1.449 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Non abbiamo ancora capito di quale “droga libera” stia parlando Salvini

Matteo Salvini continua a parlare di “droga libera”, ma la legge sulla cannabis alla Camera non prevede alcuna liberalizzazione: depenalizza la coltivazione domestica per uso personale per un massimo di quattro piante.
A cura di Tommaso Coluzzi
1.449 CONDIVISIONI
Immagine

"No alla droga libera". Sono giorni che Matteo Salvini ripete questa frase praticamente in ogni uscita pubblica, ma a cosa si riferisce il leader della Lega? Nel calderone di Salvini – questa volta – sono finite contemporaneamente la legge sulla cannabis e la legge sulla cittadinanza in discussione alla Camera dei deputati, un boccone succulento per il segretario del Carroccio: "La Lega farà la Lega – ha tuonato oggi parlando ai suoi deputati – Bisogna aumentare stipendi e pensioni, non votare leggi su droga libera o cittadinanza facile". E ancora: "Che il Parlamento voti per la droga libera, con milioni di ragazzi a rischio e baby gang dilaganti, sarebbe una scelta criminale – ha aggiunto – Faremo quello che serve all'Italia, siamo leali e responsabili e tutti ci ricordiamo che droga libera e cittadinanza facile agli immigrati non fanno parte degli accordi di governo".

Salvini prova a ricostruire la sua leadership – in primis internamente – su due suoi cavalli di battaglia: l'immigrazione e soprattutto la "droga". Nonostante, però, il leader della Lega continui a parlare – ribadiamo – di "droga libera", la proposta di legge che la prossima settimana arriva a Montecitorio non dice esattamente questo. Il testo, presentato da Riccardo Magi di +Europa, prevede innanzitutto una distinzione tra le varie sostanze, mentre il punto centrale è la depenalizzazione della coltivazione in casa per uso domestico della cannabis. In questo modo sarebbe possibile coltivare fino a quattro piante per uso esclusivamente personale. Ovviamente lo spaccio resta un reato. Insomma, questa liberalizzazione della droga di cui parla Salvini in effetti non c'è.

La suggestione di Salvini è legare questo tema – ovvero la "droga libera" – all'allarme delle baby gang, che a sua volta viene legato alla proposta sullo Ius scholae: dare la cittadinanza ai ragazzi e bambini stranieri che hanno completato almeno un ciclo scolastico in Italia e sono arrivati entro i dodici anni, o nati qui ovviamente. E qui l'allarme è no alla "cittadinanza facile per gli immigrati", con riferimento alle famose baby gang. Su questo punto, però, ci ha pensato ieri la ministra Lamorgese a chiarire la situazione: "Non è un problema di integrazione dei migranti" perché le baby gang "spesso sono formate da soggetti autoctoni". Insomma, sono italiani.

1.449 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views