Ponte, la Società Stretto di Messina si rifiuta di dare informazioni sul contratto firmato con Eurolink

Ben due richieste di chiarimento sono arrivate da parte dell'Ue al governo italiano, su due aspetti fondamentali che riguardano la progettazione del Ponte sullo Stretto: una è inerente all'impatto ambientale dell'opera, l'altra si concentra sulla normativa relativa ad appalti e contratti.
Oggi intanto l'ad di Stretto di Messina Pietro Ciucci ha risposto a una richiesta di acquisizione di documenti, avanzata dal parlamentare Angelo Bonelli. Il deputato di Avs, proprio per la sua funzione di parlamentare, chiedeva di conoscere il contenuto e i dettagli dell'Atto Aggiuntivo al Contratto originario tra la Concessionaria Stretto di Messina S.p.A. e il Contraente Generale Eurolink, guidato da Webuild, che sarà efficace a partire dalla pubblicazione della delibera Cipess in Gazzetta Ufficiale, non ancora avvenuta. Da quanto è emerso, il contratto prevede penali sia per la parte pubblica che per quella privata, nel caso in cui si venisse meno all'impegno di realizzare l’opera: il consorzio Eurolink dovrà pagare un milione di euro per ogni giorno di ritardo e versare una cauzione di 650 milioni.
Bonelli dopo la firma dell'atto aggiuntivo al contratto originario tra la concessionaria Stretto di Messina (Stazione appaltante) e il contraente generale, aveva già osservato l'irritualità delle tempistiche: "Firmare un contratto, che impegna lo stato oltre 13,5 miliardi prima della pubblicazione in Gazzetta ufficiale e prima del parere della Corte dei conti è un atto di non rispetto delle istituzioni che sono chiamate a dare un parere".
Nella sua lettera a Ciucci Bonelli chiedeva di acquisire copia dell'atto aggiuntivo "per le esigenze istituzionali legate alla funzione di parlamentare, che comporta l'acquisizione di ogni elemento informativo su materie di pubblico interesse".
Oggi è arrivata la mail di risposta di Ciucci, che ha negato al deputato le informazioni richieste, spiegando che "la qualità di Parlamentare non attribuisce di per sé una posizione legittimante l'accesso ai documenti amministrativi". Anche nel caso in esame, prosegue Ciucci, "l'istanza da da Lei presentata appare difettare sia della prospettazione di un interesse personale, diretto e concreto legittimante l'accesso, sia della motivazione circa il nesso di strumentalità tra la documentazione richiesta e l'interesse sotteso alla domanda, come richiesto dalla disciplina generale in materia di accesso agli atti".
Nella lettera, che Fanpage.it ha visionato, l'ad aggiunge anche che il Contraente Generale Eurolink, a cui è stata trasmessa la richiesta del parlamentare in qualità di controinteressato, "con nota del 12 settembre 2025 ha formulato formale opposizione all'ostensione degli atti richiesti ritenendo, tra l'altro, che la stessa pregiudicherebbe i propri interessi economici e commerciali".
"Oggi la società Stretto di Messina mi ha comunicato l'ennesimo diniego all'accesso agli atti relativi al contratto e all'atto aggiuntivo con Webuild", ha scritto Bonelli in una nota. "È inaccettabile che un'opera pubblica del costo di 13,5 miliardi di euro, interamente finanziata dallo Stato, sia avvolta da un livello di segretezza deciso, di fatto, dalla parte privata per ‘pregiudizio ai propri interessi'. La società arriva perfino a sostenere che la qualifica di parlamentare non legittimi l'accesso a documenti amministrativi: una tesi grave e pericolosa per la democrazia e per il controllo pubblico. Chiedo al Governo e al Cipess la pubblicazione integrale di contratti, atti aggiuntivi, relazioni tecniche e cronoprogrammi, oltre ai pareri richiamati dal D.L. 35/2023. Su un'opera che impegna risorse pubbliche non possono esistere zone d'ombra: i cittadini hanno diritto di sapere come vengono spesi i soldi e quali obblighi vincolano lo Stato. Continuerò a esercitare ogni prerogativa parlamentare e adire tutte le sedi competenti per garantire trasparenza, legalità e responsabilità".
