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Migranti, Alan Kurdi non può entrare in Italia: “Viminale mantiene linea dura di Salvini”

La nave Alan Kurdi non può entrare in Italia: neanche il cambio di guardia al Viminale, con l’addio di Matteo Salvini, ha portato un’inversione di rotta, secondo quanto riporta la stessa Ong Sea Eye. Dal ministero dell’Interno, infatti, non è cambiata la posizione e viene mantenuta la linea dura: “Il nuovo governo vuole dimostrare che non serve Salvini per contrastare chi svolge soccorso in mare”.
A cura di Stefano Rizzuti
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La nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye è ancora in mare, al largo del Mediterraneo. Il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane per l’imbarcazione con a bordo 13 migranti è ancora valido. E a poco è servito il cambio al Viminale, con il passaggio da Matteo Salvini a Luciana Lamorgese. Eppure ieri dalla Ong sembravano avere qualche speranza in un cambio di passo con il nuovo ministro dell’Interno. Così hanno chiesto al Viminale se il decreto Salvini fosse ancora in vigore, come racconta il Manifesto. “Ci hanno detto che sì, è ancora valido e quindi per noi resta il divieto di ingresso nelle acque territoriali”, spiega l'Ong che sa non solo di non poter sbarcare, ma di rischiare anche una multa e il sequestro della nave.

Probabilmente la Alan Kurdi si aspettava una immediata inversione di rotta da parte del governo italiano, che avrebbe potuto concedere subito lo sbarco. Un cambio di passo che è atteso anche da qualcuno che di questa maggioranza fa parte, come il dem Matteo Orfini: “Ieri il ministero dell'Interno ha negato un porto sicuro alla Alan Kurdi, da giorni in mare con 13 naufraghi. Non per rovinare la festa a nessuno, ma mi aspetto che i ministri Lamorgese, Guerini e De Micheli correggano l'errore. Discontinuità significa via le politiche di Salvini”. Un appello che finora è rimasto inascoltato.

La situazione sulla Alan Kurdi

A bordo della nave ci sono 13 migranti che sono stati soccorsi in area Sar maltese sabato 31 agosto. “A quanto pare anche il nuovo governo italiano mantiene una posizione di fermezza contro i salvataggi compiuti da civili”, sottolinea il capo missione di Sea Eye, Jan Ribbeck. Lo stesso giorno del salvataggio in mare, il 31 agosto, il ministro Salvini (seguito da Toninelli e Trenta) aveva firmato il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane per la Alan Kurdi. E, allo stesso tempo, anche Malta ha vietato l’ingresso nei suoi porti.

Anche da Bruxelles non arrivano notizie. La Commissione fa sapere di non essere stata contattata da nessuno stato membro per coordinare eventuali ricollocamenti dei migranti a bordo: “Non siamo stati contattati e non siamo implicati”, commenta una portavoce. Intanto la situazione a bordo si fa sempre più complicata. L’equipaggio racconta che i migranti dormono sul ponte o in un container. Ma non solo: “Da martedì due persone hanno sofferto di attacchi di ansia aumentando lo stress delle persone che gli sono vicine. C’è chi vorrebbe raggiungere Malta a nuoto e due ragazzi dopo aver parlato apertamente di suicidio si sono arrampicati sulle reti di sicurezza”. E l’accusa nei confronti del nuovo governo italiano, riportata dal Manifesto, è chiara: “Il nuovo governo vuole dimostrare che non serve Salvini per contrastare chi svolge soccorso in mare”.

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