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Tagliati 500 ospedali e case di comunità dal Pnrr, impossibile realizzarli entro il 2026

La revisione del Pnrr porta in dote un taglio di 510 strutture tra ospedali e case di comunità da realizzare, ma il governo fa capire che vorrebbe costruirli ugualmente con altri fondi. Non si capisce però in che tempi.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Meno ospedali e case di comunità, perché non si riesce a realizzarli in tempo. Il governo Meloni ha dato un taglio netto al Piano nazionale di ripresa e resilienza anche per quanto riguarda la sanità. Tanto che le strutture da realizzare entro il 31 dicembre 2026 sono crollate da quasi duemila a poco più di mille. Colpa dei tempi, troppo stretti, dicono a Palazzo Chigi. Ma i progetti non verranno cestinati definitivamente, anzi. Di quelle strutture i territori hanno bisogno, perciò verranno realizzate con altri fondi e in altri tempi. Anche se non è ancora ben chiaro quali e soprattutto: i precedenti non lasciano ben sperare.

Secondo quanto ricostruisce La Stampa, il piano di revisione del Pnrr presentato dal governo riduce da 1.350 a 936 le case e da 400 a 304 gli ospedali di comunità da realizzare. Le prime sono ambulatori aperti ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette. I secondi sono ospedali dove i cittadini vengono curati nella fase in cui devono essere dimessi dal circuito del sistema sanitario nazionale ma non sono in grado di tornare a casa.

Il problema è l'aumento dei costi per tirare su centinaia di edifici in tutta Italia, ma anche la scadenza del 2026, che il governo crede di non poter rispettare. Perciò, al momento, i progetti di 510 strutture tornano nel cassetto.

L'attesa potrebbe essere breve, visto che potrebbero essere rifinanziati con il fondo di coesione e con 10 miliardi mai spesi della finanziaria del 1988. Sono rimasti impigliati nella rete della burocrazia per quasi quarant'anni. Ora il governo vorrebbe sbloccarli a breve termine.

Nel frattempo, per non perdere i soldi del Pnrr destinati alla sanità, circa 7 miliardi di euro saranno investiti per l'acquisto di attrezzature e macchinari diagnostici. Impossibile, invece, utilizzare quei fondi per pagare medici e infermieri.

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