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Maturità 2022, Azzolina a Fanpage.it: “Serviva più gradualità, non avrei inserito la seconda prova”

La deputata del Movimento 5 Stelle ed ex ministra dell’Istruzione commenta, in un’intervista a Fanpage.it, l’operato del governo Draghi sulla scuola. A partire dalla modalità scelta dal ministro Bianchi per l’esame di maturità: “Non avrei reinserito la seconda prova – spiega – serve maggiore gradualità e confronto con gli studenti, bisogna ascoltarli di più”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La scuola è davvero una priorità per il governo Draghi? A un anno di distanza dall'insediamento dell'esecutivo, la domanda è più che legittima. Il ministro Bianchi è fortemente in discussione, attaccato dagli studenti e bocciato dal Consiglio superiore della pubblica istruzione sulle modalità della maturità 2022. Insomma, non è un bel momento a viale Trastevere. La ripartenza voluta dal governo punta verso la normalità, che però gli studenti già contestano, perché i due anni di pandemia di Covid sono ancora ben presenti nelle vite di tutti. Le perplessità dei ragazzi e del Cspi sono condivise anche dall'ex ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, che spiega in un'intervista a Fanpage.it il suo punto di vista sull'operato del governo Draghi sulla scuola nell'ultimo anno.

La prima critica riguarda proprio la maturità 2022: "Credo che si dovesse procedere con maggiore gradualità, io avrei reinserito la prima prova, la prova di italiano, e avrei fatto l'esame orale". Per quest'anno "non penso che avrei inserito la seconda prova". Però, ci tiene a sottolineare la deputata pentastellata, "tutto ciò lo avrei deciso sempre dopo un confronto con le Consulte e con il Forum degli studenti, così come feci nel 2020 quando poi, insieme, decidemmo di procedere all'esame orale per tutti quanti". L'ex ministra ricorda: "Sapevo che una parte degli studenti non avrebbe voluto fare l'esame, però mi feci fare delle proposte scritte dai ragazzi che incontrai. Loro volevano fare un esame orale e così decidemmo che quella era la soluzione migliore un po' per tutti". Insomma, il ministro Bianchi "avrebbe potuto fare meglio, sia nel metodo che nel merito".

Sulla questione dell'ascolto degli studenti la parlamentare del Movimento 5 Stelle insiste: "I ragazzi non chiedono tanto, solo di essere ascoltati e hanno ragione". Azzolina ricorda di essere favorevole all'estensione del voto ai 16enni, perché "forse è l'unico modo affinché la politica li prenda in considerazione". Quanto alla sua esperienza, invece, le risposte sono state chiare: "Quando li ho ascoltati, convocandoli ogni mese e mezzo, i ragazzi mi portavano sempre delle proposte ragionate e ragionevoli, spesso anche più di quelle che mi portavano gli adulti".

I più giovani, soprattutto chi va a scuola, sono stati fortemente penalizzati negli ultimi due anni. La pandemia di Covid ha causato un boom di depressione e ha avuto effetti psicologici devastanti: "Lo stress è tanto, e lo vedevo già quando ero ministra io – racconta Azzolina – leggevo le lettere da parte dei ragazzi, che adesso mi scrivono in massa su Instagram, e spesso non si tratta di belle frasi, anche se provo a fargli forza e incoraggiarli". Poi ricorda: "Avevo presentato un emendamento, da deputata, per mettere dei fondi in più per il sostegno psicologico. Non è stato accolto dal governo, ma ci vorrebbero i finanziamenti per dare una mano alle scuole".

La priorità del governo Draghi è sempre stata la scuola in presenza, o almeno così hanno ribadito più volte gli esponenti dell'esecutivo: "Non basta dire soltanto che è una priorità affinché lo diventi – commenta l'ex ministra dell'Istruzione – Sicuramente se si vuole che sia una priorità si deve investire il più possibile". E rivendica: "Noi avevamo investito molto di più nella scuola con il governo Conte due rispetto a quello che è stato investito quest'anno". Poi elenca: "In un momento di difficoltà, anche se alcune erano difettose, sono arrivate 11 milioni di mascherine al giorno, mentre oggi sulle Ffp2 sappiamo già che i soldi stanziati non bastano". E ancora: "I soldi per le classi sovraffollate non sono stati messi, ma lo sappiamo che quello è il problema dei problemi". Insomma, "io sono una fan della scuola in presenza, però ha bisogno di finanziamenti economici sostanziali e sostanziosi, se questi non ci sono resta semplicemente un'utopia".

Il ministro Bianchi e il governo sono finiti al centro della polemica anche per le regole sulle quarantene in caso di contagio da Covid a scuola, che hanno creato molte difficoltà a genitori, insegnanti e presidi: "Che la situazione pandemica nella scuola sia difficilmente gestibile ce lo dobbiamo dire, però è stata fatta molta confusione, perché i protocolli sono stati cambiati tre volte in un mese e mezzo – spiega Azzolina – Sento quotidianamente i miei colleghi dirigenti scolastici, che si lamentano della mancanza di tamponi, della discriminazione tra vaccinati e non vaccinati, della dad, del fatto che le Asl sono in affanno e a stento riescono a rispondere, delle regole che cambiano ogni volta che ci si abitua…".

C'è da dire che contro la didattica a distanza è partita una vera e propria crociata: "In estate si era detto ‘mai più dad', perché un po' presi dalla folgorazione estiva del pensare che tutto fosse finito e un po' credendo che le vaccinazioni avrebbero guarito tutti si è puntato solo lì". E attenzione, ci tiene a precisare l'ex ministra, "lo dice una persona che è totalmente favorevole alle vaccinazioni contro il Covid". Però "da persona di scuola avevo detto già quest'estate che non sarebbe bastato – continua Azzolina – qui manca la programmazione politica, non per risolvere solo i problemi dell'oggi ma pensando anche al domani". Guardando avanti, quindi, è fondamentale pensare "a classi che siano meno affollate, perché non è un problema soltanto di Covid, ma di fare didattica in un certo modo".

Sulla dad la deputata ha le idee chiare: "È stata demonizzata e non va bene. È uno strumento che ha iniziato un suo percorso ed è chiaro che deve essere pensato come emergenziale e non ordinario". Ma attenzione: "Non va abbandonata del tutto – sottolinea l'ex ministra – Se io ho un bambino a casa ammalato, in futuro, perché non possiamo pensare di farlo collegare con la classe? Perché non utilizzare la dad quando c'è l'allerta meteo e le scuole sono chiuse? Quello che la pandemia ci ha insegnato, nel bene e nel male, non va buttato tutto". Insomma, conclude Azzolina, "le cose buone fatte vanno conservate e migliorate per il futuro".

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