Provenzano a Fanpage: “L’Europa si è piegata a Trump, è tempo di sanzionare il governo di Netanyahu”

Un’Europa subalterna a Trump, servile nei confronti degli Stati Uniti, che non prende posizione quando dovrebbe. Sul conflitto a Gaza, ad esempio sanzionando il governo di Netanyahu, o su quello in Ucraina. A dirlo è Peppe Provenzano, responsabile Esteri per il Pd, in un’intervista con Fanpage.
A cura di Annalisa Girardi
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L'Europa si è piegata a Donald Trump: lo ha fatto al vertice Nato, accettando di aumentare le spese militari, e mostrandosi servile nei confronti del presidente statunitense, dicendo di sì a tutte le sue richieste senza pensare ai propri interessi. A dirlo è Giuseppe Provenzano, deputato del Partito democratico e responsabile esteri per i dem. In un'intervista con Fanpage.it, l'ex ministro per il Sud critica la posizione dell'Europa sui fronti caldi della geopolitica internazionale, da Gaza all'Ucraina, accusando il governo di Giorgia Meloni e le destre europee di immobilismo davanti alle guerre di Vladimir Putin e Benjamin Netanyahu.

Partiamo dal Consiglio europeo della scorsa settimana: era un vertice molto importante, in un momento decisamente "caldo". Però sembra che non siano state prese delle vere e proprie decisioni, soprattutto su Gaza…

È stata la rappresentazione del fallimento dell'Europa delle destre. Il Consiglio europeo è fortemente egemonizzato dalla destra al governo nei diversi Stati membri e questo produce un immobilismo sul piano interno, perché c'è un'Europa incapace di decidere. Sul piano esterno invece c'è una totale subalternità all'amministrazione americana di Donald Trump. Quello che trovo più inaccettabile è un'Europa incapace di pronunciare parole giuste su Gaza, rivelando al mondo la doppia morale di chi non riesce a condannare con la stessa forza gli stessi crimini che si commettono a Gaza, rispetto a quelli che si commettono in Ucraina. Ma non è nemmeno più il tempo delle parole: è tempo di atti concreti, è tempo di sanzionare il governo israeliano e di sospendere l'accordo tra Ue e Israele, che chiaramente è in violazione dei suoi principi fondamentali, basati sul rispetto reciproco dei diritti umani. Una cosa che, ovviamente, a Gaza non avviene. Di fronte a tutto questo bisognava reagire: l'Europa non l'ha fatto.

Ma secondo voi mettere delle sanzioni e sospendere gli accordi potrebbe veramente fermare il governo di Netanyahu? Se foste stati voi al governo, sareste stati più efficaci?

Noi abbiamo presentato una mozione unitaria con le altre principali forze d'opposizione, con il Movimento Cinque Stelle e con Alleanza Verdi e Sinistra, in cui abbiamo chiesto cose precise. Tra queste il riconoscimento dello Stato di Palestina. Nel momento in cui c'è una leadership al governo di Israele che nega esplicitamente la prospettiva di pace – cioè quella dei due popoli, due Stati – l'unica soluzione possibile è una soluzione politica che chiede sanzioni nei confronti del governo israeliano e chiede di sospendere quell'accordo: è un modo per provare a fermare Netanyahu. Noi abbiamo un obbligo giuridico che ci deriva dalla dalla decisione della Corte internazionale di giustizia che obbliga tutti gli Stati membri a agire per prevenire il rischio di genocidio. Non lo stiamo facendo. Così come non stiamo facendo una battaglia in Europa per l'embargo totale di armi nei confronti di Israele, che è un'altra misura concreta che si sarebbe potuta mettere in campo.

In tutto questo tempo la Commissione e il Consiglio hanno approvato 18 pacchetti di sanzioni nei confronti della Russia, da quando si è avviata la nuova legislatura al Parlamento europeo saranno state fatte cinque o sei risoluzioni sull'Ucraina, ma nemmeno una su Gaza.  E questo credo sia un vulnus molto molto grave per la credibilità dell'Europa agli occhi del mondo.

