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Covid 19

Nuovi parametri per colori Regioni: in giallo se intensive occupate al 5% e reparti ordinari al 10%

I nuovi criteri per il sistema dei colori delle Regioni dovrebbero dare meno peso a Rt e incidenza e maggior rilievo a ospedalizzazioni. Si discute già di possibili percentuali: dovrebbe andare in zona gialla una Regione con un’occupazione delle terapie intensive superiore al 5% dei posti letto a disposizione e con quella dei reparti ordinari superiore al 10%. La cabina di regia dovrebbe decidere entro domani i contenuti del nuovo decreto.
A cura di Annalisa Cangemi
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Si discuterà di percentuali e di limiti, ma di sicuro qualche modifica ai parametri che regolano il sistema delle Regioni ci sarà. Oggi ne discuteranno le Regioni, in vista del Consiglio dei ministri che si terrà entro giovedì e che varerà il nuovo decreto. A decidere sarà comunque la cabina di regia con i rappresentanti dei partiti di maggioranza, che stabilirà i punti principali del nuovo decreto, che probabilmente sarà in vigore da lunedì. La riunione potrebbe essere convocata già domani. I nuovi passaggi di colore delle Regioni potrebbero essere stabiliti insomma con criteri differenti, per dare meno peso ai nuovi contagi.

I governatori chiederanno dunque all'esecutivo di mettere da parte il parametro dell'incidenza – al momento con 50 casi ogni 100mila abitanti oggi si va in zona gialla – e di dare maggiore rilievo invece alle terapie intensive e ai ricoveri nei reparti ordinari. In questa fase della pandemia i casi stanno aumentando, soprattutto quelli legati alla variante Delta: il tasso di positività è salito al 2,3%. Dare più risalto a incidenza e Rt significa condannare già dalla prossima settimana Regioni al momento in bianco a nuove restrizioni, anche se la situazione è sotto controllo. Le prime Regioni per cui potrebbe scattare il giallo già da lunedì 26 sarebbero Sicilia e Sardegna, e con la stagione turistica che sta entrando nel vivo questo potrebbe essere un problema per il settore alberghiero.

Per questo l'idea del governo, su proposta delle stesse Regioni, è quella di fissare nuovi paletti: dovrebbe andare in zona gialla la Regione con un'occupazione delle terapie intensive superiore al 5% dei posti letto a disposizione e con quella dei reparti ordinari superiore al 10%. Al momento i tassi di occupazione nazionali sono rispettivamente dell'1,9% e del 2,1%.

Secondo l'ultimo monitoraggio, se dovesse passare questa linea, nessuna Regione andrebbe in giallo da lunedì 26: la media nazionale di occupazione dei posti letto, sia in terapia intensiva che nelle aree mediche, è al 2%. Le Regioni più a rischio per il livello di occupazione delle rianimazioni sono la Toscana (3,4%), la Sicilia (3,1%), la Liguria (2,8%) e il Lazio (2,7%) mentre nei reparti ordinari la Calabria è al 5,5%, la Campania al 5,1%, la Sicilia al 4,6%. Numeri al momento comunque lontani dalla soglia di rischio che potrebbe essere introdotta.
Il ministro della Salute Speranza considera "ragionevole" la richiesta delle Regioni di far pesare di più il tasso di ospedalizzazione rispetto agli altri indicatori. In questo momento la campagna vaccinale è a buon punto, è il ragionamento, con 27 milioni di vaccinati con entrambe le dosi – significa il 50,57% della popolazione over 12 – e i circa 7 milioni che devono fare il richiamo. Non ha senso quindi non considerare questo dato. "È una riforma che ha senso – ha detto il coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli – perché abbiamo la variabile della copertura vaccinale". +

Cosa ci sarà nel nuovo decreto

Più difficile invece la trattativa sul green pass, per il quale non c'è accordo. A dividere le forze di maggioranza è l'uso del certificato verde per i ristoranti al chiuso. Ma il documento potrebbe diventare obbligatorio anche per andare in discoteca, al cinema, in palestra, sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza, come treni o aerei. Scontato invece il rilascio del green pass dopo le due dosi: non basterà più insomma attendere 15 giorni dalla prima somministrazione per poterlo ottenere. Nel nuovo decreto potrebbe rientrare anche l'obbligo vaccinale per gli insegnanti, in vista della riapertura delle scuole a settembre, visto che ci sono anche molti docenti non immunizzati (il 15%). Ma la questione è controversa, considerati anche i problemi di carenza di organico nel mondo della scuola.

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