Pontida, Berlusconi è più tranquillo e promette: “Accoglieremo alcune richieste della Lega”

Chi da Pontida si aspettava un ultimatum del Carroccio è stato deluso. Pur avanzando delle richieste precise all'esecutivo, Bossi ha virtualmente "salvato" l'attuale legislatura, dichiarando che andare ora alla urne significherebbe consegnare il Paese alla sinistra. Per il senatùr la leadership di Berlusconi non è quindi in discussione, almeno fino alle prossime politiche. E il Cavaliere può tirare finalmente un respiro di sollievo. Dall'ospedale Niguarda di Milano, dove era in visita a Luca Barisonzi, l'alpino rimasto ferito lo scorso gennaio in un attentato in Afghanistan, Berlusconi ha improvvisato una piccola conferenza stampa, commentando così le parole del suo alleato: "A Pontida si è verificato quello che Bossi mi aveva annunciato: l'assoluta conferma che la nostra alleanza non ha alternative e che c'è la volontà di proseguire la legislatura operando le scelte su cui c'è un accordo consolidato".
I leggeri segnali di distensione non possono però far passare in secondo piano le richieste della Lega. Ministeri al Nord e riforma fiscale in primis. Berlusconi sa che per tenersi buono Bossi qualcosa dovrà cedere e lo ha fatto capire chiaramente ai cronisti che lo hanno intervistato: “Martedì e mercoledì sarò al Senato e alla Camera per illustrare un programma ormai definito che conterrà alcune delle richieste fatte a Pontida”- ha rivelato.
Insomma qualche novità c'è da aspettarsela sicuramente. Già, ma quale? Le prime reazioni a caldo dopo Pontida hanno confermato le difficoltà riguardanti lo spostamento di 4 ministeri al nord. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della provincia Nicola Zingaretti e il presidente della regione Renata Poverini sono compatti nell'osteggiare ogni possibile trasferimento. Per quanto riguarda poi la riforma fiscale bisognerà tener presente quello che intenderà fare il "caro Giulio", così come lo ha definito oggi Bossi. Nell'aria c'è una riforma da 40 miliardi di euro, necessaria per portare l'Italia al pareggio di bilancio entro il 2014, e il nulla osta di Tremonti per il varo della riforma è tutt'altro che scontato.
Il dato di fatto, però, è che in Parlamento la maggioranza c'è ancora. Nonostante il dazio pagato nelle scorse elezioni amministrative, Berlusconi è ottimista: "Non abbiamo nessun dubbio sul fatto che la maggioranza in Parlamento ci mantenga la sua fiducia, la fiducia che dal 14 dicembre ci ha espresso numerose volte". E adesso gli occhi sono tutti puntati su di lui.