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Crisi di Governo 2022

Meloni dopo consultazioni: “No a fiducia, governo Draghi punta ad arrivare a fine legislatura”

Dopo le consultazioni con il presidente incaricato, Mario Draghi, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, spiega che l’intenzione dell’ex governatore della Bce è quella di portare avanti un esecutivo che abbia vita non breve: “Mi pare che la scelta sia quella di un orizzonte più lungo, di legislatura”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il governo Draghi potrebbe essere un governo di legislatura, che non porterebbe l’Italia al voto in tempi rapidi. A dirlo è la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dopo le consultazioni con il presidente incaricato, Mario Draghi. “Mi pare che la scelta sia quella di un orizzonte più lungo, di legislatura”, afferma la presidente di Fdi. Che ribadisce il no alla fiducia del suo partito, ma un sostegno a eventuali proposte ritenute idonee per la ripartenza dell’Italia. Al termine dell’incontro alla Camera, Meloni spiega: “È stato un confronto cordiale, franco, spero costruttivo. Abbiamo ribadito al presidente incaricato che Fratelli d’Italia in ogni caso non voterà la fiducia al suo governo, per una ragione di metodo e di merito che non dipendono dalla sua autorevolezza e non hanno nulla a che fare con un pregiudizio nei suoi confronti. L’Italia è una democrazia come le altre, non di serie b, ha il diritto di scegliere da chi farsi rappresentare. Serve un governo autorevole, ma serve anche un governo coeso, con una maggioranza omogenea e una visione chiara da mettere in pratica. Questo oggi sarebbe possibile solamente con nuove elezioni e un altro Parlamento”.

Questo concetto porta “alla questione di merito: rischia di trovarsi con gli stessi problemi avuti fin qua, con una maggioranza troppo eterogenea, che rischia di portare all’immobilismo nonostante la capacità e l’autorevolezza di chi guida l’esecutivo. E temo si stia andando verso una maggioranza in cui i partiti preponderanti siano quelli che ci hanno portato nel disastro in cui ci troviamo oggi. Fdi l’ha sempre detto che non andrà mai al governo con il Pd, con il M5s o con Renzi. Confermiamo con coerenza questa nostra posizione. Il che non ci impedisce di sperare che Draghi e il suo governo possano fare bene e di dare una mano all’Italia, come sempre abbiamo fatto, da forza politica responsabile e patriottica. Le nostre proposte non sono mai mancate e non mancheranno domani e speriamo di trovarci di fronte qualcuno che abbia una voglia maggiore di ascoltare di quanto successo in passato”. Che sia un voto contrario o di astensione, aggiunge Meloni, dipenderà dal programma del governo, ancora non discusso.

La leader di Fdi prosegue: “Abbiamo concordato con Draghi che l’Italia versa in condizioni di estrema difficoltà, c’è la pandemia, c’è la crisi economica, ci sono milioni di posti di lavoro a rischio e questo chiama ciascuno alle responsabilità. E per questo, per dare una mano, non abbiamo bisogno di ministri e sottosegretari. Se ci saranno provvedimenti utili a far ripartire l’Italia li sosterremo senza chiedere nulla in cambio. Siamo consapevoli che ci sono migliaia di lavoratori e partite Iva che ripongono la fiducia in questo governo, noi ci siamo confrontati su questo tema con Draghi, ha detto delle cose condivisibili sul piano economico, in particolare quando dice che bisogna tornare a una spesa buona, che però vuol dire una discontinuità totale coi governi avuti finora, perché oggi sono tutti d’accordo sul fatto che chi ci governava non era all’altezza del compito. Io sono d’accordo su questo, spero che lo siano anche Pd, Movimento 5 Stelle, Renzi e quelli che hanno votato provvedimenti che hanno dilapidato molti miliardi. Spero facciano mea culpa e spero che le cose cambino. Perché con maggioranze che sono per buona parte uguali a quelle già avute non so quanto si possa sperare, ma io ci spero, in un cambio di passo. Abbiamo parlato della crisi economica e sanitaria, il dato più preoccupante è quello che il 40% delle aziende rischia di non sopravvivere a questo anno. Abbiamo parlato di Recovery fund, non so se Draghi intenda confermare il Recovery plan di Conte, mi auguro di no. Abbiamo portato le nostre proposte, dando priorità alle infrastrutture. Abbiamo chiesto che sia inserito nel Recovery plan il tema della natalità, la questione della sicurezza, la ricostruzione delle aree terremotate, la riconversione di produzioni industriali ormai mature verso il marchio, abbiamo ribadito il lavoro fatto da Fdi in questi mesi”.

Ancora, Meloni parla delle richieste fatte a Draghi durante l’incontro: “Abbiamo chiesto a Draghi cosa intenda fare per mettere in sicurezza il sistema produttivo, le nostre infrastrutture strategiche dalle attività predatorie straniere e abbiamo chiesto di avere qualche informazione in più sul governo, se si tratti di tecnico o politico, se abbia le idee chiare su altri grandi dossier non propri delle sue competenze, come la questione migratoria. Politica estera, dossier Libia. Auspico che ci sia una sua visione da far digerire alle forze che lo sosterranno, piuttosto che cercare la sintesi che rischia di essere al ribasso. Abbiamo anche chiesto se il presidente incaricato escludesse la possibilità di un mandato a tempo che consentisse di mettere al sicuro l’Italia e consentire di tornare al voto prima del semestre bianco e invece mi pare che la scelta sia quella di un orizzonte più lungo, di legislatura, che non può vedere Fdi favorevole. Ci sarà un secondo giro di consultazioni: ribadiamo che non voteremo la fiducia ma Fratelli d’Italia c’è per gli italiani. Non ci servono i ministri e i sottosegretari per la nostra nazione”.

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