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Perché Fitch ha alzato il rating dell’Italia a BBB+ e cosa vuol dire per il governo Meloni

L’agenzia di rating Fitch ha alzato il punteggio dell’Italia, portandolo da BBB a BBB+. Può sembrare una differenza minima, ma era dal 2021 che non succedeva. Tra le motivazioni c’è il fatto che il debito pubblico sta scendendo. Per il governo, un rating più alto significa anche che è più facile prendere soldi in prestito dai mercati.
A cura di Luca Pons
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L'agenzia di rating Fitch ha migliorato il ‘voto' dell'Italia. Prima era a BBB, mentre ieri l'ha alzato a BBB+. Con outlook stabile, cioè non ci si aspetta che questo punteggio peggiori (né migliori) nel prossimo futuro. È una decisione importante, dopo che ad aprile anche Standard & Poor's aveva fatto la stessa cosa. Il governo Meloni così può vantare il suo successo nel tenere i conti in ordine. E soprattutto, se i mercati pensano che i titoli italiani siano più affidabili, è più facile venderli senza dover offrire tassi d'interesse troppo alti, e così evitare di far salire il debito pubblico.

L'ultima volta che Fitch aveva alzato il rating dell'Italia era il dicembre 2021. Allora l'Italia, dopo pochi mesi dall'arrivo di Mario Draghi al governo, era passata da BBB- a BBB. Il passaggio ogni volta può sembrare minimo, ma salire da un gruppo a un altro può avere effetti positivi sull'economia di un Paese.

Debito ancora molto alto e Pil che cresce poco

Nella sua lunga analisi, l'agenzia privata ha considerato che l'Italia ha ancora un debito pubblico altissimo: vale quasi il 138% del Pil, mentre per gli altri Paesi che hanno un rating BBB è al 57,3% (dato mediano), quindi meno della metà. Tuttavia, negli ultimi cinque anni – quindi da dopo la pandemia – la situazione è migliorata parecchio, e con le condizioni che si sono create dovrebbe iniziare a scendere presto.

La crescita del Pil resterà comunque bassa. Quest'anno si prevede un +0,6%, e nei prossimi due anni in media un +0,8%. Niente di entusiasmante, anche perché la mediana tra i Paesi che hanno un rating BBB è +2,5%. Ma la situazione internazionale è complicata, tanto che molti altri Paesi europei sono in difficoltà: una settimana fa la Francia ha visto il suo rating abbassarsi da AA- ad A+. In Italia c'è una stabilità politica che spesso, in passato, è mancata: questo permette di fissare degli obiettivi da raggiungere nel tempo, e il governo Meloni, in linea con quello di Mario Draghi, ha sempre detto di voler fare molta attenzione al bilancio.

Il merito del governo: tenere bassa la spesa pubblica

Va detto che le valutazioni fatte da Fitch, così come da tutte le agenzie di rating, sono lontane dalle questioni che riguardano i cittadini in modo più immediato. Il punteggio dell'Italia non riflette la situazione dei servizi, della sanità o di altre questioni prettamente concrete, ma dei conti pubblici.

"Le autorità restano impegnate a limitare la spesa pubblica" e a mantenere la "prudenza fiscale", si legge per esempio nel rapporto. Questo ha l'effetto positivo che il deficit (cioè quanto aumenta il debito pubblico in un anno) dovrebbe scendere al 3,1% del Pil nel 2025. L'anno prossimo, potrebbe arrivare al di sotto del 3%: questo è il paletto fissato dall'Unione europea, e raggiungerlo vorrebbe dire evitare sanzioni in futuro.

Sempre per quanto riguarda la spesa pubblica, c'è la questione della Difesa. Nonostante le preoccupazioni del ministro Giorgetti per l'impegno del governo di aumentare la spesa militare, però, la previsione di Fitch è che nel 2026 e 2027 l'incremento sarà di meno dello 0,1% del Pil all'anno.

