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Matteo Salvini vuole reintrodurre il grembiule a scuola: “Farebbe bene ai bambini”

Il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, vorrebbe reintrodurre l’impiego della divisa scolastica negli istituti italiani: “Almeno alle scuole elementari rimettere il grembiule farebbe bene ai bambini ed eviterebbe simboli di diversità”, afferma il ministro dell’Interno parlando di “un’occasione di parità”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Si usa sempre meno. E sono in diminuzione gli istituti scolastici che richiedono il suo utilizzo. Ma il grembiule, l’uniforme scolastica uguale per tutti i bambini, potrebbe tornare a essere largamente impiegato in tutta Italia. Almeno questa è la volontà del ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini. Che si augura un ritorno all’uso della divisa scolastica. “Almeno alle scuole elementari rimettere il grembiule farebbe bene ai bambini ed eviterebbe simboli di diversità”, dice Salvini ospite di Tg2Italia. La discussione nasce dalla questione delle divise indossate dal ministro dell’Interno e contestate da alcuni organi, come i vigili del fuoco. Per Salvini, però, le divise sono un “segno di riconoscimento per chi ogni giorno sacrifica la propria vita per gli italiani”. E stesso discorso per il ministro dell’Interno sembra valere per il grembiule: “Rimetterlo sarebbe un’occasione di parità”. Un sistema che permetterebbe di non fare più differenza tra chi ha “felpe da 400 euro” e chi indossa “golfini da 20 euro”. Sul tema si era già espresso a novembre anche il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, spiegando di ritenere condivisibile l’iniziativa degli istituti che decidono di far indossare l’uniforme per regolamento interno.

Grembiule a scuola, come funziona oggi il sistema

Non esistono, attualmente, regole che impongono l’utilizzo del grembiule nelle scuole. Ogni singolo istituto scolastico può decidere se adottare una divisa uguale per tutti i bambini o i ragazzi che lo frequentano. Ad oggi è è consigliato l’uso del grembiule soprattutto nelle scuole materne, principalmente per una questione di igiene: i bambini tendono a sporcarsi più facilmente giocando con matite e pennarelli o altro ancora. Nelle scuole elementari non mancano gli istituti che chiedono l’utilizzo della divisa. Solitamente è rosa o bianca per le bambine e blu o azzurra per i bambini.

L’idea di introdurre l’obbligo di indossare il grembiule per legge non sarebbe neanche una novità. Già nel 2008, l’allora ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini voleva rendere l’uniforme obbligatoria. Ma alla fine non ci fu nessuna legge, quindi rimane il singolo istituto a poter decidere attraverso il suo regolamento interno. Il deputato Luca Volontè, dell’Udc, propose già in quell’anno l’obbligo per legge. L’ex deputato partiva dal presupposto che “nelle scuole inglesi l’obbligo dello stesso vestiario individuale intende evitare di evidenziare l’appartenenza degli studenti stessi a classi sociali diverse, in modo da evitare tensioni e divisioni”.

Una questione soprattutto sociale, quindi. Ma anche di senso di appartenenza, che la scuola deve creare. Evitando anche le “differenziazioni basate sulle capacità economiche, con l'ulteriore risultato positivo della contestuale creazione di un ambiente scolastico il più possibile sobrio e ordinato”. L’obiettivo di quella proposta di legge era anche quello di rendere “meno gravoso dal punto di vista economico l’impegno educativo per le famiglie”. Difatti, con quella proposta si voleva “nel pieno rispetto dell'indipendenza e dell'autonomia scolastiche, prevedere incentivi economici per le scuole dell'obbligo in cui i consigli di istituto abbiano deciso, in piena autonomia, di introdurre l'obbligo dell'utilizzo del grembiule o della divisa scolastica”. In sostanza, quella proposta di legge prevedeva un incentivo economico agli istituti che rendevano obbligatorio l’uso dell’uniforme, con l’idea di finanziare la misura con 15 milioni di euro l’anno a partire dal 2008.

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