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Raffaele Cantone sarà il nuovo procuratore di Perugia, ma il Csm si spacca sulla nomina

L’ex presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, è stato scelto come nuovo procuratore di Perugia: si occuperà, quindi, dell’inchiesta sul pm romano Luca Palamara. Sulla nomina il plenum del Csm si è spaccato, con una polemica sulla scelta di Cantone sollevata soprattutto da Nino Di Matteo.
A cura di Stefano Rizzuti
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Sarà Raffaele Cantone, ex presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, il nuovo procuratore di Perugia. Una scelta su cui il plenum del Csm si è diviso, considerando anche il ruolo che questa procura avrà nell’inchiesta sul pm romano Luca Palamara, in quanto titolare di questa indagine. La minoranza del plenum ha votato per Luca Masini, procuratore aggiunto a Salerno: Masini ha ottenuto 8 voti, Cantone 12. Secondo la riforma del Csm che vorrebbe il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, la nomina di Cantone sarebbe impossibile, poiché una norma vieterebbe a chi è stato fuori ruolo di candidarsi a incarichi direttivi per due anni.

Per quanto riguarda la votazione, per Cantone sai sono espresse le toghe progressiste di Area e i laici di tutto lo schieramento politico: è la prima volta che accade in questo Csm. Il candidato di minoranza, invece, era sostenuto da Autonomia e Indipendenza e da Magistratura indipendente. Si sono astenuti gli esponenti di Unità per la Costituzione. Durante il dibattito sulla nomina del procuratore di Perugia si è discusso anche dell’inchiesta su Palamara, con Mario Surano (presidente della commissione Direttivi) che ritiene non si possa dubitare dell’indipendenza di Cantone: “Dalle chat vediamo che Cantone non doveva andare a Perugia secondo persone vicine al presidente del Consiglio che lo nominò all’Anac”.

Secondo Nino Di Matteo, però, l’inchiesta di Perugia sarebbe un ostacolo alla nomina di Cantone: “Ha ricoperto un incarico prestigioso di natura politica”, considerando che la nomina alla presidenza dell'Anac è stata decisa da una delibera del Consiglio dei ministri. Quindi Di Matteo prosegue: “È per questo che non è opportuno che Cantone vada a dirigere proprio quella procura competente sui magistrati in servizio a Roma e su ipotesi di reato che possono riguardare a vario titolo politici o ambienti di potere romano inevitabilmente vicini e connessi a quella stessa compagine politica che fu decisiva nella nomina di Cantone”.

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