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Manovra economica 2023

Pensioni minime, reddito di cittadinanza e obbligo Pos: come può cambiare la manovra del governo

La manovra del governo Meloni può cambiare durante la discussione in Parlamento: da un lato pesano le indicazioni che arrivano dall’Ue, dall’altro le pressioni interne alla maggioranza spingono verso alcuni aggiustamenti.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La manovra cambia, anche se di poco. La legge di Bilancio del governo Meloni sarà più o meno quella presentata qualche settimana fa ma, sia per via dei commenti della Commissione Ue – che in ogni caso ha promosso i conti italiani – sia per via delle pressioni interne alla maggioranza, alcuni aggiustamenti verranno apportati durante la fase emendativa che si apre in Commissione alla Camera dei deputati. Ci saranno, insomma, diverse novità in primis sulla soglia minima per i pagamenti con il Pos (sotto la quale i commercianti potranno rifiutare carte e bancomat), ma anche su pensioni minime e Superbonus. E forse sul reddito di cittadinanza, che rischia di andare incontro a un ulteriore taglio.

I pagamenti con il Pos e il tetto al contante

Dopo il richiamo della Commissione europea, il governo avrebbe deciso di abbassare la soglia sotto la quale non è obbligatorio permettere ai clienti di far pagare con il Pos da 60 a 30 euro. "L'abbassamento della soglia a 30 euro per l'utilizzo del Pos è un'ipotesi allo studio, la stessa presidente Meloni aveva parlato a noi relatori e ai capigruppo di questa trattativa che lei stessa ha portato avanti con l'Europa – ha detto Roberto Pella, deputato di Forza Italia tra i relatori della manovra, a Radio 24 – La possibilità di scendere ci è stata richiesta". L'Ue ha chiesto anche conto del tetto al contante, alzato a cinquemila euro, e del condono fiscale sulle cartelle inferiori ai mille euro. Su questo, però, il governo non sarebbe disposto a fare passi indietro.

Quota 41, Opzione Donna e il reddito di cittadinanza

Stesso discorso per ciò che riguarda lo scivolo pensionistico con Quota 41, mentre su Opzione Donna si cerca ancora la quadra. Tra le indiscrezioni di oggi c'è anche un possibile taglio al reddito di cittadinanza per gli occupabili di una ulteriore mensilità nel 2023: i percettori che possono lavorare lo avrebbero dovuto ricevere per otto mesi il prossimo anno, poi lo stop definitivo. I mesi potrebbero scendere a sette per reperire circa 200 milioni di euro da reinvestire in manovra.

La discussione sull'aumento delle pensioni minime

Al di là delle frizioni con la Commissione europea – che riguardano anche tutta una serie di altri temi, dalla riforma fiscale cominciata e non completata dal governo Draghi a quella del catasto osteggiata proprio dal centrodestra – Meloni deve ascoltare anche le indicazioni che arrivano dalla sua maggioranza a livello parlamentare. Da giorni Forza Italia spinge per rivedere al rialzo le pensioni minime, come promesso da Berlusconi. Non si arriverà mai ai mille euro annunciati in campagna elettorale, ma l'obiettivo è provare a raggiungere i 600 euro almeno per gli over 75. Si tratta di una misura che, ovviamente, ha un costo. Il margine di manovra, però, è molto risicato. Quest'anno più che mai.

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