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Migranti, la Tunisia controllerà le sue coste: patto telefonico tra Conte e il premier tunisino

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha avuto un colloquio telefonico con il premier Yussef al-Shahed: Il primo ministro tunisino si è detto disponibile a garantire maggiori controlli delle coste tunisine per un contrasto più efficace del fenomeno dell’immigrazione clandestina, nell’ambito di una collaborazione maggiore tra Italia e Tunisia.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha appena avuto un colloquio telefonico con il primo ministro tunisino, Yussef al-Shahed. I due primi ministri hanno convenuto sulla necessità di proseguire nel percorso di massima collaborazione tra Italia e Tunisia, intervenendo congiuntamente sul tema dell’immigrazione. La notizia è stata data da fonti di palazzo Chigi. Il primo ministro tunisino, comunicano le stesse fonti, "si è reso altresì disponibile a garantire maggiori controlli delle coste tunisine per un contrasto più efficace del fenomeno dell’immigrazione clandestina". 

La collaborazione era stata già annunciata lunedì 8 luglio, in occasione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza, che era stato convocato da Salvini. Dopo i casi i casi Sea Watch 3 e Alex, le navi delle ong che hanno violato il divieto di ingresso in acque italiane, e la vicenda della Alan Kurdi, (che ha poi sbarcato i migranti a Malta) il Viminale aveva annunciato che si sarebbe appunto avviata una trattativa diplomatica con la Tunisia, anche per migliorare e aumentare i rimpatri e limitare le fughe dal Paese. Altra novità dell'incontro di lunedì è stata la decisione di utilizzare le navi della Marina e della Guardia di finanza per "difendere i porti italiani", schierandole in mare per impedire alle ong di avvicinarsi. I flussi migratori dalla Libia dovrebbero essere limitati invece grazie all'impiego di radar, mezzi aerei e navali. La Guardia costiera libica sarà presto rifornita di altri mezzi navali. Un ulteriore stretta sugli sbarchi sarà consentita con diversi a emendamenti al Decreto Sicurezza Bis, che prevedono tra le altre cose multe fino a un milione di euro per le ong, la confisca immediata delle imbarcazioni e l'arresto del comandante in ogni caso, anche in assenza di una reiterazione del reato.

Intanto la Marina tunisina ha recuperato altri 38 corpi di migranti che si trovavano a bordo dell'imbarcazione naufragata esattamente una settimana fa al largo delle coste del Paese nordafricano. Lo ha reso noto il capo della Croce rossa tunisina della provincia di Medenine, Mongi Slim, secondo cui sale così a 58 il numero delle vittime del naufragio. A bordo dell'imbarcazione partita dalla Libia e affondata al largo di Zarzis viaggiavano 86 persone: quattro erano state salvate subito, ma una di loro era morta in ospedale. "Il bilancio è destinato ad aumentare, le operazioni di ricerca continuano", ha detto Slim.

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