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Il governo cambia il Pnrr: stralciate nove misure, spostati 15 miliardi di euro

Il governo Meloni presenta la sua proposta di modifica al Pnrr. E propone di stralciare nove misure, tra cui quella contro il dissesto idrogeologico, per un ammontare di oltre 15 miliardi. “Non stiamo cancellando alcun progetto, li vogliamo ricollocare per evitare di perderli”, ha detto il ministro Fitto.
A cura di Annalisa Girardi
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"Non stiamo eliminando alcun intervento, quelli che abbiamo tolto dal Pnrr li ricollocheremo. Ma non stiamo definanziando nulla, stiamo mettendo in sicurezza le misure che rischiavamo di non riuscire a fare con termini e modalità del Pnrr". Lo assicura il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, nella conferenza stampa organizzata per presentare la revisione del Pnrr proposta dal governo di Giorgia Meloni. Che ora si dovrà negoziare con l'Unione europea.

L'attenzione è tutta su nove misure che vengono tagliate dal Piano, tra cui ci sono anche "misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico". Uno stralcio che fa discutere, visti gli avvenimenti degli ultimi giorni. Anche se Fitto assicura: "Non stiamo eliminando alcun progetto, lo stiamo salvaguardando, per ricollocarlo con una fonte di finanziamento, un meccanismo di rendicontazione e delle tempistiche che consentono di portarlo a casa. Per evitare di trovarci tra uno o due anni ad avere un definanziamento".

Nel documento sulla revisione del Pnrr condiviso dal ministro Fitto si specifica che le modifiche proposte non riguardano in alcun modo le riforme e che quindi "non viene intaccata l'ambizione del Piano". Ma di che modifiche stiamo parlando?

Le modifiche al Pnrr proposte dal governo Meloni

Le proposte riguardano in tutto 144 investimenti, che possono essere divisi in tre diverse categorie. La prima comprende delle "modifiche formali relative alla descrizione delle misure e ai meccanismi di verifica". L'obiettivo è quello di consentire una rendicontazione più agevole dei singoli obiettivi, dopo che in questi mesi si è toccata con mano la difficoltà di rendicontare tutto quanto per il pagamento della terza e quarta rata. La seconda categoria comprende invece modifiche e riprogrammazioni delle misure che non riuscirebbero altrimenti a raggiungere gli obiettivi: in questo perimetro vengono citate l'alta velocità (sono emerse difficoltà a livello geografico e archeologico che non consentono il rispetto dei tempi previsti) e alcune misure di transizione ecologica.

Infine, la terza categoria e ultima categoria riguarda "le misure che si propone di definanziare dal Pnrr e di salvaguardare attraverso la copertura con altre fonti di finanziamento". Tra queste viene citato il Piano nazionale complementare al Pnrr e i fondi delle politiche di coesione. Si tratta di nove misure, per un ammontare totale di 15,9 miliardi di euro.

Quali sono le misure stralciate dal piano

Nel documento presentato da Fitto si specifica che si sta parlando "per lo più di progetti in essere confluiti nel Pnrr e che in sede di attuazione e rendicontazione hanno scontato rilevanti criticità". La maggiore problematica "è rappresentata dal rispetto delle importanti condizionalità imposte dal Piano, che includono quelle specifiche per ciascuna misura nonché quelle relative agli elementi informativi necessari per la rendicontazione e  quelle principio del ‘non arrecare danno significativo'". Un principio che "richiede di impostare i progetti di investimento secondo requisiti stringenti di rispetto dell'ambiente e di sostenibilità".

In particolare queste misure sono:

  • Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei Comuni
  • Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale
  • Piani urbani integrati – progetti generali
  • Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico
  • Utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate
  • Aree interne – Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità
  • Promozione impianti innovativi (incluso offshore)
  • Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie
  • Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano

Per tutte queste misure erano stati previsti oltre 15 milioni e 890 mila euro. Fitto in conferenza stampa, alle domande dei giornalisti che gli chiedevano soprattutto dei provvedimenti contro il dissesto idrogeologico, ha più volte sottolineato che le misure sono ancora nell'agenda del governo e che semplicemente verrà cambiato il canale con cui realizzarle.

Fitto: "Non eliminiamo progetti, li ricollochiamo"

Nel documento presentato, inoltre, si legge: "Ulteriori proposte riguardano la possibilità di finanziare interventi per la ricostruzione del territorio dell'Emilia Romagna, colpito dagli eventi alluvionali". Questa proposta di revisione del Piano, si specifica poi, è inclusiva del nuovo capitolo RePowerEu, specifico sulla crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina.

"Ci sono delle misure che noi non definanziamo, ma che comprendiamo hanno problematiche rispetto alle tempistiche previste dal Pnrr, che si conclude entro il 2026. E allora ci adoperiamo perché il finanziamento resti tale ma vada a sostenere altri progetti. Se si dice che stiamo definanziando interventi e basta diciamo una cosa non vera", ha ribadito Fitto. Per poi aggiungere: "Non eliminiamo progetti ma li ricollochiamo, stiamo mettendo in salvaguardia interventi che rischiano di non rientrare nella tempistica del Pnrr ma con adeguamenti e tempistica giusta. L'alternativa potrebbe essere lasciare tutto così, ma abbiamo due tre mesi per costruire un'alternativa lavorando con la commissione europea con un lavoro che è molto serio, intenso e molto costruttivo".

Cosa accade ora, la parola passa all'Ue

Ora la parola passa all'Unione europea, che dovrà esaminare le proposte di revisione. Intanto, però, è già arrivato un primo commento: "Accogliamo con favore l'accordo raggiunto nella cabina di regia italiana sul documento che delinea la revisione del piano italiano di ripresa e resilienza, incluso il nuovo capitolo RePowerEu", ha detto un portavoce della Commissione, sottolineando che i funzionari di Bruxelles stanno lavorando a stretto contatto con le autorità italiane e che contano di ricevere la presentazione formale delle modifiche entro fine agosto.

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