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Meloni dura sulla fine del mercato tutelato: “Il Pd chieda scusa agli italiani, l’hanno decisa loro”

Il mercato tutelato dell’energia finirà nel 2024, portando alcuni milioni di italiani in un passaggio al mercato libero delle bollette. Le opposizioni hanno attaccato il governo Meloni per non essere riuscito a spostare più avanti questo passaggio, e la presidente del Consiglio ha contrattaccato: “È stato approvato nel 2017, se il Pd ha cambiato idea chieda scusa”.
A cura di Luca Pons
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Intervento duro della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sulla fine del mercato tutelato dell'energia. Dal 2024, la maggior parte delle persone che oggi si trovano in regime di tutela per le bollette della luce e del gas dovranno abbandonarlo: si tratta di 3 milioni di famiglie per il gas e 5 milioni per l'elettricità, che avranno un cambiamento in bolletta. Sul punto nelle ultime settimane si sono molto mosse le opposizioni, inclusa la segretaria del Pd Elly Schlein che ha definito la fine del mercato tutelato come la "tassa Meloni". La leader di Fratelli d'Italia ha risposto: "Posso capire che il Pd ha deciso che ha fatto una cosa sbagliata, ma prima di spiegare a me come la risolvo, perché non chiedono scusa?". Il motivo è che la riforma fu approvata nel 2017, e poi inserita dagli scorsi governi nel Pnrr.

L'uscita dal mercato tutelato dell'energia è un tema che sta sollevando forte dibattito non solo da parte dell'opposizioni, ma anche nella maggioranza: lo stesso Matteo Salvini ha detto che l'Italia dovrebbe cercare di fare qualcosa. A una domanda sul tema, al punto stampa della Cop28, Meloni ha però ribadito subito: "Prima di Salvini mi hanno chiesto di fare qualche cosa quelli che ce l'hanno messa, la riforma del mercato tutelato. Perché ricordo che la fine del mercato tutelato è stata decisa nel 2017, dai governi Renzi-Gentiloni".

Meloni ha continuato, riportando l'iter della riforma: "Dopodiché è stata votata dalla allora maggioranza del governo Draghi. Ricordo che io ho votato contro, ho contestato apertamente la fine del mercato tutelato mentre gli altri la votavano. Dopodiché, per blindarla è stata inserita nel Pnrr, e in particolare nella terza rata, che quando noi siamo arrivati era già un obiettivo centrato".

La presidente del Consiglio quindi si è rivolta al Pd di Elly Schlein (per quanto anche la Lega e Forza Italia facessero parte della maggioranza Draghi, così come il M5s): "Posso capire che il Pd ha deciso che ha fatto una cosa sbagliata, ma prima di spiegare a me come la risolvo, perché non chiedono scusa? Non si può far finta che le cose prima erano giuste e quando arriva un altro governo diventano sbagliate. Io ho sempre tenuto la stessa posizione sul tema, sono loro che stanno dicendo che hanno fatto una riforma che colpiva gli italiani. Allora prima lo dichiarino, e poi io volentieri aiuto a risolvere il problema".

Meloni poi è tornata sul tema in sé, cioè le bollette: "Oggi noi siamo con un obiettivo già centrato, una rata già pagata del Pnrr. Quindi la questione diventa spinosa. In ogni caso – sempre d'accordo con la Commissione europea – stiamo cercando di capire soprattutto come si fa a impedire che le bollette aumentino. Questa per me è la priorità. Su questo il governo si sta molto spendendo in queste ore".

La presidente del Consiglio rispondendo ai cronisti ha anche commentato il recente intervento del suo ministro Crosetto sulla magistratura, ribadendo: "Non c'è uno scontro tra politica e magistratura, per chi viene da destra chi serve lo Stato è sempre un punto di riferimento. Il problema è che una piccola parte di magistratura ritiene che i provvedimenti del governo debbano essere contrastati perché non li condividono, come ad esempio sull'immigrazione. Io trovo fuori misura dire che la riforma costituzionale apre a una deriva antidemocratica. È fuori dalle righe".

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