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Morassut: “Sostengo Elly Schlein perché così il PD è una gabbia che impedisce i cambiamenti”

Roberto Morassut, già vicesindaco di Roma e sottosegretario nel governo Conte II, interviene nel dibattito congressuale del PD con un’intervista a Fanpage.it: “Così la costituente è finta. Il partito non si può permettere un congresso normale, tradizionale, dai toni compassati, necessita invece di un congresso di rottura per questo sostengo Elly Schlein”.
A cura di Valerio Renzi
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Non è sfuggito che la sua è stata la prima dichiarazione di sostegno un esponente dem, al termine dell'evento in cui Elly Schlein ha terminato il suo discorso dicendo "voglio essere la nuova segretaria del Partito Democratico"…

Penso che l'appuntamento del Monk sia stato un evento politico di rottura, utile al PD che versa in uno stato di salute molto grave. Il partito non si può permettere un congresso normale, tradizionale, dai toni compassati, necessita invece di un congresso di rottura che introduce anche un trauma, una discontinuità forte. Elly Schlein sta tentando di determinare che questo avvenga e per questo la sostengo. Vedremo come andrà nei prossimi messi.

Lei è molto critico sulla gestione di questa fase congressuale. Perché?

Di costituente c'è solo il nome. È un congresso chiuso, manca ancora della necessaria partecipazione popolare. Io proposi, dopo la sconfitta nel referendum costituzionale e il tramonto dell'era Renzi, di dare vita a una fase costituente. Era il 2016 ed era già chiaro che un ciclo del PD era concluso e bisogna aprirne un altro, arrivando a immaginare la costruzione di un nuovo soggetto politico. Una fase costituente doveva ieri e dovrebbe servire ancora di più oggi a prendere le distanze da una forma partito diventata sclerotica, preservando però i valori fondanti del PD. Per questo anche l'idea di cambiare nome non mi scandalizzava allora e non mi scandalizza oggi, io proposti "Democratici" senza la parola partito davanti. Sia Martina, che propose una costituente, sia Zingaretti con Piazza Grande hanno tentato di produrre questa rottura, fallendo non per loro incapacità di segretari ma perché nella gabbia di questo PD è impossibile produrre qualsiasi rottura.

Tornando all'idea di cambiare nome che sembra non dispiacergli: Matteo Ricci ha parlato di Partito del Lavoro. non la convince?

Il partito del lavoro non mi trova d’accordo. È una prospettiva arretrata rispetto a quella “democratica”. Ci chiude in una ridotta rivendicativa e para sindacale. Semmai dobbiamo dare respiro e aggiornare l’ispirazione del Lingotto costruendo una sinistra critica e di movimento che sappia affrontare la necessità di grandi riforme di struttura radicali. Il nostro riformismo di questi anni è stato spesso molto letterario e retorico.

Eppure in molti se la prendono proprio con un PD che ha sempre mantenuto un'ambiguità ideologica e di collocazione, in particolare la sinistra oggi chiede il partito si collochi senza ambiguità per una critica al neoliberismo e al capitalismo…

C'è un grande equivoco. Il Lingotto non è un manifesto interclassista, ma rappresenta un grande anelito alla giustizia sociale e un impegno all'espansione dei diritti. La nostra aspirazione è sempre stata coniugare diritti civili e diritti sociale, aspetti che nel Novecento non sempre sono stati convergenti. Se c'è stato un momento in cui il PD può avere interpretato l'idea di ‘Partito della nazione è stata una fase della segreteria Renzi, un leader che ha perduto però nel dibattito interno. Tornare a una visione classicamente socialdemocratica è un arretramento rispetto alle domande, al plurale, di libertà e diritti che vengono dalla società. Questo non vuol dire che dobbiamo rinunciare a essere critici con il paradigma economico e di sviluppo.

Quindi neanche l'idea di aggiornare la Carta dei Valori condivide?

Il comitato nominato per la costituente non ha alcuna legittimazione per cambiare la Carta dei Valori senza un mandato e un confronto popolare che è del tutto assente. Questa cosa di enorme valore non si può fare con pronunciamenti di apparato. Questa costituente, fatta così, va fermata È assurdo che sia stato incaricato un comitato costituito per la totalità da eletti “nominati”. Letta purtroppo non ha mai trovato nemmeno il modo di ringraziare, non dico chi è stato eletto sul campo nei pochi collegi uninominali dove abbiamo battuto la destra, ma almeno i militanti di quei territori che lo hanno permesso… Agiamo per linee burocratiche e scontate, convenzionali. Nelle nostre scelte politiche e sui gruppi dirigenti non c’è mai un pizzico di verità. Solo scontatezza burocratica. E con questo modo vogliamo fare il “nuovo Pd”? È comico.

Insomma il PD è già di "sinistra" per lei?

Si può fare benissimo una politica di “sinistra” da Democratici. Anzi di più. Io sono favorevole ad un prelievo patrimoniale sulle grandi rendite, finalizzato all’occupazione giovanile. Voglio ricordare che la sola “imposta patrimoniale” di in certo significato è quella da me introdotta nel Testo Unico per l’edilizia nel 2015 in base alla quale chi ottiene da un Comune una valorizzazione immobiliare rende al comune stesso la metà almeno dell’utile aggiuntivo. È una misura di riequilibrio della rendita urbana. È legge. Ma molti comuni e regioni non la applicano. Sarebbe interessante una inchiesta della Corte del Conti anche a fini penali.

Eppure chi sembra candidarsi a rappresentare le fasce più deboli in questo momento è più il Movimento 5 Stelle di Conte che il PD, Conte che sembra determinato a drenare consensi proprio ai dem…

Giuseppe Conte sta mettendo al primo posto la contesa elettorale con il Partito Democratico e al secondo posto la lotta alle destre. Questo è un fatto politico grave e lesivo degli interessi di uno schieramento popolare e di sinistra. La lotta di Conte al PD dimostra che non è un leader progressista, ma un leader populista e moderato. Per scongiurare questo disegno dobbiamo investire tutto su noi stessi, sulla rigenerazione del partito, un progetto radicale. Per questo mi auguro che la candidatura di Elly Schlein venga sostenuta anche dalla sinistra interna che ha una visione progressista delle questioni del nostro tempo, che possa competere con la proposta di Bonaccini che non mi sembra in grado di rispondere al bisogno di rottura che io avverto, né tantomeno alla competizione di Conte da una parte e di Renzi e Calenda dall'altro.

Un'ultima domanda, rivolta al dirigente politico di lungo corso. Non le sembra che le energie migliori della società, quelle che esprimono idee nuove e potrebbero rappresentare un rinnovamento della classe dirigente si tengono ben lontane dalla politica dei partiti?

Porcellum prima e Rosatellum dopo hanno stroncato la possibilità di partecipazione politica effettiva dei cittadini, e compromesso ulteriormente il rapporto tra partiti politici e società. I partiti sono diventati sempre di più strutture chiuse, non facciamo eccezioni neanche. Se ci sarà la discussione sul sistema elettorale io ritengo che dovremmo avere il coraggio di farci portatori della nostra storica proposta, di una legge sul modello francese, un presidenzialismo a doppio turno in cui i collegi, il rapporto tra elettori ed eletti torni ad avere un peso determinante. E nel farlo dovremmo avere il coraggio di andare a vedere le carte della destra discutendo sul serio di un sistema semi presidenziale. Un sistema nuovo potrebbe liberare tante energie.

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