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Elezione del Presidente della Repubblica 2022

Quirinale, Berlusconi ostinato va fino in fondo: “Se alleati mi sostengono i voti escono”

Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi continua a lavorare per raggiungere il suo obiettivo: diventare il prossimo Presidente della Repubblica.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo la candidatura ufficiale da parte di tutta la coalizione Berlusconi è sempre più convinto di potercela fare per il Quirinale. Dal vertice di Villa Grande è uscito il suo nome, con la richiesta esplicita di sciogliere la riserva. E come ha confermato anche Vittorio Sgarbi, prosegue l'attività di scouting, nonostante Pd e M5s stiano continuando a chiedere al centrodestra di eliminare dal tavolo il nome del Cavaliere, condizione imprescindibile per trovare un accordo tra tutte le forze politiche.

"Se tutto il centrodestra mi sostiene, i voti poi usciranno…", è questo il ragionamento del leader di Forza Italia, secondo quanto apprende l'Adnkronos, dopo la riunione venerdì scorso, durante la quale ha incassato il sostegno di Salvini e Meloni.

La cosiddetta ‘operazione scoiattolo' poggia su una convinzione: Berlusconi pensa di poter essere eletto alla quarta votazione (sulla carta sono 450 i grandi elettori della coalizione). Nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per essere eletti è pari ai due terzi dei componenti dell'Assemblea, in questi caso 673 voti. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basta la maggioranza assoluta dei componenti dell'Assemblea, pari a 505 voti. Per questo ogni voto in più è determinante.

Il leader di Rinascimento e sindaco di Sutri, Vittorio Sgarbi, ha illustrato in un'intervista al ‘Corriere della Sera' il suo metodo, che consiste nel chiamare uno ad uno tutti i parlamentari: "Ci sono 110 anime perse che appartengono al gruppo Misto, più una trentina di Cinquestelle più che spaesati. In totale fa 140". Sgarbi si è offerto di fare da intermediario tra i ‘peones' e il Cavaliere: "Una telefonata nella quale il deputato o il senatore chiacchiera per la prima volta con Berlusconi".

Nelle telefonate non si parla esplicitamente di Quirinale, ma il Cavaliere "declina la sua visione di Europa, invoca un'Unione europea con un esercito e una politica militare. E poi alla fine c'è la giusta lusinga: ‘So che sei un deputato molto attivo, mi farebbe piacere conoscerti'". Sgarbi assicura di aver raccolto tra i 12 e 15 parlamentari: "Me ne mancano 65" e fra questi "vuoi che non riesca a intercettare almeno 25 voti?". Berlusconi invece "deve chiamare personalmente i vertici, Letta, Renzi, Conte. Ma sono i singoli, soprattutto quelli senza casa, che votano e che sono lusingati dalla sua attenzione".

Non tutti però sono convinti che il progetto dell'ex premier vada in porto. Lo dice apertamente il leader di ‘Coraggio Italia', Giovanni Toti: "Non sono accettabili veti su Berlusconi, sarà lui a dirci se intende candidarsi, se ci sono i numeri. Ma a Silvio dico: un uomo come lui non può esporsi a una brutta figura".

Se le cose non dovessero andare secondo i piani Berlusconi ha dichiarato di essere anche pronto a uscire dalla maggioranza, nel caso in cui per il Colle venisse designato Draghi. Un nuovo vertice nella residenza romana del Cavaliere dovrebbe essere convocato per venerdì prossimo.

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