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Alle europee non si potrà votare fuori sede, slitta proposta di legge, M5s: “Destra teme i cambiamenti”

Neanche alle elezioni europee 2024 si potrà votare al di fuori del proprio comune di residenza. Il governo ha fatto slittare ancora una volta la proposta di legge per il voto dei fuorisede. Baldino (M5s) a Fanpage.it: “Questa destra ha un problema di resistenza a ogni forma di innovazione e cambiamento”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il diritto di voto per circa 5 milioni di fuori sede in Italia resta ancora una chimera. Dopo il colpo di mano di ieri della maggioranza, che con un emendamento del leghista Igor Iezzi ha sostituito integralmente, durante l'iter in commissione, il testo unificato delle opposizioni con una legge delega in bianco per l'esecutivo "in materia di esercizio del diritto di voto in un comune diverso da quello di residenza, in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura", arriva un nuovo intervento a gamba tesa della maggioranza: slitta di almeno una settimana l'esame in aula alla Camera della proposta di legge di Madia ed altri, e delle abbinate proposte di legge Magi e Della Vedova, Grippo e Pastorella, Zanella ed altri, Pavanelli, delle quali, grazie alla legge delega, è rimasto solo il nome, una cornice vuota.

"Strano slittamento quello deciso oggi. La commissione Bilancio non era pronta con il parere, rispetto a una legge delega il cui emendamento del governo era stato presentato già una settimana fa, una legge che tra l'altro era in calendario da un mese", ha commentato a Fanpage.it la deputata Vittoria Baldino, vicepresidente del gruppo M5s a Montecitorio.

Secondo la parlamentare del Movimento il governo non ha paura di far esprimere fuori sede perché la maggior parte sceglierebbe la sinistra e non il centrodestra: "Non penso che sia così, statisticamente. Credo invece che questa destra abbia un problema di resistenza a ogni forma di innovazione e cambiamento, soprattutto se si parla di innovazione digitale. Non hanno il coraggio di affrontare i burocrati, che non vogliono cambiare il sistema di voto italiano".

La pdl di Baldino per il voto dei fuori sede non è stata messa in calendario in commissione: "La mia proposta non è stata abbinata, perché la sottosegretaria all'Interno Ferro ha fatto una cosa assolutamente impropria: il governo ha dato parere contrario all'abbinamento di una proposta di legge, con una serie di motivazioni pretestuose e infondate, smontando articolo per articolo la pdl. Per cui la maggioranza della commissione, davanti al parere contrario del governo ha votato contro".

"La mia proposta era molto simile a quella Madia, anche se un po' più specifica: si entrava nei tecnicismi delle procedure di voto e sarebbe estesa a tutti, non solo ai fuori sede. In pratica attraverso la mia pdl si istituirebbe un nuovo meccanismo di voto: potrebbe votare chiunque, in qualunque posto si trovi, in maniera anticipata, attraverso dei seggi disseminati su tutto il territorio, individuati all'interno degli uffici postali, distribuiti in modo capillare in tutto il territorio nazionale, con una semplice tessera digitale che consente di votare una sola volta. Nulla di diverso rispetto a quanto avviene già in altri Paesi del mondo". 

La proposta della deputata Emma Pavanelli (M5s), che era stata invece abbinata, riprendeva una parte della proposta di legge Nesci, che era stata approvata in prima lettura nella scorsa legislatura, e consentirebbe di votare fuori sede per i referendum e per le elezioni europee, ma solo nel giorno previsto per il voto, non con il meccanismo dell"early voting'. Con la trasformazione della proposta di legge in delega al governo invece i fuori sede saranno esclusi ancora una volta dal voto per le prossime elezioni europee, che sono state fissate nel 2024: i tempi infatti sono troppo stretti, perché l'esecutivo ha 18 mesi e ulteriori 12 mesi per i provvedimenti attuativi.

"Sicuramente il termine dei 18 mesi non sarà rispettato, perché il governo sta ponendo una serie di problemi e criticità, che sembra non voler risolvere", ha osservato Baldino. In realtà la commissione tecnica Bassanini, istituita nella scorsa legislatura  ministro D'Incà, ha già sciolto tutti i problemi tecnici. "Nessuno nega che questa sia una materia complessa, proprio per questo era stata istituita la commissione Bassanini, che ha elaborato un ‘libro bianco'. Ora il governo dovrebbe consultarlo, invece di fingere che non sia stato fatto. Anche perché non è un lavoro del M5s", ha spiegato Baldino.

Le proteste

"Il governo – ha detto in assemblea il presidente commissione Bilancio Giuseppe Mangialavori (FI) ci ha chiesto almeno una settimana di tempo per esprimere i pareri" sul provvedimento, che infatti è stato rinviato. L'esame dei testi riprenderà dunque la prossima settimana, con la relativa calendarizzazione che sarà definita nella riunione della conferenza dei capigruppo della Camera, in programma domani, 24 maggio, come ha sottolineato il presidente di turno, Giorgio Mulè.

"Uno schiaffo al Parlamento", ha commentato Federico Fornaro del Pd. "Siamo sconcertati, è dilettantismo", ha aggiunto il pentastellato Alfonso Colucci. Per Avs, con Filiberto Zaratti, "questa vicenda sta diventando paradossale, si nega il diritto di voto a 5 milioni di persone". Anche Az-Iv, con Valentina Grippo, e +Europa, con Benedetto Della Vedova, hanno criticato le scelte di maggioranza e governo.

"Il voto fuorisede era nel programma elettorale di +Europa, una innovazione dovuta e doverosa ai cinque milioni di italiani che, vivendo al di fuori della loro provincia di residenza, hanno difficoltà a votare. Ecco perché quello che sta accadendo è gravissimo: la maggioranza interviene a gamba tesa, svuotando il provvedimento e inventandosi una delega addirittura a 18 mesi che nessuno voleva", ha detto il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova, intervenendo alla Camera. "Se avete il coraggio venite in aula e votate contro il disegno di legge delle opposizioni, ma – ha aggiunto Della Vedova rivolgendosi a governo e maggioranza – non potete sequestrare il diritto dell'opposizione di portare una proposta di legge di propria iniziativa. La realtà è che volete sabotare il diritto al voto degli italiani fuorisede per una ragione semplice: perché temete che quei 5 milioni di italiani fuorisede non voterebbero per voi. Vi appropriate del disegno di legge per farvi gli affari elettorali vostri".

"Avete presentato un maxiemendamnento che modifica ancora il testo, lo avete trasformato in una delega incostituzionale, poi avete stabilito un tempo di 18 mesi e ulteriori 12 mesi per i provvedimenti attuativi – ha detto Valentina Grippo (Az-Iv) – In realtà la maggioranza non vuole far votare 5 milioni di elettori alle Europee. Oggi si verifica un ulteriore strappo, e il vulnus costituzionale che apriamo oggi è grave: si crea un precedente, ovvero su qualsiasi legge che arriva in Aula, quando si tratta di una legge delle opposizioni, il governo e la maggioranza decidono con un emendamento che azzera il lavoro del Parlamento e si delega tutto al governo, già si va avanti a suon di fiducie e decreti…".

Per la maggioranza ha replicato Alessandro Urzì di FdI: "Ho sentito espressioni lunari. Anche per noi è una priorità il voto dei fuori sede e le Europee non sono tra una settimana…". 

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