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Ius Scholae

Perché di Ius scholae e legge sulla Cannabis non si parlerà più almeno fino a settembre

Dopo l’ostruzionismo della Lega alla Camera la discussione su Ius scholae e legge sulla Cannabis slitta verso settembre. Il centrosinistra può provare a riportare i provvedimenti nel calendario estivo, che però è già strapieno.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'ostruzionismo della Lega sembra aver funzionato, ma la battaglia per Ius scholae e legge sulla Cannabis potrebbe essere solo all'inizio. Tutto dipenderà da diversi fattori, veti incrociati e tensioni che attraversano il governo. Ma partiamo dai fatti: la discussione alla Camera sulle due distinte leggi – sulla cittadinanza ai minori stranieri che hanno completato un ciclo di studi in Italia e sulla depenalizzazione per la coltivazione domestica di quattro piante di cannabis – è stata rinviata, anche se al momento risultano entrambe ancora in calendario per luglio. Il punto, però, è che con la lista infinita di provvedimenti urgenti che arriveranno a Montecitorio – a partire dal ddl Concorrenza – e la settimana corta che non prevede l'Aula il giovedì, spazio per le due proposte di legge non ce ne sarà. O sarà molto difficile da trovare.

Perciò si arriverà probabilmente a settembre – ammesso che non ci sia una crisi di governo prima e a settembre non si vada al voto – dopo che i deputati leghisti hanno prolungato volontariamente la discussione sulla riforma degli Istituti tecnici superiori. Il punto, ora, è capire se i partiti a favore dei provvedimenti – come Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Leu – potranno e vorranno forzare la mano per farli rientrare in calendario. Anche perché, nell'ottica della stabilità del governo, il rinvio delle due proposte di legge getta acqua sul fuoco che avvolge l'esecutivo in queste ore, eliminando un motivo di tensione. O meglio, rimandandolo.

Le proposte per discutere le leggi in estate ci sono – ad esempio fare Aula anche il giovedì – ma per essere prese in considerazione servirà un accordo più ampio, che in questo momento sembra mancare. Entrando nello specifico delle due leggi, invece, se sulla cannabis non sembra esserci alcun terreno comune tra centrodestra e centrosinistra, sulla cittadinanza da Forza Italia sarebbero pronti a votare il provvedimento se si passasse da cinque a otto anni di scuola come limite minimo per i minori stranieri. Nel partito di Berlusconi, tra l'altro, già in diversi si sono esposti per dire che voterebbero la legge anche così com'è.

Nel frattempo la Lega esulta, perché ha raggiunto l'obiettivo che si era prefissata nei giorni scorsi, in cui Salvini e i suoi hanno scandito a ritmo incessante lo slogan "no droga libera e cittadinanza facile agli immigrati", anche se non è proprio così. Il centrosinistra a questo punto deve decidere: combattere – a livello parlamentare, s'intende – per provare a portare al voto i due provvedimenti o lasciare che la discussione sia rinviata a settembre. Il rinvio, tra l'altro, sarebbe una quasi-archiviazione, visto i tempi stretti, la legislatura in scadenza, l'ostruzionismo prevedibile e il passaggio eventuale in Senato tutt'altro che scontato. Insomma, quello allo Ius scholae sembra più un arrivederci alla prossima legislatura. Forse.

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