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Guerra in Ucraina

L’Ue ha attivato una direttiva per accogliere subito gli ucraini in fuga, pronto il piano italiano

La direttiva n.55 del 2001 permette il riconoscimento immediato della protezione dei profughi per un anno, senza le normali procedure d’asilo. L’Italia farà la sua parte.
A cura di Giacomo Andreoli
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L'Unione europea si prepara ad accogliere milioni di cittadini ucraini in fuga dalla guerra con la Russia. E lo farà con uno strumento speciale, mai usato prima. Il Consiglio Affari Interni ha infatti attivato la direttiva sulla “protezione temporanea” dei migranti. Si tratta della n.55 del 2001, che consente ai profughi di ottenere subito questo tipo di riconoscimento, evitando le normali procedure per la richiesta di asilo che rischierebbero di mandare in tilt l'accoglienza nei vari Paesi Ue.

Ad annunciarlo è stato il ministro dell'Interno francese Gerald Darmanin, secondo cui si tratta di un "accordo storico, che dimostra come l'Ue è unita e solidale". Sono state superate, dunque, le perplessità dei Paesi di Visegrad e dell'Austria. I governi di queste nazioni avevano espresso dubbi sulla concessione della protezione temporanea a profughi che non sono cittadini ucraini. Nelle ultime ore la presidenza del Consiglio Ue ha lavorato a una dichiarazione politica da allegare alla direttiva per affrontare il problema.

Si tratta di una norma rimasta in sordina per anni e che addirittura il Parlamento europeo voleva cancellare. La sua storia risale alla guerra in Kosovo, all'indomani della quale si volle inserire nella legislazione europea uno strumento di tutela immediata e temporanea in caso di un massiccio afflusso di cittadini sfollati da un Paese terzo nel Vecchio Continente. A chi scappa viene concesso un permesso di soggiorno, ma anche l'accesso all'istruzione, al mercato del lavoro, ai sistemi sanitari e al sistema di welfare dello Stato membro in cui andranno. La protezione, immediata, dura un anno e si può rinnovare fino a due. Senza la direttiva, invece, i profughi possono soggiornare liberamente in un Paese europeo per 90 giorni, passati i quali devono presentare richiesta di permesso di soggiorno o protezione.

Il piano italiano per accogliere gli ucraini

L'Italia è pronta a fare la sua parte. La ministra dell'Interno Luciana Lamorgese ha infatti spiegato che "il Paese è abituato a gestire situazioni anche emergenziali, con la rete delle prefetture, il mondo dell'associazionismo e i comuni". Per questo si dice convinta che "faremo fronte a tutte le necessità che si presenteranno".

Secondo la ministra, poi, i numeri degli sfollati dall'Ucraina "sono davvero elevatissimi e per questo bisogna assolutamente che ci sia una linea decisa". La direttiva prevede che gli sfollati che cercheranno rifugio nell'Unione potranno decidere in quale Stato membro chiedere la protezione temporanea. In Italia, secondo l'Unhcr, si attendono comunque centinaia di migliaia di profughi.

In arrivo tra i quattro e i sette milioni di profughi

Il Parlamento europeo, assieme alla Commissione Ue, voleva cancellare questa direttiva per sostituirla con un regolamento e un meccanismo di solidarietà strutturale nella gestione dei profughi, anche per evitare risposte ad hoc solo in caso di emergenza. Ora, però, con almeno quattro milioni di rifugiati in arrivo (secondo le stime dell'Onu), lo strumento è quantomai utile. Ci sono poi stime di altre istituzioni internazionali che arrivano a parlare di sette milioni di persone. Intanto, secondo le Nazioni Unite, un milione di loro è già arrivato nei vari Paesi confinanti con l'Ucraina.

In particolare, dati dell'Unhcr alla mano, 505mila persone hanno superato il confine della Polonia, più di 116mila sono andati in Ungheria, 79mila in Moldavia e 71.200 in Slovacchia.

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