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Elezione del Presidente della Repubblica 2022

Quirinale, anche Conte vuole Draghi a Palazzo Chigi fino al 2023: “Su Colle dialogo pure con destra”

Secondo il leader del M5s Giuseppe Conte è auspicabile che si vada a votare non prima del 2023: “Noi 5 Stelle lavoreremo perché la legislatura arrivi a scadenza naturale”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Per il leader del M5s Giuseppe Conte è auspicabile che si voti nel 2023. E per l'elezione del prossimo Presidente della Repubblica ha detto che bisogna dialogare con tutti anche con la destra.

Per il Quirinale secondo l'ex premier "Il modo più corretto è un confronto nelle forze politiche, nei gruppi parlamentari. Non c’è dubbio. Ma poi serve il confronto tra gruppi e tra forze politiche. Esistono un’area progressista e un’area di destra. Ma quando si ragiona per scegliere la figura che garantisca l’unità del Paese e rappresenti felicemente tutti gli italiani, allora c’è uno sforzo da fare, bisogna uscire dallo steccato dell’alleanza precostituita, dialogare anche con le forze di centrodestra e di destra. Si deve trovare una persona di grande profilo morale e autorevolezza che possa guidarci per i prossimi 7 anni", ha detto in un'intervista al Corriere della Sera.

Su un'eventuale candidatura di Mario Draghi per il Colle Conte sarebbe contrario: "Lascerei lavorare il premier Draghi. C’è anche la recrudescenza della pandemia. Abbiamo il piano di resilienza, il contesto europeo in movimento, le vecchie politiche dell’austerity da superare. Tanti obiettivi per il governo in carica. Non tirerei Draghi per la giacchetta un giorno sì e l’altro pure".

Le elezioni politiche non prima del 2023

Conte non pensa sia meglio tornare in tempi brevi al voto, e secondo lui le prossime elezioni politiche dovrebbero svolgersi nel 2023. "Noi 5 Stelle lavoreremo perché la legislatura arrivi a scadenza naturale. È una anomalia che i governi durino così poco. Dopo sei, sette mesi si comincia a dire: ‘Possibile che vada ancora avanti?'. Siamo in campo per dare stabilità agli esecutivi, abbiamo uno spazio politico per fare alcune cose. Non c’è un clima costituente da nuova forma di governo o da Repubblica semi-presidenziale. Ma almeno approviamo la sfiducia costruttiva e togliamo le crisi al buio". 

Per Conte il M5s non subalterno al Pd

Conte non si sente in posizione di inferiorità rispetto al Pd, perché secondo lui si tratta di un'intesa "già sperimentata. Durante il Conte 2 abbiamo retto con grande efficacia nel momento più drammatico dal secondo dopoguerra a oggi. Un dialogo privilegiato con prospettive di sviluppo". Per Conte parlare di subalternità non è corretto: "Allora dovremmo dire che è più subalterno il Pd perché ha accettato il taglio dei parlamentari e il reddito di cittadinanza? È un concetto che respingo. Se lavoriamo con loro il punto non è l'egemonia. Forze politiche diverse, progetto diverso, ma proprio per questo possiamo arricchire davvero il campo progressista. Nella rispettiva autonomia".

Secondo Conte comunque un campo largo che vada da Renzi e Calenda a Leu, con Pd e M5s, è una chimera, e rischia di diventare "un campo di battaglia": "Lo sperimentiamo anche adesso. Ci sono alcune difficoltà nell'attuale esecutivo perché il perimetro rende complicata la compattezza verso i traguardi".

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