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Pnrr, la proposta di revisione del governo Meloni arriva alla Commissione Ue: cosa succede adesso

La Commissione europea ha ricevuto la proposta del governo Meloni per modificare il Pnrr. Ora inizierà la fase delle valutazioni e delle trattative. Il tempo stringe: i progetti da mettere a terra sono sempre di più e dalla risposta europea alle modifiche dipende la realizzazione del Piano.
A cura di Luca Pons
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L'Italia ha presentato la sua proposta per modificare il Pnrr. Dopo mesi di annunci, il testo ufficiale con tutte le modifiche che il governo Meloni vorrebbe fare al Piano nazionale di ripresa e resilienza è arrivato a Bruxelles. Lo ha comunicato il ministero guidato da Raffaele Fitto.

Il dibattito sulle modifiche al Pnrr aveva tenuto banco per mesi, anche perché prima il governo aveva fatto intendere che queste sarebbero arrivate entro il 30 aprile, per poi smentirsi. Alla fine è stata rispettata l'ultima scadenza possibile, cioè quella del 31 agosto. Le modifiche inviate alla Commissione sono quelle annunciate dal ministro la settimana scorsa: nove misure cancellate per più di 15 miliardi di euro. Misure che, ha promesso Fitto, saranno finanziate in altri modi.

La modifica del Pnrr è stato uno dei tormentoni del governo fin dall'entrata in carica, e da questa passerà molta della credibilità – anche internazionale – dell'esecutivo di Giorgia Meloni. Le modifiche proposte, secondo quanto annunciato, dovrebbero servire a rendere il Piano effettivamente attuabile nei tempi previsti, cioè entro il giugno 2026. Anche se sono piovute critiche, anche dalle Regioni di centrodestra, per una serie di interventi cancellati, in ambiti come ospedali, piste ciclabili e dissesto idrogeologico.

La stessa Commissione Ue ha confermato che il governo italiano "ha proposto di rivedere 144 investimenti e riforme relative alle sei aree tematiche del piano. Le modifiche riguardano digitalizzazione e competitività, transizione ecologica, mobilità sostenibile, istruzione e ricerca, inclusione e coesione e la salute". La modifica include anche il suo progetto per il RePowerEu, il ‘capitolo aggiuntivo' del Pnrr che è dedicato interamente all'energia e porta dei fondi in più.

La richiesta dell'Italia, ha spiegato Bruxelles, è motivata soprattutto da "recenti eventi contrari globali, come l'alta inflazione e i vincoli della catena di approvvigionamento". Ora la Commissione "valuterà se il piano modificato soddisfa ancora i criteri di valutazione delineati nel Regolamento Recovery". Se la valutazione della Commissione sarà positiva, proporrà al Consiglio europeo di approvare le modifiche. "Il Consiglio avrà quindi fino a quattro settimane per approvare la valutazione della Commissione".

Insomma, i prossimi passi sono ben chiari, ma non lo sono così tanto le tempistiche. Il passaggio più importante sarà quello della Commissione, che dovrà dare il suo benestare alle modifiche. Dopodiché, l'eventuale via libera del Consiglio dovrebbe arrivare senza intoppi.

La Commissione però si prenderà tutto il tempo necessario per fare le valutazioni sulla proposta italiana. Dovrà analizzare nel dettaglio le modifiche per confermare che siano ancora in linea con gli impegni previsti dal Pnrr, che all'Italia porta 191,5 miliardi di euro complessivamente. E probabilmente inizierà una trattativa con il governo Meloni per limare i dettagli e correggere gli eventuali aspetti problematici.

La priorità del governo Meloni è chiudere la questione entro il 2023. Anche perché sulla quarta rata, quella che scadeva a giugno di quest'anno, è arrivato un ok alle modifiche proposte. Ma la quinta scadrà a dicembre, e poi la sesta a giugno 2024, e così via. Nel frattempo, gli obiettivi da raggiungere si moltiplicano e gli eventuali ritardi si accumulano. Più tempo servirà per decidere definitivamente le modifiche, meno ce ne sarà per metterle in pratica nei tempi previsti ed evitare di perdere i fondi.

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