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Rapporto Cerved, nel 2021 la metà delle famiglie italiane ha rinunciato alle prestazioni sanitarie

È un dato, quello contenuto nel Bilancio di welfare delle famiglie italiane presentato dal Cerved, che segna un aumento del 9,4% rispetto al 2018: l’anno scorso oltre la metà delle famiglie italiane ha rinunciato alle prestazioni sanitarie per problemi economici, ma anche indisponibilità del servizio o inadeguatezza dell’offerta.
A cura di Annalisa Girardi
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L'anno scorso una famiglia su due (il 50,2% del totale) ha rinunciato alle prestazioni mediche. È un dato, quello contenuto nel Bilancio di welfare delle famiglie italiane presentato dal Cerved, che segna un aumento del 9,4% rispetto al 2018. Tra le cause dietro le rinunce si individuano problemi economici, ma anche indisponibilità del servizio o inadeguatezza dell'offerta. Al tempo stesso, però, la spesa sul welfare per le famiglie, nel 2021 pari a 136,6 miliardi di euro (cioè il 7,8% del Pil) ha visto un aumento alle voci di spesa per salute, assistenza agli anziani e istruzione. Sono invece diminuite quelle dedicate all'assistenza dei bambini, all'assistenza familiare, alla cultura e al tempo libero.

Il nuovo rapporto del Cerved è stato presentato a Roma, alla presenza anche di alcuni esponenti delle istituzioni come la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti. Che, commentando i dati sulle rinunce delle famiglie alle prestazioni sanitarie, ha detto: "Su questo il governo è impegnato con una visione chiara e di prospettiva: sostegno alle famiglie, rimozione delle diseguaglianze, investimento nelle donne e nei giovani. Con il Family act a partire dall'assegno unico e universale e in accompagnamento del Pnrr, con la prima Strategia nazionale per la parità di genere".

L'amministratore delegato del Cerved, Andrea Mignanelli, durante la presentazione del rapporto ha sottolineato come "l'industria del welfare è un settore trainante per la crescita del Paese. Ai 136,6 miliardi di spesa delle famiglie si aggiungono 21,2 miliardi del welfare aziendale e collettivo, per un valore pari al 9% del Pil". E per questa ragione, ha aggiunto, "gli investimenti pubblici e privati sono decisivi per rinnovare il nostro sistema di welfare, generando nuovi modelli di servizio capaci di rispondere alla domanda delle famiglie". Domanda che, come mostrano i dati, continua a crescere nonostante non sempre l'offerta si riveli adeguata. È proprio questo gap che bisognerà provare a colmare in futuro.

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