Anche sull'Ucraina però non si sta muovendo granché. Anzi, sempre all'ultimo Consiglio europeo per la prima nelle conclusioni è mancata una condanna esplicita alla Russia, probabilmente perché Trump sta cercando di portare a casa un accordo con Putin e non vuole dargli troppo fastidio…

Il peso della subalternità dell'Europa a Trump si fa sentire. Così come il peso di alcuni governi ultranazionalisti, a cominciare da quello ungherese di Viktor Orban, che hanno posizioni chiaramente filo putiniane. In Ucraina stiamo assistendo a una recrudescenza del conflitto drammatica, con dei  bombardamenti senza precedenti. Non posso non rilevare come Trump avesse promesso di chiudere con la guerra, di fare la pace in 48 ore e invece non solo il conflitto continua, ma è entrato in una fase di ulteriore spirale di violenza. Questa è una conseguenza delle scelte di Trump, che ha legittimato Putin. E questo – insieme al fatto che dopo i bombardamenti in Iran nessuno potrà più invocare il diritto internazionale – getta il mondo nel caos, nell'instabilità, nella legge del più forte.

Parliamo dell'attacco statunitense all'Iran. Dopo quel momento sui social abbiamo visto andare in tendenza la Terza Guerra Mondiale, una cosa decisamente preoccupante. C'è effettivamente il rischio di una escalation più ampia a questo punto?

Quando viene meno ogni regola nel mondo, ogni regola condivisa, quando si afferma la legge del più forte, davvero nessuno può dirsi al sicuro. Penso che nelle ultime settimane si sia prodotto un gravissimo danno al mondo e un gravissimo danno all'umanità. Perché davvero questa idea che l'uso della forza non lasci più spazio alla politica e alla diplomazia sta diventando la regola del mondo, condivisa da superpotenze, a cominciare da gli Stati Uniti e dalla Russia di Putin. E questo getta il mondo nell'insicurezza. È un paradosso: una destra che si riempie la bocca della parola sicurezza, ma che rende molto più insicuro il mondo. Così come il paradosso di quelli che, come il nostro vicepremier Salvini candidava Trump al premio Nobel per la pace: invece si sta rivelando un grande fattore di destabilizzazione del mondo.

Ultima domanda: l'Europa si è mostrata subalterna a Trump anche nella questione delle spese militari? Il premier spagnolo Pedro Sanchez è stato l'unico ad opporsi: rischia l'isolamento oppure ha fatto bene?

Io credo che non solo abbia fatto bene, ma che abbia mostrato un grandissimo coraggio e  il volto migliore dell'Europa. Allo stesso tempo penso che abbia fatto molto male il nostro Paese, a non seguire l'esempio della Spagna, che dimostra che si può stare in un consesso internazionale  senza necessariamente essere subalterni o piegare il capo rispetto alle richieste del padrone. Perché così si è comportato Trump: quel vertice Nato è qualcosa che dovrebbe imbarazzare tutti i cittadini e le cittadine europee che hanno coscienza della propria storia e della dignità del nostro continente. È stato un vertice segnato da quelle parole del segretario generale della Nato che rivelano il servilismo che ha caratterizzato le decisioni che sono state prese. È inaccettabile provare a far passare nelle opinioni pubbliche europee l'idea che quello (l'aumento della spesa militare, ndr) è un sacrificio necessario proprio per rendersi indipendenti dagli Stati Uniti, quando si sta facendo esattamente quello che chiede Donald Trump. È un'idea, un po stravagante di indipendenza, quella di fare esattamente quello che ti chiede il padrone. L'interesse dell'Europa non è quello di assecondare questa insicurezza nel mondo rappresentata da potenze che manifestamente disprezzano il diritto internazionale. L'interesse dell'Europa è quello di difendere il multilateralismo e diventare riferimento nel mondo per tutti quei Paesi che ancora vogliono credere in un mondo di cooperazione, di pace e di stabilità.

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