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Reddito di cittadinanza, D’Alema: “Giusta esigenza, ma non bastano le buone intenzioni”

Durante la trasmissione Agorà in onda su Rai Tre, Massimo D’Alema in un’intervista spiega il suo punto di vista riguardo al reddito di cittadinanza. “Le buone intenzioni le hanno tutti, però poi le cose bisogna saperle fare e secondo me loro non sanno farle” ha dichiarato l’ex Presidente del Consiglio.
A cura di Chiara Caraboni
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Le intenzioni sono giuste, ma riusciranno a realizzarlo in modo efficiente?” È l’interrogativo che si pone Massimo D’Alema riguardo al reddito di cittadinanza e più in generale alle manovre presentate da Movimento 5 Stelle e Lega. Durante un’intervista ad Agorà su Rai Tre infatti, lo storico esponente di sinistra ha messo in discussione il metodo di lavoro del Governo Conte, soprattutto in merito alla possibilità di attuare il tanto discusso reddito di cittadinanza in modo funzionale sia per i cittadini che per il Paese.

Secondo l’ex Presidente del Consiglio, infatti, il problema non sono le buone intenzioni, che riconosce e che secondo lui "tutti hanno", ma il “saper fare”. E sottolineando la sua mancanza di fiducia in chi al momento è al potere: “Questi ho l’impressione che non sappiano fare”. Il problema quindi, secondo D’Alema, è proprio il metodo: prima di tutto, ha spiegato, sarebbe necessaria una riforma dei centri per l’impiego, essenziale per istituire un reddito di cittadinanza efficace. Inoltre, ha dichiarato di non riconoscere un vero problema nelle Istituzioni europee: “I dettami dell’Unione Europea non sono mai stati un problema a mio avviso” ha detto, spiegando poi che la questione è la sostenibilità del debito pubblico per un Paese difficile come l’Italia, che risulta avere il debito pubblico pari al 132%. “Il problema è italiano, non europeo”, ha detto, spiegando che quella di andare contro i moniti dell'Ue non è né una strategia di destra né di sinistra.

Proprio riallacciandosi alla domanda e riferendosi al ruolo della sinistra nella politica, l'ex presidente del Consiglio ha detto che “la sinistra vince dove fa la sinistra”. E ha poi aggiunto che questa può continuare a mantenere la sua identità solamente se persiste il rapporto tra la forza politica e il popolo: la sinistra, secondo l'ex premier, deve saper portare avanti il ruolo di rappresentante degli interessi dei cittadini e delle loro speranze nelle istituzioni politiche.

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