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Ok della Cassazione sui referendum sulla Giustizia: possibile voto già in primavera

Via libera della Cassazione ai sei referendum sulla Giustizia, promossi da Lega e Partito Radicale. Con la decisione dei giudici non è più necessario il deposito delle firme previsto per domani. Salvini: “Finalmente gli italiani avranno l’opportunità di cambiare la Giustizia! Appuntamento in primavera. Un ringraziamento a chi ha firmato, a chi era presente ai gazebo e nelle piazze, a chi ha dato una mano da Nord a Sud”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Via libera ai sei referendum sulla Giustizia, promossi da Lega e Partito Radicale. Lo ha stabilito la Corte Suprema di Cassazione, accogliendo la richiesta dei consigli regionali di Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria, Veneto.

La decisione dei giudici anticipa, e rende quindi superfluo, il deposito delle firme certificate previsto per domani: tra le 700mila e le 775mila a seconda del quesito, oltre a 18mila adesioni elettroniche. Il totale provvisorio e' di 4.275.000 autografi, ma questa mattina nella sede milanese della Lega in via Bellerio ne sono arrivate altre 80mila", ha fatto sapere il Carroccio con una nota.

I referendum riguardano la riforma del Csm, la responsabilità diretta dei magistrati, l'equa valutazione dei magistrati, la separazione delle carriere, i limiti agli abusi della custodia cautelare, l'abolizione della legge Severino. Salvini ha annunciato il traguardo raggiunto aggiungendo che "gli italiani avranno l’opportunità di riformare la giustizia. Appuntamento a primavera. Un ringraziamento a chi ha firmato, a chi era presente ai gazebo e nelle piazze, a chi ha dato una mano da Nord a Sud. Vince la squadra, Amici", ha scritto su Facebook.

"Il partito di Matteo Salvini ha preparato le sottoscrizioni certificate dopo mesi di accurati controlli – si legge ancora nella nota di via Bellerio – che hanno visto la mobilitazione di decine di parlamentari, consiglieri regionali e decine di militanti da Ferragosto a oggi con il coordinamento di Roberto Calderoli. I moduli con le firme sono stati distribuiti in ben 368 scatoloni che hanno riempito tre furgoni. Ci sono anche sei hard disk che contengono le firme digitali e i certificati elettorali. I referendum hanno incassato un'adesione bipartisan e hanno mobilitato molti volti noti.

Hanno sottoscritto i quesiti anche Pierluigi Battista, Maurizio Belpietro, Giulia Bongiorno, Hoara Borselli, Mauro Corona, Mauro Coruzzi in arte Platinette, lo chef Alessandro Circiello, Guido Crosetto, Paolo Del Debbio, Alda D'Eusanio, Vittorio Feltri, Roberto Giachetti, Mario Giordano, Maria Giovanna Maglie, Simonetta Matone, Paolo Mieli, Giovanni Minoli, Augusto Minzolini, Luca Palamara, David Parenzo, Nicola Porro, Gabriella Privitera Corona madre di Fabrizio, Alessandro Sallusti, Vittorio Sgarbi, Sergio Staino, Francesco Storace, Giovanni Terzi, Gaia Tortora, Michele Vietti ex vicepresidente del Csm. Nonostante il ‘no' di Enrico Letta, nel Pd si sono espressi a favore Goffredo Bettini, Giorgio Gori, Luciano Pizzetti (deputato Pd e sottosegretario di Stato con i governi Gentiloni e Renzi), ma anche il senatore Gianni Pittella, ex socialista, e l'europarlamentare Massimo Smeriglio.

Hanno firmato tutti i ministri e i governatori della Lega. L'appoggio ai referendum è stato ribadito da Silvio Berlusconi e da Giorgia Meloni. Hanno aderito anche i centristi dell'Udc, con Lorenzo Cesa e Antonio de Poli, e il leader di Italia Viva Matteo Renzi.

I cittadini potrebbero essere chiamati a votare tra aprile e giugno, anche se si attende ancora il parere della Corte Costituzionale. Nello stesso periodo potrebbero celebrarsi anche i referendum per l’eutanasia legale e quello per la legalizzazione della cannabis, che hanno già raggiunto il numero di firme necessarie e sono in attesa del vaglio da parte della Cassazione.

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