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Covid 19

Migranti, Lamorgese: “Pochissimi contagi tra chi è arrivato in Italia”

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in un’intervista a Famiglia Cristiana fornisce alcuni dati riguardanti i migranti e i casi di contagio da Covid registrati per chi è arrivato in Italia in questi mesi: “I casi di contagi tra i migranti sono stati, almeno fino a ora, pochissimi, nell’ordine delle unità”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il ministro dell’interno, Luciana Lamorgese, parla in una lunga intervista a Famiglia Cristiana del Covid e anche del tema dei migranti. Proprio su questi due aspetti si sofferma, spiegando che il numero di migranti arrivati in Italia e risultati positivi è davvero minimo: “I casi di contagi tra i migranti sono stati, almeno fino a ora, pochissimi, nell’ordine delle unità”. Il discorso sull’immigrazione del ministro dell’Interno parte da lontano: "L’immigrazione è un fenomeno strutturale che va gestito senza alimentare le paure. I fenomeni migratori, piuttosto, vanno governati facendo perno sul senso di responsabilità dell’Europa e favorendo, quando ci sono le condizioni, i corridoi umanitari per l’ingresso in sicurezza di chi scappa dalle zone di guerra e dalle dittature. L’Europa, con il contributo di alcuni Paesi più generosi di altri, che hanno dato vita a settembre del 2019 all’accordo di Malta, ha già espresso grande solidarietà nei confronti dell’Italia. Anche per questo, ora, c’è la necessità di una nuova strategia migratoria per l’Unione europea”.

I casi di contagio da Covid tra i migranti

Lamorgese si sofferma sul pericolo contagi tra i migranti: “In questi ultimi tre mesi di emergenza i flussi delle due rotte che più interessano l’Italia, quella mediterranea e quella balcanica, non si sono certo esaurite”. Il ministro ricorda che sono stati utilizzati anche i “traghetti per la quarantena dei migranti, in modo da non pesare sulle strutture del Servizio sanitario nazionale. I casi di contagio tra i migranti sono stati, almeno fino a ora, pochissimi, nell’ordine delle unità”. Il ministro parla anche dei dati sui controlli effettuati in Italia durante l’emergenza: “Dall'11 marzo al 7 giugno sono stati controllati quasi 17 milioni di cittadini: i denunciati sono stati poco più di 450 mila. E anche i dati sugli esercizi commerciali rispecchiano questa tendenza: 10 mila sanzioni su 6,5 milioni di controlli; gli italiani hanno offerto una grande prova di maturità”.

Lamorgese: dare risorse a famiglie per evitare infiltrazioni

Per il rilancio post-Covid, Lamorgese si concentra anche sull’aspetto economico: “Bisogna distribuire in fretta le risorse a famiglie e imprese, prima che la crisi di liquidità favorisca l'usura e attiri le cosche. Magistratura e forze di polizia stanno monitorando con molta attenzione i segnali che indicano i cambiamenti di strategia, talvolta molto veloci, operati dalla criminalità organizzata, non solo mafiosa. In questo momento, infatti, c'è un rischio di infiltrazione nei settori dell'economia legale più colpiti e quindi caratterizzati da una mancanza di liquidità senza precedenti”.

Per Lamorgese è quindi “fondamentale la rapida erogazione delle ingenti risorse destinate a famiglie e imprese in difficoltà per evitare che la situazione di sofferenza economica e sociale si trasformi in occasione di illeciti e facili guadagni per la criminalità. Eventuali ritardi rischiano di favorire i sodalizi criminali che possono mettere a disposizione, anche con prestiti usurari, i loro ‘aiuti’ per fare fronte alla crisi; ma non per questo lo Stato può rinunciare ai controlli antimafia per scongiurare che soldi pubblici finiscano in mani sbagliate”.

L'emersione del lavoro nero

Il ministro dell’Interno parla anche della norma contenuta nel decreto Rilancio per l’emersione del lavoro nero: “Il processo di emersione del lavoro nero andrà avanti fino al 15 luglio. I primi dati che arrivano ci indicano una consistente linea di tendenza crescente ed evidenziano picchi di circa 2.500 domande registrate ogni giorno, con un peso maggiore del lavoro domestico e dell'assistenza alla persona”. A chi dice che questa misura è insufficiente, Lamorgese risponde: “Sulla circostanza che la regolarizzazione è stata limitata all'agricoltura e al lavoro domestico, ricordiamoci che un provvedimento di emersione non veniva fatto dal 2012 e quindi io rimango dell'idea di vedere in positivo anche un passo che altri giudicano parziale. Tutto è migliorabile, ma è un fatto importante che il Governo sia riuscito a trovare un accordo su un tema molto sensibile per la maggioranza”.

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