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Pdl Fuorisede, il pasticcio della delega in bianco al governo: tecnici Camera bacchettano la maggioranza

Errore nel testo della delega al governo per la proposta di legge sul voto dei fuorisede costringe la maggioranza a riscrivere e ripresentare un nuovo emendamento in extremis. Baldino (M5s): “Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione dell’arroganza e dell’inadeguatezza di questa maggioranza, che non sa neanche quello che scrive”.
A cura di Annalisa Cangemi
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I tecnici della Camera bacchettano la maggioranza. Non ha funzionato il blitz tentato con la proposta di legge delle opposizioni per il voto dei fuorisede: l'emendamento presentato e votato dal centrodestra in commissione Affari costituzionali contiene un errore grossolano, e va corretto. Cosa è successo?

Durante l'iter in commissione, con un emendamento del relatore del testo, il leghista Igor Iezzi, ha sostituito in blocco, di fatto azzerandolo, il testo unificato delle opposizioni, trasformandolo in una legge delega in bianco per l'esecutivo, "in materia di esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura".

Il tutto avvenuto tra le proteste delle forze di minoranza, che hanno visto nel colpo di mano un tentativo per ostacolare la legge, considerandolo un vero e proprio "scippo": la delega infatti dilata i tempi, perché concede al governo 18 mesi e ulteriori 12 mesi per i provvedimenti attuativi. Se l'esecutivo dovesse utilizzare tutti i 30 mesi a disposizione è evidente che si arriverebbe ben oltre le elezioni europee 2024. In ogni caso, trattandosi di una norma di stretta competenza parlamentare, come è appunto il funzionamento delle elezioni, il governo non avrebbe dovuto forzare la procedura, e avrebbe dovuto lasciare libero il Parlamento di seguire il normale iter.

Secondo il Servizio studi di Montecitorio ora l'emendamento della maggioranza è da riscrivere, perché, fanno notare, contiene una delega al governo senza indicare "principi e criteri direttivi", come appunto prescrive l'articolo 76 della Carta. Nell'articolo in questione si specifica infatti che "L'esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti". Dopo le perplessità espresse dai tecnici di Montecitorio la maggioranza ha presentato un nuovo emendamento ‘fuori sacco', in extremis, in vista della seduta dell'Aula, la prossima settimana, per ritoccare il testo della delega.

Vittoria Baldino, deputata pentastellata e vicepresidente del gruppo M5s a Montecitorio, ha commentato così la notizia: "Lo avevamo già denunciato, sia in commissione che in Aula, e per questo avevamo già preparato degli ordini del giorno e degli emendamenti per modificare il testo, sottolineando il fatto che fosse una delega assolutamente in bianco, che non rispettava il diritto costituzionale. Siamo di fronte all'ennesima dimostrazione dell'arroganza e dell'inadeguatezza di questa maggioranza, che non sa neanche quello che scrive, ma insiste nel voler portare avanti le sue idee malsane. Sono stati costretti a correggere l'errore con un emendamento, che a sua volta è stato poi corretto con un'altra versione. Questo intervento per noi comunque non risolve il vulnus", ha detto a Fanpage.it.

"Nella parte relativa allo sconto dei biglietti rimane l'indeterminatezza, e in ogni caso la maggioranza prevede il voto fuori sede solo per referendum ed elezioni europee, escludendo le elezioni politiche: specificano che le risultanze di questa sperimentazione verranno valutate ai fini dell'applicazione del voto fuori sede anche per le elezioni politiche, come se referendum ed europee fossero consultazioni minori", ha aggiunto a Fanpage.it.

Due giorni fa l'iter della proposta di legge, che darebbe finalmente il diritto di voto a 5 milioni di lavoratori e studenti fuori sede, aveva subito un nuovo arresto: l'esame della proposta di legge di Madia ed altri, e delle abbinate proposte di legge Magi e Della Vedova, Grippo e Pastorella, Zanella ed altri, Pavanelli, è stato rinviato di una settimana, perché la commissione Bilancio non aveva ancora redatto il parere sul provvedimento.

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