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Nuovo voto su Draghi e sospensione per Crimi: le richieste di attivisti e parlamentari del M5s

La base del Movimento 5 Stelle si spacca: parlamentari e attivisti chiedono, attraverso una serie di petizioni online, di votare di nuovo su Rousseau sul governo Draghi, ma anche di sospendere il capo politico Vito Crimi e di non espellere chi domani voterà in dissenso contro la fiducia. I firmatari delle petizioni vogliono ripetere la votazione con un quesito meno “ingannevole” e consapevoli della composizione della squadra dei ministri.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Nuovo voto sul governo Draghi, sospensione per Vito Crimi, non espellere chi dirà no alla fiducia al governo. Sono tutte richieste della base del Movimento 5 Stelle, di attivisti e parlamentari in dissenso con le ultime scelte del partito, raccolte in una serie di petizioni lanciate online sulla piattaforma Change.org. Un appello al garante, Beppe Grillo, per chiedere una nuova votazione sulla piattaforma Rousseau dopo la formazione del governo. Per mettere gli iscritti in condizione "di esprimersi sulla base di un quesito onesto, sincero, veritiero e reale sul ruolo del Movimento 5 Stelle nel governo Draghi". Ma non solo, attivisti e parlamentari pentastellati chiedono anche di votare sulle "responsabilità personali dell'attuale capo politico pro tempore Vito Crimi e del comitato di garanzia per l'avallo di una consultazione ingannevole", in riferimento alla formulazione del quesito della scorsa settimana. Viene richiesto "l'immediato sollevamento dagli incarichi", con una sospensione preventiva in attesa delle procedure disciplinari interne. Tra i parlamentari firmatari di queste petizioni ci sarebbero anche le senatrici Barbara Lezzi, Luisa Angrisani, e Bianca Laura Granato.

Le richieste non si fermano alla nuova votazione e alle sanzioni per Crimi: non si può espellere chi si esprimerà in dissenso domani e dopodomani, quando il governo Draghi sarà alla prova della fiducia alle Camere. "Pretendere dai nostri portavoce nazionali il voto di fiducia al governo Draghi e di punirli con l'espulsione è da ritenere profondamente illegittimo e ingiustificato – scrivono gli autori della petizione – vista la confusione creata dalla totale incoerenza e tendenziosità del quesito sottoposto". E se ciò non dovesse verificarsi: "Siamo fermamente convinti che l’adozione di eventuali sanzioni determinerebbe una grave rottura all'interno del Movimento. Per questo, in qualità di portavoce e attivisti del Movimento 5 Stelle, dichiariamo sin da ora di essere pronti ad auto-sospenderci e a mettere in campo azioni ed iniziative nazionali qualora ciò si verificasse".

L'addio di Alessandro Di Battista ha lasciato il segno: "La perdita di credibilità oltre che di compattezza, per non aver dato seguito ad una votazione reale e concreta sul governo Draghi, ha portato il gravissimo volontario allontanamento di Alessandro Di Battista, che si traduce in una incommensurabile perdita". Chi firma la petizione, dicendo di essere iscritto al Movimento 5 Stelle, spiega che non c'è più condivisione delle scelte a livello politico, che invece vengono "calate dall'alto". Poi ricordano l'origine del partito: la "democrazia partecipativa". La deviazione dalla strada originale viene pagata con "il crollo dei consensi" dal 2018 in poi.

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