576 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Minniti: “Non è possibile che accoglienza spetti solo a Italia. ONG collaborino con la polizia giudiziaria”.

Il ministro dell’Interno riferisce in Parlamento sulla questione migranti e spiega i contenuti del codice sulle ONG: “Dovranno collaborare con la polizia giudiziaria e lavorare in coordinamento con la Guardia Costiera”.
A cura di Redazione
576 CONDIVISIONI
Immagine

C’era grande attesa per le comunicazioni del ministro dell’Interno Marco Minniti all’indomani della diffusione dell’action plan della Commissione Europea per contenere la pressione migratoria nel Mediterraneo Centrale e “aiutare” l’Italia nella gestione dell’accoglienza.

Il ministro ha riferito alla Camera sui contenuti del piano, parlando di un grande passo in avanti e rivendicando i meriti dell’azione di Governo, di concerto con le istituzioni europee e con Francia e Germania. In particolare, Minniti si è detto soddisfatto del via libera della Commissione a una delle proposte cardine del piano italiano: il codice di comportamento per le ONG che operano in mare nella search and rescue. Si tratta di una priorità secondo il ministro dell’Interno, considerando che le statistiche sui salvataggi in mare mostrano ancora l’incidenza dell’operato delle organizzazioni non governative: solo nell’ultimo mese, infatti, i soccorsi sono stati fatto per il 34% dalle ONG, 28% Guardia Costiera, 11% Frontex, 8% Operazione Sophia, 7% singoli mercantili.

"Serve avere un coordinamento tra le attività di salvataggio in acque libiche da parte della Guardia costiera con le attività delle Ong", ha detto Minniti in Aula, aggiungendo che le navi delle organizzazioni non governative dovranno collaborare con la polizia giudiziaria in merito al traffico di esseri umani, ribadendo: “Non facciamo generalizzazioni, ma un Paese serio prende tutte le misure per coniugare la salvezza della vita con le esigenze della propria sicurezza e l'obiettivo di combattere i trafficanti”.

La partita si gioca in Libia, ha aggiunto: “C’è un rapporto forte tra la stabilizzazione della Libia e la lotta ai trafficanti di essere umani. Combattere i trafficanti di essere umani in Libia significa dare un contributo fondamentale per la stabilizzazione della zona, è complicato, ma l'Italia è strategicamente interessata alla stabilità”. Anche per questo continueremo ad aiutare la guardia costiera libica e “nei prossimi giorni faremo una riunione a Tripoli con i sindaci della Libia per discutere con loro su come sganciarsi dal giogo dei trafficanti di esseri umani”.

Il ministro dell’Interno ha concluso spiegando che “l'accoglienza ha un limite nella capacità di integrazione”, perché “la sicurezza è un bene comune” e se è vero che l’Italia in questi anni “ha dato una prova straordinaria di accoglienza”, l’Europa deve capire che “non è possibile separare la salvezza in mare dalla terra che accoglie”. In poche parole, ha chiosato, “non è possibile che le operazioni di salvataggio siano di tutti e l’accoglienza spetti a un solo Paese”.

576 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views