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Guerra in Ucraina

Missione medici russi in Italia, Di Maio: “Per la pandemia abbiamo ricevuto aiuti da tutto il mondo”

Il titolare della Farnesina Luigi Di Maio ha replicato agli attacchi dell’ambasciatore russo Razov: “Quando l’Italia è entrata come primo Paese nella pandemia ha ricevuto aiuti da tutti paesi del mondo, da est a ovest. Dopo gli aerei russi ad esempio sono arrivati anche aerei ucraini”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"L'Italia finché non c'è stata l'invasione dell'Ucraina ha sempre avuto con la Russia un rapporto che si basava sul quinto principio del ‘selective engagement', lavoravamo su obiettivi comuni. Però vorrei chiarire anche quando l'Italia è entrata come primo Paese nella pandemia ha ricevuto aiuti da tutti paesi del mondo, da est a ovest. Dopo gli aerei russi ad esempio sono arrivati anche aerei ucraini". Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha replicato a Rainews 24 all'ambasciatore russo Razov, che questa mattina a Piazzale Clodio a R0ma ha incontrato i giornalisti e ha presentato un esposto contro il quotidiano La Stampa.

Sergej Razov ha attaccato il governo italiano, ricordando ancora una volta l'aiuto fornito da una spedizione di medici e militari russi, durante la prima fase della pandemia in Italia, una missione concordata dall'allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e che fu pagata dall'Italia, secondo alcune ricostruzioni. Sul caso Italia viva ha anche presentato un'interrogazione al ministro della Salute Speranza.

Quell'iniziativa, ha detto il diplomatico, "è stata accolta all'aeroporto militare dal ministro dell'Interno e dal capo di Stato maggiore. I partecipanti alla missione sono andati solo nei posti indicati dall'Italia, precisamente a Bergamo, all'epoca centro della pandemia".

"Facevano solo quello che veniva detto dai colleghi italiani – ha detto – La missione russa è terminata quando l'Italia ha proposto di terminarla. Le autorità hanno espresso gratitudine per quanto fatto. Al popolo italiano è stata tesa una mano di aiuto che qualcuno ora morde in modo poco onorevole. Se dopo due anni la vicenda riemerge è forse per motivi di politica interna sui quali noi non interferiamo. Sono cose vostre e la prima legge della diplomazia è non interferire in affari interni del Paese, ma provo vergogna per questa caccia alle streghe". L'ambasciatore ha negato poi che il governo italiano pagò per quel supporto, in tutto 16-17 aerei di trasporto russi e oltre 100 persone in aiuto: "Non ho fatto il calcolo di quanto sia costato alla Russia. È stata una mano di aiuto e non so chi voglia morderla".

La versione del Copasir sulla spedizione russa

Per questa vicenda l'ex premier Giuseppe Conte è stato sentito ieri pomeriggio dal Copasir, secondo cui la missione russa in Italia del 2020 durante l'emergenza Covid era legata più a una forma di propaganda che di ricatto all'Italia. Lo ha spiegato oggi Adolfo Urso, presidente del Copasir, intervistato da ‘Il Fatto Quotidiano'. "Abbiamo deciso di audirlo subito (il leader M5s ndr), anche su richiesta dello stesso Conte per effettuare tempestive verifiche e non alimentare eventuali strumentalizzazioni".

Parlando dell'attività del Copasir sulla missione russa spiega: "Lo abbiamo scritto senza infingimenti nella relazione sulla base di quanto allora hanno riferito il ministro della Difesa Guerini e le Agenzie dei servizi: ‘Da quanto si è appreso, la missione russa si sarebbe svolta esclusivamente in ambito sanitario con il compito di sanificare ospedali e Rsa e il convoglio si è mosso sempre scortato da mezzi militari'. Questo è quanto risultava dai nostri riscontri". I russi dovevano occuparsi appunto della sanificazione di ospedali e Rsa: "Poi noi possiamo accertare se le misure predisposte siano state adeguate per garantire la sicurezza nazionale". E alla domanda se la missione avesse anche obiettivi di intelligence e propaganda, Urso ha risposto così: "Una cosa sono le intenzioni, altro i risultati l'effetto propagandistico era evidente anche dall'hashtag #dallaRussiaconamore".

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