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Direttiva Case Green

Quanto costerà adeguare la propria abitazione dopo la direttiva Case Green

Dopo l’approvazione definitiva della direttiva Case green, è già iniziato il dibattito su quanto costerà applicarla e chi dovrà fare dei lavori in casa. La verità è che ora non è possibile fare delle stime precise, perché molte decisioni spetteranno al governo Meloni nei prossimi anni. Ecco cosa si sa per certo finora.
A cura di Luca Pons
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La direttiva Case green, dopo anni di lavorazione, è stata approvata definitivamente. Da tempo si parla della norma dicendo che obbligherà molti a ristrutturare la propria abitazione, portando a spese elevate. Per il momento però solo alcuni aspetti sono già chiari e ufficiali, mentre molto resta da definire e sarà in mano anche ai governi nazionali.

Nel giro di poche settimane la direttiva entrerà in vigore, e poi tutti gli Stati dell'Unione europea dovranno iniziare i preparativi per recepirla entro i prossimi due anni. La norma ha lo scopo di ridurre i consumi degli edifici nell'Ue, arrivando a emissioni zero nel 2050. Per farlo, fissa dei paletti e dà delle linee di massima da seguire, ma lascia anche molto spazio ai singoli Paesi, che dovranno trovare il modo migliore di rispettare quelle indicazioni. Perciò, è soprattutto dalle decisioni del governo Meloni nei prossimi due anni che dipenderà chi dovrà fare dei lavori e quanto dovrà spendere.

Chi dovrà fare dei lavori in casa con la direttiva Case green

La direttiva Case green tocca molti ambiti diversi, ma per quanto riguarda gli edifici residenziali fissa alcuni paletti chiari: entro il 2030, il consumo medio delle abitazioni italiane deve essere più basso del 16% rispetto al 2020, e questo calo deve arrivare al 20-22% entro il 2035. Non significa che ogni singola casa dovrà ridurre i suoi consumi del 16%, ma che nel complesso il consumo medio dovrà scendere.

In che modo? Non ci sono riferimenti espliciti alle classi energetiche, e ciascuno Stato dovrà stabilire la strategia migliore per raggiungere l'obiettivo. La direttiva però prevede un obbligo: almeno il 55% di tutta la riduzione dei consumi dovrà arrivare in conseguenza di lavori fatti sulle case già esistenti. In particolare, sulla metà circa (il 43%) delle abitazioni che hanno le prestazioni energetiche peggiori, quindi sprecano più energia.

Istat indica che nel 2011 c'erano circa 12 milioni di edifici residenziali. La banca dati dell'agenzia nazionale Enea riporta che in Italia ci sono 5,6 milioni di edifici che hanno degli attestati di prestazione energetiche, e di questi 4,8 milioni sono residenziali. In totale, per Enea ci sono 1,6 milioni di edifici nella classe energetica G (la peggiore) e 1,2 milioni di edifici in classe F.

Al di là delle classificazioni che possono portare a numeri anche molto diversi, più della metà del totale delle case rientra in queste due categorie. Si può dedurre che, seguendo le indicazioni della direttiva Case green, molti degli edifici che si trovano in classe energetica F o G dovranno effettuare dei lavori, mentre gli altri potrebbero non essere tenuti a farlo. Si tratta però solo di una possibile stima basata su ciò che c'è scritto nella direttiva. Come detto, saranno i governi nazionali a dover decidere come muoversi, quali interventi promuovere e in che modo. Per di più, ci saranno varie esenzioni per edifici di valore storico, religiosi, agricoli, militari e le seconde case.

Quanto costeranno le ristrutturazioni: le possibili stime

C'è poi la questione dei costi. "Abbiamo votato contro la direttiva sulle Case green. È una direttiva bellissima, ambiziosa, ma alla fine chi paga? Noi abbiamo esperienze in Italia in cui pochi fortunelli hanno rifatto le case grazie ai soldi che ci ha messo lo Stato, cioè tutti gli altri italiani e diciamo che è un'esperienza che potrebbe insegnare qualcosa", ha detto ieri il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, con un chiaro riferimento al superbonus 110% e agli altri bonus edilizi.

Il costo esatto dei lavori per ciascun edificio, chiaramente, non è possibile da prevedere. Ci sono state diverse stime: l'associazione dei consumatori Codacons ha parlato di un esborso tra i 35mila e i 60mila euro per ogni abitazione in media, Unimpresa ha stimato tra i 20mila e i 55mila euro, e in generale le previsioni sembrano andare in questa direzione.

Il motivo è che i lavori principali per fare un ‘salto di categoria' in termini di consumi energetica sono noti: c'è soprattutto il rifacimento del cappotto termico, ma ci sono anche possibili interventi sul riscaldamento o sugli infissi. Con un'idea del costo medio di questi interventi, si può fare una stima generale. Non si tiene conto, naturalmente, dei possibili guadagni derivati dai risparmi in bolletta. È molto probabile che un risparmio ci sia, anche piuttosto significativo, ma anche in questo caso è difficile fare stime esatte ora.

Come detto, i singoli Stati dovranno decidere come muoversi. L'articolo 17 della direttiva lo dice chiaramente: "Gli Stati membri predispongono finanziamenti, misure di sostegno e altri strumenti consoni" per "realizzare gli investimenti necessari". Si potranno usare i fondi europei già esistenti, ma non ci saranno nuove risorse messe a disposizione dall'Ue. Per questo il ministro Giorgetti ha fatto riferimento al Superbonus: è possibile che il governo Meloni nei prossimi due anni dovrà varare delle nuove agevolazioni edilizie. Su questi incentivi, per ora, non si sa nulla. Un motivo in più per dire che in molti casi il costo della direttiva Case green dipenderà dalle future decisioni del governo, più che dal testo della direttiva approvata ieri.

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