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Open Arms, Salvini attacca dopo rinvio a giudizio: “Si usa il tribunale per fare politica”

Dopo il rinvio a giudizio sul caso Open Arms, il leader della Lega, Matteo Salvini, torna all’attacco: “Il rinvio a giudizio, detto che non mi toglie il sonno, è frustrante e molto pericoloso perché crea un precedente. Si usa il tribunale per fare politica”. La sua legale, Giulia Bongiorno, ribadisce che la scelta “fu dettata dalla linea politica del governo Conte 1”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dopo il rinvio a giudizio per il caso Open Arms, è lo stesso Matteo Salvini a intervenire con un’intervista sul Corriere della Sera e a difendersi anche sui giornali, oltre che in tribunale. “Il rinvio a giudizio, detto che non mi toglie il sonno, è frustrante e molto pericoloso perché crea un precedente. Si usa il tribunale per fare politica”, è l’accusa lanciata dal leader della Lega ed ex ministro dell’Interno. Secondo Salvini “qui non ci sono reati, c’è un atto politico preso da un intero governo. Contrastare gli scafisti, difendere i confini non sono reati. Ho difeso gli interessi del mio Paese o il mio interesse personale?”. Inoltre, questa la sua linea difensiva, se ci fosse stato un reato, allora andrebbe “addebitato a tutti quelli che hanno contribuito ad adottare una certa strategia”.

La linea difensiva di Salvini sul caso Open Arms

Secondo l’ex ministro dell’Interno è “evidente che la sinistra vuole vincere in tribunale le elezioni che perde nelle urne, in nessun Paese al mondo si mandano a processo gli avversari”. Anche Giulia Bongiorno, legale di Salvini, spiega la linea difensiva del suo assistito in un’intervista a La Stampa: “La decisione dell'allora ministro Salvini di non far sbarcare i 147 migranti dell'Open Arms fu dettata dalla linea politica del governo Conte 1. Faccio fatica, quindi, a pensare che ora il leader della Lega debba andare a processo. Ci sono ambiti politici in cui i magistrati non devono entrare. Le sentenze non si possono sostituire ai voti. I tribunali non si possono sostituire alle urne”.

Gelmini: mi ricorda processi a Berlusconi

Bongiorno spiega: “L'udienza preliminare è un'udienza filtro, non una sentenza di condanna, tuttavia non si è tenuto conto della linea politica del governo Conte 1 per cui i salvataggi in mare dovevano avvenire solo quando erano di competenza e necessari. L'Open Arms, invece, batteva bandiera spagnola e i salvataggi potevano avvenire in acque libiche e maltesi, quindi l'Italia non c'entrava nulla. Salvini attuò la linea politica del governo in modo condiviso”. Sul rinvio a giudizio di Salvini sul caso Open Arms interviene anche la ministra per gli Affari regionali e rappresentante di Forza Italia, Mariastella Gelmini, su Radio 24: “Mi limito ad osservare che le scelte in Consiglio dei ministri sono sempre collegiali, trovo un po' surreale il rinvio a giudizio di un solo ministro. La scelta, giusta o sbagliata che sia, Salvini non l'ha presa da solo. Fatico a comprendere, mi ricorda vicende che in questi anni il presidente Berlusconi ha vissuto a piene mani”.

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