Perché i fondi per il caro bollette finiranno a marzo e cosa succederà dopo
La legge di Bilancio del governo Meloni, di cui sta circolando la prima bozza nelle ultime ore, ha due problemi: il primo è che due terzi delle risorse sono impiegate per fermare il caro bollette, il secondo è che queste stesse risorse bastano fino a marzo. L'emergenza energetica è la priorità del governo, la presidente del Consiglio è stata chiara e, nonostante la manovra economica normalmente preveda tutta una serie di misure più ampie e strutturali, è normale che – visto il periodo storico – la maggior parte dei fondi a disposizione vengano utilizzati così. Anche se, in campagna elettorale, le promesse erano state diverse.
Il problema, però, è che gli oltre venti miliardi investiti sul caro energia vanno a rinnovare le misure fino al 30 marzo 2023. A lanciare l'allarme è stato oggi il presidente di Confindustria Bonomi: "È una legge di bilancio a tempo. Giustamente, hanno concentrato due terzi degli interventi sul caro-energia, ma solo sino al 31 marzo. Bisognerà capire cosa succederà dopo. Oggi la legge di bilancio è prudente sui saldi, lo apprezziamo. Ma il 1 aprile cosa ci aspetta?", ha detto in un intervento su La Stampa il numero uno degli industriali, proseguendo con una critica più ampia alla legge di Bilancio. La stessa segnalazione è arrivata dall'opposizione del Partito Democratico: "I soldi bastano per 3-4 mesi – dicono i dem – nel 2022 stanziamento medio mensile di oltre 5 miliardi, e nulla si sa del disaccoppiamento gas-rinnovabili e di altre possibili misure per calmierare i prezzi".
Si tratta, principalmente, di interventi già messi in piedi dal governo Draghi e sostanzialmente confermati. Non che si potesse fare molto di diverso, visti i fondi a disposizione e l'emergenza energetica attuale, ma la preoccupazione in vista della primavera è tanta. Il governo Meloni dovrà, eventualmente, trovare i soldi per finanziare nuovi decreti Aiuti, sempre sulla stessa linea tenuta finora dall'esecutivo precedente.
"Bonomi è ai vertici di Confindustria. Un qualunque imprenditore, in tale incertezza, non avrebbe la faccia di dire che sa esattamente l'andamento nel 2023 – ha risposto duro il sottosegretario Fazzolari – Non credo che possa pretendere che lo faccia lo Stato". Certo è che, testo alla mano, la manovra del governo Meloni ha un grosso limite. E l'emergenza energetica non finirà il 31 marzo.