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Elezione del Presidente della Repubblica 2022

Quirinale, giorno due: nessuna intesa tra i partiti, ancora pioggia di schede bianche

Come il primo scrutinio, anche il secondo giorno di votazioni per l’elezione del presidente della Repubblica si è concluso con un nulla di fatto: i principali partiti hanno votato scheda bianca, mentre continuano a cercare un accordo.
A cura di Annalisa Girardi
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Terminato anche il secondo giorno di votazioni per l'elezione del presidente della Repubblica. E come il primo scrutinio, anche il secondo si è concluso con un nulla di fatto: i principali partiti hanno votato scheda bianca, mentre continuano a cercare un accordo. Le schede bianche sono state, per la precisione, 527: i più votati sono stati, con 39 preferenze ciascuno, Paolo Maddalena e Sergio Mattarella.

Oggi il centrodestra ha messo sul tavolo una rosa di tre nomi per il Quirinale: Letizia Moratti, Marcello Pera e Carlo Nordio. Sia Enrico Letta che Giuseppe Conte si sono detti disponibili a valutare queste figure: "Sono nomi di qualità, sicuramente li valuteremo senza pregiudiziali", ha sottolineato il segretario del Partito democratico. "Non diamo patenti di legittimità alle forze politica, lo fanno i cittadini. Le forze di centrodestra hanno il diritto ed il dovere di presentare proposte. Le valuteremo ma la premessa è che nessuno può vantare un diritto di prelazione", ha precisato il presidente del Movimento Cinque Stelle.

Rimane sempre l'incognita di Mario Draghi al Quirinale. "Il mio ruolo è difendere Draghi? Non è difendere il destino dei singoli, ma l'interesse nazionale, l'interesse del Paese e dei cittadini il nostro percorso è molto lineare perché M5s parla ai cittadini in modo trasparente. Stiamo affrontando questo Paese con l'obiettivo di difendere l'interesse nazionale", ha proseguito Conte parlando con i giornalisti. Per poi aggiungere: "Un anno fa ci siamo predisposti a un perimetro di maggioranza non certo confortevole. Oggi secondo noi se abbiamo affidato a un timoniere questa nave in difficoltà non ci sono le condizioni perché si possano fermare i motori, cambiare equipaggio o chiedere al timoniere un altro incarico".

Anche Matteo Salvini, parlando con i giornalisti prima di entrare alla Camera, ha commentato: "Draghi è a Chigi e lavora bene a Chigi". E ancora: "Con Draghi non parlo di poltrone e ministeri, ma di vita reale. Se tutti vanno avanti con lo stesso spirito, si sceglie un nome e poi si torna a occuparsi di tutto il resto".

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