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Opinioni

Linda Polman a Fanpage.it: “Il problema dell’Europa sono i fascisti, non i migranti”

Intervista alla giornalista investigativa olandese, esperta di fenomeni migratori e in libreria col saggio “Gente di nessuno”, in cui ricostruisce la storia della lotta dell’Europa contro migranti e profughi dal 1938 a oggi: “Altro che invasione, l’Europa è abilissima a far andare i migranti altrove. E come accadde nel 1938 con gli ebrei, sta chiudendo gli occhi di fronte alla disperazione altrui. Spalancando le porte alla destra peggiore”.
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“Nel 1938 la giustificazione che si diedero le liberaldemocrazie nel non accogliere gli ebrei in fuga dalla Germania è che questo avrebbe aumentato l’antisemitismo anche nel loro Paese. Qualche anno dopo, scoprirono che il problema dell’Europa non erano gli ebrei in fuga ma i nazisti che li volevano sterminare”. Ci sono diversi modi per raccontare il terrore per le migrazioni che sta attraversando l’Europa in questi anni. Linda Polman,  giornalista investigativa olandese che ha lavorato in paesi in via di sviluppo e zone di guerra come Somalia, Ruanda, Haiti, Sierra Leone, Congo e Afghanistan, ha scelto la Storia. E non a caso il suo saggio “Gente di Nessuno. Rifugiati e migranti in Europa dal 1938 a oggi” (Luiss University Press, 2020)  comincia con la Conferenza di Evian del 1938, quella in cui le democrazie occidentali, dagli Usa alla Francia, dal Regno Unito all’Olanda, dissero “no grazie, non vi vogliamo” alle decine di migliaia di ebrei in fuga dalla Germania: “Non possiamo lasciar entrare numeri indefiniti [di rifugiati], perché qui esistono già le radici dell’antisemitismo, ugualmente che in altri Paesi europei. Un’ammissione arbitraria non farebbe altro che sconvolgere il clima dominante di carità e buona volontà”, disse il primo ministro olandese Hendrikus Colijn al New York Times, il 16 novembre 1938: “Anche noi oggi parliamo del 2015 come di un’invasione barbarica, e dell'immigrazione come di un enorme problema”, esordisce Polman, intervistata da Fanpage.it.

E non è un problema?
Sì, lo è.  Per i migranti. Noi, d’altra parte, dovremmo considerarci fortunati. E chi non vuole i migranti dovrebbe esultare per la vittoria. Perché questa ondata di persone in fuga sono andate ovunque a chiedere aiuto tranne che da noi.

Cioè?
Cioè parlano i numeri: un milione di persone sono entrate nel continente più ricco del mondo, che ha più di 500 milioni di abitanti. Non è un invasione, né in senso assoluto né in senso relativo. Voglio essere chiara: un milione di profughi non è nulla rispetto ai profughi accolti da altri Paesi. Pensa al Libano, all’Etiopia, al Kenya, all’Uganda che oggi ospitano più profughi di quanti l’intera Europa ne abbia mai accolti. E allora chiedo: dov’è il problema?

In questi giorni, ad esempio, nella paura che la pandemia e la contemporanea crisi economica faccia aumentare ulteriormente i flussi migratori…
Forse prima dovremmo definire cosa sia un problema. Anche io sono convinta che aumenteranno i migranti che si sposteranno nei prossimi anni. A causa della pandemia, ma anche a causa dei cambiamenti climatici, ma anche a causa delle crisi economiche globali o locali che siano. Ma non dobbiamo dimenticarci che la stragrande maggioranza dei profughi o dei richiedenti asilo rimangono nel loro Paese o nei Paesi immediatamente confinanti col proprio. E che solo una minoranza si muove verso l’Europa.

In altre parole, la Fortezza Europa è già realtà?
Altroché. L’Europa è abilissima nel mandare i migranti lontano dal continente. È un’abilità storica, che abbiamo maturato nei secoli. Del resto è proprio l’Europa il continente che ha esportato migranti per secoli, più di qualunque altro. E l’Italia, peraltro, è stato uno dei più attivi nel disseminare i propri migranti in giro per il mondo. Siamo stati per secoli le locuste del mondo. E noi sì, quando arrivavamo altrove, distruggevamo le culture altrui.

Paradosso dei paradossi, siamo anche l’unico continente in cui la popolazione decresce, anziché aumentare…
L’Europa ha un problema enorme con l’immigrazione anche perché non capisce che l’immigrazione è un enorme opportunità per la sua economia e per la sua demografia. Ma anche, ancor più banalmente, perché non siamo in grado di percepire noi stessi come parte dell’umanità e responsabili per le persone disperate che ne fanno parte, quelle che lasciano il loro Paese per sfuggire alla guerra, alla povertà, alla fame. Noi, quelli che hanno scritto le più belle convenzioni sui diritti dell’uomo, ci chiamiamo fuori. Siamo davvero egoisti.