Perché per il governo è una buona notizia

Il motivo principale per cui il miglioramento di Fitch è una buona notizia è quello che la stessa Giorgia Meloni, esultando, ha definito la "fiducia dei mercati internazionali". Ogni Paese, per finanziarsi, deve prendere in prestito dei soldi dai mercati. Uno dei modi principali per farlo è vendere i propri titoli di Stato.

Il meccanismo è lo stesso dei Btp Valore e altre misure che sono rivolte solo ai piccoli investitori, ma su una scala molto più ampia. Il governo prende in prestito le somme investite nei titoli di Stato e si impegna a restituirle, negli anni successivi, con gli interessi.

Questi interessi fanno aumentare il debito pubblico e rendono difficile tenere i conti in ordine. Soprattutto per l'Italia, che ne deve pagare moltissimi. Ad esempio, nel 2023 il governo italiano ha versato 79 miliardi di euro di interessi. Per fare un confronto, quell'anno la legge di bilancio valeva circa 24 miliardi di euro: meno di un terzo.

Se il rating dell'Italia migliora, i grandi investitori sui mercati la considerano più affidabile. Se è più affidabile, significa che prestarle soldi diventa meno rischioso. Quindi, il governo può offrire dei tassi d'interesse più bassi per convincere gli investitori a comprare i suoi titoli di Stato. E così, a catena, negli anni diventa più bassa la quantità di interessi che bisogna pagare ogni anno. Soldi risparmiati che possono essere usati, invece, per altre misure.

Meloni esulta, M5s: "È arrivata al salto di rating soffocando gli italiani"

Come detto, l'esultanza di Giorgia Meloni per la promozione si è concentrata sul fatto che è un "chiaro segnale di fiducia dai mercati internazionali", la "conferma che il percorso del nostro governo è quello giusto. Conti in ordine, responsabilità nelle scelte di bilancio". "Il nostro impegno viene riconosciuto, e questo ci dà ulteriore forza per fare sempre di più", ha aggiunto.

Molto sintetico Matteo Salvini, che si è limitato a commentare: "Sono orgoglioso del lavoro della Lega e del suo ministro dell'Economia per il bene degli italiani". Il ministro in questione, Giancarlo Giorgetti, ha detto che il giudizio di Fitch "aiuta", ora che bisogna affrontare la prossima legge di bilancio. A guidare la cascata di reazioni positive del centrodestra è stato soprattutto Fratelli d'Italia. I due capigruppo a Camera e Senato, Galeazzo Bignami e Lucio Malan, hanno parlato di un'Italia "stabile e credibile", più "affidabile" grazie a "scelte economiche responsabili".

Il Movimento 5 stelle, contestando l'esultanza, ha ricordato quante volte in passato la stessa Meloni aveva criticato duramente le agenzie di rating, definendole "pagliacci camuffati da inquisitori, che profetizzano cose già accadute", o "piene di conflitti di interessi e corresponsabili di una crisi sistemica mondiale". Oggi invece "vede proprio nelle agenzie di rating e nei loro giudizi la sua legittimazione e il timbro del suo presunto ‘successo’", hanno attaccato i pentastellati che siedono nelle commissioni Bilancio di Senato e Camera.

Soprattutto, il M5s ha criticato il modo in cui il governo è arrivato a questa promozione: "Non con la crescita, che la stessa Fitch vede al +0,6%, la metà della media dell’Eurozona prevista per quest’anno; non con lo sviluppo industriale e l’innovazione; non con la tutela dei salari reali", ma "con la strada più facile, micidiale e soffocante per gli italiani, spremuti come limoni, come in un governo Monti qualsiasi: tagli", "moderazione salariale", "privatizzazioni", "cessioni di pezzi di banche" e soldi "per le lobby belliche estere". Di fronte a tutto questo, "il bacio in fronte dell’agenzia di rating di turno è assicurato".

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