I dubbi e le domande dell'Ue al governo Meloni sul progetto del Ponte sullo Stretto
Non conosciamo nei dettagli il contenuto delle lettere che l'Ue ha inviato al governo, visto che si tratta di documenti riservati, ma sappiamo che la prima richiesta di chiarimenti si collega al fatto che a novembre 2024 la commissione Via-Vas aveva dato una Valutazione d'Incidenza Ambientale (VINCA) negativa su alcune aree vincolate. Ora Bruxelles dice che sono state individuate "aree su cui sono necessari chiarimenti, nonché ulteriori misure che dovrebbero aiutare le autorità italiane" a colmare eventuali "carenze" prima di avviare i lavori. Il contenuto della lettera, che è stata recapitata venerdì al ministero dell’Ambiente, è stato riportato da Bloomberg.
Sappiamo che in presenza di una VINCA negativa, come vi abbiamo spiegato in questo articolo – anche se nel frattempo il governo ha proposto delle opere di mitigazione, che sono state approvate a maggio dalla commissione Via-Vas – servirebbe comunque un ulteriore parere da parte della Commissione europea, per andare avanti. Ed è proprio per superare quest'eventuale ostacolo che il governo ha approvato il ‘report IROPI' (acronimo di "Motivi Imperativi di Interesse Pubblico Prevalente", ndr), cioè l'attestazione dei motivi imperativi di rilevante interesse pubblico dell'opera, un modo per velocizzare l'approvazione del progetto da parte del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e Sociale (Cipess), che poi effettivamente è arrivata quest'estate: di fatto con il report IROPI sarebbe possibile procedere in deroga ai vincoli ambientali, nonostante la Valutazione di Incidenza Ambientale, visto che il governo considera il Ponte un'opera importante infrastruttura con finalità militari. E a questo proposito è stato lo stesso governo a richiamare esplicitamente anche il piano dell'Unione europea Military Mobility, al cui interno rientrerebbe appunto l'infrastruttura che collegherebbe la Sicilia con la Calabria.
Oltre alla lettera con la richiesta di chiarimenti sull'impatto ambientale, il parlamentare di Avs Angelo Bonelli sabato ha fatto sapere di aver ricevuto a sua volta un'altra lettera dell'Ue, cinque giorni prima, da parte del vicepresidente della Commissione Stéphane Séjourné, in risposta a un suo esposto-segnalazione, che recava una richiesta di verifica di un'eventuale sussistenza di violazione delle regole comunitarie in materia di concorrenza, corretto funzionamento del mercato interno dell'Ue delle procedure di gara per l'assegnazione di lavori pubblici.
Nella lettera il vicepresidente della Commissione Stéphane Séjourné ha informato Bonelli del fatto che Bruxelles ha chiesto chiarimenti a Roma anche sulla normativa relativa ad appalti e contratti. La violazione delle norme europee riguarderebbe appunto la procedura di gara: il primo nodo è l'importo della gara, che è aumentato, quando, con la legge n. 58/2023, il governo Meloni ha riavviato l'iter finalizzato alla realizzazione dell'opera, riattivando il vecchio progetto, senza lanciare una nuova gara d'appalto, riprendendo il contratto firmato il 27 marzo 2006 tra SdM ed Eurolink: il costo del contratto originario ha subito però un incremento superiore al 300%, passando da 3,9 a oltre 13,5 miliardi; e poi è cambiato anche l'oggetto del bando di gara, si è passati da un project financing a un normale contratto di appalto, e questo violerebbe le regole della concorrenza.
Cosa succede dopo la richiesta di chiarimenti da parte dell'Unione europea al governo sul Ponte
Cosa succede adesso dopo questa richiesta di chiarimenti da parte dell'Ue? È presto per dirlo, perché potrebbe bastare anche una semplice risposta da parte dell'esecutivo di Giorgia Meloni a Bruxelles. A quel punto l'apertura dei cantieri potrebbe avvicinarsi, e Salvini ha indicato una nuova data di partenza a ottobre, dopo l'ok da parte della Corte dei Conti.
Oppure la Commissione Ue potrebbe valutare insufficienti le spiegazioni fornite da Roma, e ritenere essenziale esprimersi con un parere sul progetto. Questo secondo scenario comporterebbe sicuramente un prolungamento dei tempi (per un parere potrebbero passare anche 5 mesi), e comunque questo farebbe decadere la delibera del Cipess, approvata nonostante ci fossero dei vincoli ambientali europei (con una forzatura evidente delle norme da parte del governo).
Per il momento l'ad di Stretto di Messina Spa, Pietro Ciucci, ha minimizzato la richiesta di approfondimenti, derubricando tutto a normale dialettica tra lo Stato italiano e l'Unione europea. Ciucci ha inoltre ricordato che "la Commissione Tecnica di Valutazione dell’Impatto Ambientale del Mase "ha espresso parere favorevole con prescrizioni che saranno ottemperate in sede di redazione del progetto esecutivo prima dell'apertura dei cantieri del ponte".