Come mai, secondo lei, l’Europa ha questa fobia nei confronti dei migranti e dei profughi?
Siamo onesti: io penso che chiunque nel pianeta abbia problemi coi migranti e i profughi. Noi come Europa non abbiamo un problema particolare con loro. Semplicemente siamo stati molto bravi a fermarli. Abbiamo speso un sacco di soldi, in aiuti e in armi, per evitare le partenze. Abbiamo fatto dei nostri confini una fortezza d’acqua. Ci siamo abituati a spendere e a trattare coi tiranni per proteggerci dall’immigrazione, e avevamo abbastanza soldi e potere per farlo efficacemente. Chi oggi ospita tanti profughi, in molti casi, lo fa semplicemente perché non ha i soldi e il potere geopolitico che abbiamo noi.

In particolare, in Italia oggi c’è una vera fobia nei confronti dei richiedenti asilo provenienti dall’Africa nera…
Di tutti i profughi, gli africani sono davvero quelli che nessuno vuole. Perché sono tanti, perché sono poveri, perché sono mal istruiti, perché sono neri. L’Europa ha sviluppato questa fobia più di altri anche perché siamo confinanti con l’Africa. Ed è per questo che abbiamo sviluppato tutti questi accordi dapprima coi Paesi del nord Africa e poi con quelli del Sahara, del Sahel, con l’Africa nera: per fermare i migranti. E nel farlo non sono ce ne siamo fregati di quei diritti umani che abbiamo messo nero su bianco, dei dittatori, della violenza, delle persecuzioni, dei genocidi, ma abbiamo pure sostenuto chi li perpetrava. Tutto, pur di fermare i migranti.

Il governo italiano, di centrosinistra, ha appena rinnovato gli accordi con la Libia…
In un Paese come la Libia è provato che migranti e profughi sono torturati e muoiono nelle carceri. E nonostante questo  l’Europa se ne frega e tratta con la Libia affinché intercetti più migranti che può. Come ha messo nero su bianco lo Human Right Council delle Nazioni Unite nel 2008, “L’Europa ha sviluppato una politica anti-immigrazione che, a parte la morte, è efficace”. A parte la morte, capito? Ecco quanto l’Europa è affondata: eravamo il faro dei diritti umani nel mondo e ora accettiamo la morte come una politica anti-migratoria.

Il suo libro, in olandese, si intitola “Nessuno li vuole”. Fu quel che dissero i giornali nazisti dopo la conferenza di Evian…
I giornali nazisti lo dissero trionfanti: “Avete visto? Nessuno li vuole”. Il sottotesto era chiaro: perché dovremmo volerli noi, quindi? E infatti, poco dopo la conferenza di Evian ci fu la notte dei cristalli, il più grande pogrom della Germania nazista fino ad allora, in cui la violenza contro gli ebrei raggiunse livelli mai toccati prima. L’ignavia dell’Europa democratica aveva dato ai nazisti una giustificazione per alzare l’asticella della loro violenza.

Anche la nostra ignavia è causa delle sofferenze dei migranti e dei profughi?
Sì, noi stiamo rifiutando ogi responsabilità di quel che stiamo facendo. Lo sta facendo l’Europa, che attraverso una follia come l’accordo di Dublino ha affidato all’Italia e alla Grecia la responsabilità di gestire da sole i flussi migratori e ha pure il coraggio di stigmatizzarle se non fanno le cose nel modo giusto. Il trattato di Dublino deve sparire, perché è una delle cause del mancato rispetto dei diritti umani ai confini del continente. E la prova delle responsabilità che non ci vogliamo assumere.Attenzione, parlo di governi non dei cittadini.

Perché assolve le persone comuni? Sono quelle che votano gli Orban, le Lepen, i Salvini…
Perché l’opinione pubblica è eterogenea. Nel 2015 ci fu un sacco di gente, centinaia di migliaia di persone che si prese la responsabilità di aiutare i migranti che sbarcavano in Grecia, che li nutriva mentre si muovevano in colonna verso la Germania, che li accoglieva con l’inno alla Gioia nelle stazioni. Centinaia di migliaia di persone comuni stanno ancora oggi si stanno dando da fare per insegnar loro a leggere, a riempire loro i moduli. Non sono i cittadini che non si assumono le responsabilità. È la politica che non se l’assume.

Accanto alla frase del primo ministro olandese del 1938 ne ha messa una di Hillary Clinton, di due anni fa: “Adesso l’Europa deve mandare un messaggio chiaro: non possiamo continuare a offrire rifugio e sostegno. L’Europa deve trovare un modo di gestire l’immigrazione, perché è questo che ha acceso la miccia del populismo”…
Nel 1938 la giustificazione che si diedero le liberaldemocrazie nel non accogliere gli ebrei in fuga dalla Germania è che questo avrebbe aumentato l’antisemitismo anche nel loro Paese. Qualche anno dopo, scoprirono che il problema dell’Europa non erano gli ebrei in fuga ma i nazisti che li volevano sterminare. La stessa cosa accade oggi. Il problema dell’Europa, oggi come ieri, non sono i migranti, ma i fascisti. Chissà se ce ne accorgeremo in tempo.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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