestire il più imponente capitolo di investimenti dal dopoguerra sia tenuta all'oscuro a noi che siamo forza di maggioranza? Vi pare possibile che il Recovery sia un dossier fantasma e che a tutta una serie di realtà, dal parlamento, dai presidenti di regione ai sindacati alle forze sociali ,resti ignoto ? Si vuole inserire tutto in legge di bilancio tra Natale e capodanno: una follia. Il paese lo dobbiamo mettere in sicurezza ma c'è un percorso istituzionale e un coinvolgimento necessario delle parti sociali che va rispettato e di cui il premier deve rispondere in prima persona".

Si tratta a oltranza per il Mes

Continua la trattativa nella maggioranza, quando mancano appena 48 ore al voto in Aula sulla riforma del Mes. Il Parlamento è chiamato a votare la risoluzione sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Conte in vista del prossimo Consiglio europeo. Anche se è improbabile che non si trovi una quadra per tenere in piedi l'esecutivo, nel M5s si prova a evitare la rottura. Si è tenuta ieri in via telematica, una riunione dei capigruppo M5S nelle Commissioni di Camera e Senato, ma non sembra ci siano stati passi avanti.

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